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Cronaca

“Non abbandonateli, non lasciate che muoiano là dentro”, Sos per i casi di coronavirus nella Casa di riposo

Il personale da mercoledì “blindato” e senza turnover e parenti in ansia per la tenuta emotiva di dipendenti e ospiti. La titolare della struttura: “Caos e confusione, nessuno mi dice quali sono i risultati dei tamponi. Ho chiesto aiuto a tutte le istituzioni”

Barricati dentro da mercoledì sera, anziani e personale, che al telefono con i parenti piangono e non nascondono la loro disperazione. Sì, perchè nella casa di riposo “Come d’incanto” di via Primo settembre, uno dei focolai di Coronavirus insieme al Centro neurolesi, ci sono dipendenti che hanno figli anche piccoli a casa e non sanno ancora se e quando potranno rivederli. E ci sono  i parenti delle persone anziane ospiti della struttura, in ansia per i loro genitori e senza notizie certe. L’unica notizia che circola è che il personale sta cedendo emotivamente e si sentono abbandonati.

Lo dice a chiare lettere nel suo appello, che ieri ha girato al sindaco e oggi anche a tutte le istituzioni tramite facebook, il figlio di una signora anziana ricoverata nella casa di riposo: “Vi prego – scrive – non lasciate che i 70 anziani muoiano. Il poco personale addetto rimasto bloccato da mercoledì scorso senza turnover è lasciato solo, senza aiuti. Insieme agli anziani ininterrottamente 24 ore su 24, sono pochi e non ce la possono fare da soli. Tutti gli anziani positivi sono in grossissima difficoltà. Tutti hanno bisogno e meritano adeguata assistenza. E’ disumano lasciarli soli. Vi prego, mandate personale e sussidi ospedalieri adeguati per affrontare la situazione. Non fate passare altro tempo prima che sia troppo tardi. Se ci fosse tua madre o tuo padre lì, che cosa faresti?”.

Chi scrive ha una mamma di 81 anni dentro “Come d'incanto” che ancora non ha fatto il tampone e non presenta sintomi, così come tanti altri, ma proprio per questo il tempo può fare la differenza. “Se non è ancora positiva sarebbe opportuno separarla dagli altri, e questo vale naturalmente per tutti quelli che non sono stati contagiati. Lasciarli ancora lì in promiscuità è pericoloso. Mi preoccupa anche sapere che ci sono solo due bombole di ossigeno per pazienti che ne hanno bisogno per altri motivi, se qualcuno va in sofferenza cosa accade? Stanno mandando quanto necessario? Nessuno sa nulla nè ha rassicurazioni in tal senso”.

Una situazione che sta mettendo a dura prova anche la titolare della casa di riposo Donatella Martinez che conferma in gran parte la situazione di caos, di confusione, che si è venuta a creare e soprattutto il corto circuito da un punto di vista della comunicazione che rende difficile qualsiasi decisione in questo momento.

“Io ho chiesto aiuto, sono state mandate tutte le comunicazioni a tutti gli enti preposti possibili e immaginabili – spiega Donatella Martinez -  Mi sento confortata dalle attività del Comune e della Protezione civile e anche dal loro interesse, con cui ci aggiorniamo, ma la realtà è che fino a questo momento nessuno mi ha dato nessun dato ufficiale sui risultati dei tamponi che sarebbero stati effettuati. Che ci sono 14 positivi lo apprendo dalla stampa ma non c’è conoscenza di un dato certo”.

Un dato che rivendicano anche le persone all’interno della struttura.

“Si tratta di gente preparata e vocata per questo lavoro, per l’assistenza. Chiedono solo di avere certezza di chi l’ha dentro è positivo e chi è negativo, per il resto sono dedite al lavoro e sanno a cosa vanno incontro – conclude Martinez -  Noi fino a stamattina abbiamo ricevuto telefonate dei parenti della casa di riposo, lì chiamerò personalmente uno alla volta spiegando la situazione. Anche la mia lucidità in questo momento è l’unica cosa che può fare la differenza per affrontare la situazione, anche io però devo essere messa nelle condizioni di capire in che modo intervenire”.

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