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Cronaca

Chiusura ai passeggeri dal Nord, Massaro: “Decreto bluff, vogliamo un provvedimento come quello della Sardegna”

Il segretario regionale dell'Orsa contesta le nuove disposizioni del ministro. “Non hanno sospeso nulla, misure di controllo inefficaci”. La denuncia agli operatori del 118 senza mascherina e quella dei marittimi al governatore: “Interessi economici mettono in secondo piano la nostra sicurezza”

“Vogliamo un provvedimento come quello della Sardegna che chiude tutto. Lo vogliono capire o no?”. E’ arrabbiato Francesco Massaro, il messinese segretario nazionale dell’Orsa che ha appena finito di leggere il decreto firmato nella notte dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che prevede la sospensione dei collegamenti e dei trasporti ordinari delle persone da e per la Sicilia tranne che per le merci.

“Sospensione? Ma di che cosa? Un decreto bluff – spiega Mariano Massaro -  non è cambiato quasi niente perché hanno lasciato libero di viaggiare l’ Intercity Roma-Palermo. Succede così che arriveranno lo stesso anche da Milano come accaduto nei giorni scorsi, in una città che non è strutturata a frontaggiare epidemie né negli ospedali né nella fase di controllo. Io stesso ho dovuto presentare una denuncia perché gli operatori del 118 sono dovuti intervenire più volte a chiamate di emergenza senza le dovute tutele, senza neanche le mascherine”.

Un decreto che fa acqua da tutte le parti per il sindacalista. “Nel decreto non si legge neanche quali iniziative abbia preso il governo nazionale e quello regionale per assicurarsi che i viaggiatori provenienti dalle zone contagiate effettuino il periodo di quarantena obbligatoria. Arrivano, misura della temperatura e poi a casa. E lì chi controlla che mantengano l’isolamento? Siamo fortemente preoccupati perché anche i controlli a cui abbiamo assistito personalmente nel fine settimana alla Stazione marittima sono assolutamente insufficienti”.

E lo sono, secondo il sindacato, per tutti. Popolazione e lavoratori. Proprio l’Orsa Marittimi ieri ha scritto al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore ai Trasporti, Marco Falcone sulle misure di sicurezza a bordo e durante le operazioni di imbarco e sbarco. Dure le segnalazioni, soprattutto in un momento in cui si registra l’ondata di arrivi dal Nord e i primi casi anche alle Isole Eolie, del segretario provinciale di Palermo, Vincenzo Intravaia. “Non è stato predisposto un controllo sanitario dell’equipaggio che si reca a casa dalla nave e rientra regolarmente a bordo, che diventerebbe nei casi di positività, mezzo di propagazione – si legge nella denuncia inoltrata ieri -  La stessa cosa avviene nel caso dei passeggeri imbarcati, controllati all’imbarco ed allo sbarco dalle forze dell’ordine, esclusivamente dal punto di vista della verifica dell’autocertificazione, ma nessun controllo sanitario ai passeggeri che imbarcano. Le protezioni individuali ricevute, risultano insufficienti, in particolare il numero di mascherine, che non bastano  per tutto l’equipaggio”.

Non mancano i paradossi: “L’altro giorno – spiega Intravaia – sono stati riproverati alcuni lavoratori dell’aliscafo arrivato a Milazzo perché erano senza casco che lavorano mentre delle protezioni non importanta a nessuno. Non si capisce per quale motivo I lavoratori marittimi stanno continuando a svolgere il regolare servizio come sempre avviene in maniera difforme rispetto a tutti gli altri lavoratori. Riteniamo che i rischi di contagio sulle navi siano molto più alti rispetto ad altri lavoratori, in quanto molte delle misure disposte dal DPCM non possono o non vengono attuate. Mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro su certe tipologie di navi è irrealizzabile, in quanto alcuni corridoi sono di dimensioni già al disotto del metro (circa 70 cm), oppure ad esempio la consumazione dei pasti avviene in locali angusti dove per forza bisogna stare a toccarsi tra membri dell’equipaggio. Le condotte dell’aria delle navi - insiete il sindacalista - non sono mai state sanificate e pertanto pericolo di diffusione di batteri. La vita quotidiana di bordo nonostante le intenzioni di precauzionarsi, nello svolgimento del servizio per forza ci ravvicina non rispettando le distanze interpersonali previste. La mia sensazione è che tutte le misure che stanno prendendo gli armatori siano finalizzate a contenere solo le loro perdite, dai bar che restano aperti nelle navi di classe A di Catonte&Tourist alla riduzione delle tabelle con conseguente sbarco del personale. Mi chiedo - conclude Intravaia, e la domanda si legge anche nella nota al governatore - se ricevono sempre gli stessi contributi e a chi spetta l'onere di forntire dispositivi di sicurezza per i lavoratori”.

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