rotate-mobile
Cronaca Lipari

Scomparso il cadopoglio intrappolato a largo di Salina, appelli di Oipa e Wwf

Il biologo marino Carmelo Isgrò segnala che l'esemplare non è stato più avvistato, chiunque lo dovesse vedere avverta la Guardia costiera

Non si trova più la femmina di capodoglio rimasta impigliata nelle reti abbandonate a largo di Salina. Ne dà notizia Carmelo Isgrò, il biologo marino che lavorato fino a ieri per la sua liberazione insieme a una squadra formata dalla Guardia Costiera e dai sommozzatori della Capitaneria di Porto di Napoli. "In meno di un mese due capodogli sono rimasti intrappolati in reti abbandonate nell’arcipelago delle Eolie. Il primo è stato liberato e ora Furia, una femmina di oltre 10 metri, è scomparsa con la coda ancora imprigionata nella rete da pesca illegale usata per catturare tonni e pescispada. E’ ora che il Governo e il Parlamento ripensino la politica della pesca regolamentando seriamente queste trappole. Le ‘reti fantasma’ e altre attrezzature, come i palangari, sono spesso i killer invisibili di tartarughe, grandi pesci e cetacei», commenta il presidente dell’Oipa Italia, Massimo Comparotto". L’Oipa lancia un doppio appello: chiunque avvisti il capodoglio chiami immediatamente la Guardia Costiera di Lipari al numero 090 988 0819. Inoltre, chiunque veda reti o altre attrezzature da pesca abbandonate al largo delle coste italiane chiami il numero blu 1530 della Guarda Costiera, gratuito attivo 24 ore su 24 per tutto l’anno. 

Salina, Capodoglio resta intrappolato nelle reti 

"Lanciamo un appello a chiunque si trovi in navigazione nel tratto di mare eoliano e avvisti il capodoglio in difficoltà a segnalarlo immediatamente al numero 1530 della Guardia Costiera. Il fattore tempo, ora, è fondamentale per salvarlo”. Lo dice la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi. Dopo “Spike”, il capodoglio delle Eolie liberato dalle reti a fine a giugno grazie al prezioso intervento della Guardia Costiera, “Furia” un altro magnifico esemplare rimasto vittima del bycatch al largo dell’isola di Salina è stato avvistato il 18 luglio. Quella per salvare il giovane capodoglio, che, nonostante la grande rete che lo mette in pericolo, riesce a compiere immersioni della durata anche di 40 minuti, è una corsa contro il tempo. Il Corpo della Guardia Costiera insieme a biologi ed attivisti di diversi enti e associazioni tra cui il MuMa di Milazzo, Sea Shepard e Filicudi Wildlife Conservation, hanno trascorso, infatti, gli ultimi due giorni e due notti con l’individuo per monitorarlo e seguirne i movimenti. L’attività di liberazione è risultata difficile a causa dell’agitazione del giovane capodoglio di circa 10 metri, ferito e impossibilitato nei movimenti. I Capodogli, i più grandi predatori del Mare Nostrum, nuotano regolarmente nelle acque profonde del Canale di Sicilia e dell’arcipelago Eoliano, dove riescono a trovare in prossimità delle scarpate abbondanza di cefalopodi (seppie e calamari), le loro principali prede. Sono animali incredibili e indiscussi campioni di immersioni: possono arrivare oltre i 1000 metri di profondità e restare in apnea per oltre 90 minuti. Nonostante la loro grande mole (gli esemplari maschi possono arrivare fino ai 18 m di lunghezza e alle 50 tonnellate di peso), sono dei Giganti fragili. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) considera la specie in pericolo di estinzione nelle acque del Mediterraneo e le minacce che minano il suo stato di conservazione sono principalmente di origine antropica: plastica, collisioni con le grandi imbarcazioni, rumore sottomarino e bycatch. E Furia, la giovane femmina di capodoglio, è proprio vittima di quest’ultimo: è intrappolata in una grossa rete che costringe e limita i movimenti della pinna caudale, non riesce a nuotare liberamente e potrebbe avere dei problemi nell’immergersi per alimentarsi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scomparso il cadopoglio intrappolato a largo di Salina, appelli di Oipa e Wwf

MessinaToday è in caricamento