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Cronaca

Casa Cammarata in abbandono, "Non basta aprire strade se non ci metti qualcosa di magico"

Il consigliere del III Quartiere Geraci torna sui resti dell'edificio del Puparo a Maregrosso lasciati al proprio destino anche con l'apertura della nuova via Don Blasco. Nel 2020 si parlava di rilancio turistico...

Nel giugno del 2020 si parlava di riapertura e di rilancio turistico di Casa Cammarata a Maregrosso. Con la nuova via Don Blasco il III Quartiere si era impegnato a favorire il piano di inserimento dell'area tra i percorsi da visitare d'intesa con il Comune e l'assessore Caruso. Ma oggi come allora non è cambiato nulla. 

Il consigliere del III Quartiere Alessandro Geraci torna a dibattere dell'abbandono "della Casa del Puparo". "Una città che non comprende Cammarata, probabilmente non avrà mai la speranza di fare un salto di qualità. Lo sviluppo economico, sociale, culturale ed anche turistico di un territorio arriva solo se quella comunità riesce a fare emergere la propria anima. Peculiarità e caratteristiche che rendono quel territorio unico rispetto ad altri - sostiene Geraci - per questo non basterà mai, inaugurare strade, creare isole pedonali, o scopiazzare modelli riusciti in altri luoghi per diventare attrattivi, se dentro non ci metti qualcosa di tuo, qualcosa di magico. L’abbandono della Casa del Puparo ne è un esempio.  Sono tanti i messinesi che non conoscono la sua storia, figuriamoci gli oltre 600,000 croceristi che arrivano nel porto della nostra città; eppure parliamo di un artista definito outsider a livello internazionale".

Cammarata fu un messinese con una storia sofferta e travagliata ( fu soldato in Africa e nel Mar Egeo) che con pazienza ed ingegno trasformò la sua vecchia baracca in un incredibile castello incantato lasciando in eredità beni dal valore artistico ma anche sociale perché attraverso la sua arte ha voluto rappresentare una forma di riscatto post dopoguerra del quartiere Maregrosso , una plateale denuncia del degrado ambientale, del disagio sociale e dell’assenza dei diritti fondamentali in cui versa una grossa fetta della popolazione Messinese. "Siamo un po' Antonello da Messina e un po' baracche - conclude Geraci - proprio quella magia da raccontare, unica e solo messinese". 

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