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Cronaca

Cala l'ancora e affonda una barca, Caronte&Tourist condannata a risarcire

La sentenza dopo dieci anni di processo civile. A citare per danni, il passeggero della piccola imbarcazione che aveva chiamato in causa anche l'amico

Calano l’ancora ma centrano in pieno una barca con due amici a bordo. Ora Caronte& Tourist dovrà risarcire sia il proprietario della barca sia l’amico che dopo il “naufragio” nelle acque dello Stretto aveva fatto causa a tutti: compagnia di navigazione, assicurazione e perfino il proprietario del natante affondato.

Lo ha deciso il giudice civile del Tribunale di Messina dopo dodici anni di processo.

Erano le 10.25 del 14 dicembre del 2010, quando il comandante della nave Acciarello dà istruzioni per eseguire una prova di manovra di fonda dal ponte di comando di prora e, dopo avere ottenuto dal Primo Ufficiale di Coperta, l’assicurazione che lo specchio sottostante è libero, dispone che l’ancora venga calata. Subito dopo lo informano che nella discesa l’ancora aveva colpito una piccola imbarcazione da diporto, posizionatasi proprio sotto la cubia; quindi le persone a bordo vengono immediatamente soccorse, come documentato dal libro giornale. 
Secondo il comandante, che ha prodotto ordinanze a supporto, alla data del sinistro era vietata l’attività di pesca in ambito portuale. In più:  era anche vietavo a tutte le unità da diporto di sostare all’imboccatura del porto di Messina. Il comandante richiamava poi l’ordinanza n,. 37/2012 che imponeva di navigare mantenendosi a distanze superiori a 200 metri dalle navi mercantili che si trovavano all’ormeggio mentre l’imbarcazione affondata era posizionata proprio sotto la cubia. Da qui la richiesta di chiamare in causa il proprietario della barca e la Carige Assicurazioni che si sono dunque costituiti in giudizio. Analoga richiesta da Caronte& Tourist che ha tentato di affermare l’ esclusiva o concorrente responsabilità del proprietario del natante per avere egli occupato un tratto di mare da lasciare libero sulla base delle ordinanze della Capitaneria di Porto pure prodotte in atti.

Secondo il giudice invece non c’era prova che i due stessero pescando mentre le altre ordinanze sono successive e fanno riferimento alla stagione balneare. “Irrilevante” invece, secondo il giudice, è l’ordinanza che vieta la sosta in alcuni tratti del porto: “Il mero transito dell’imbarcazione nello specchio di mare da essa attraversato – si legge nella sentenza - non risulta vietato sulla base delle ordinanze in atti. Le modalità del fatto consentono di ravvisare la responsabilità esclusiva della Caronte & Tourist S.p.A.. Del resto, proprio il controllo dello specchio di mare – previsto ed effettuato poco prima del lancio dell’ancora – era volto ad evitare incidenti analoghi a quello effettivamente verificatosi. Per scongiurare l’incidente il controllo doveva essere costante e continuo in modo da intercettare eventuali imbarcazioni nello specchio di mare interessato anche pochi istanti prima dell’operazione di sgancio”.
Risultato: Caronte dovrà risarcire, oltre le spese legali, anche 2.953 euro al proprietario della barca, 1.015 all’amico che viaggiava con lui. Quest’ultimo però dovrà contribuire insieme a Caronte, alle spese di lite in favore della Amissima Assicurazioni S.p.A. (già Carige Asicurazioni).

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