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Cronaca

Appeso a un filo il destino di Nemo Sud, una petizione e una manifestazione per salvare il centro

In poche ore sono migliaia le firme sulla piattaforma Change.org. Soltanto la Regione potrebbe mettere la parola fine sulla questione ma l'ago della bilancia è la conversione del Policlinico in Irccs. La posizione di Picciolo e dell'Ugl. La Uil venerdì in sit-in davanti alla Prefettura

Una petizione su Change.org per salvare il Centro Clinico "Nemo Sud" che il 30 giugno potrebbe chiudere i battenti ad abbandonare il nosocomio di Gazzi senza una nuova sede, dopo la recessione della convenzione del 2017 fra la Fondazione "Aurora Onlus" e il Policlinico. In poche ore sono migliaia le firme per chiedere alla Regione un intervento risolutivo per un problema che nasce di pari passo con l'emergenza pandemica e che si scontra, adesso, con le ambizioni del Policlinico deciso a diventare Irccs e con l'intento della Regione di tagliare i fondi al Papardo. E per venerdì 25 giugno la Uil ha organizzato alla Passeggiata a mare un sit-in alle 10.30. 

Dopo una prima riduzione degli spazi del Nemo Sud, durante l'ondata pandemica di marzo 2020, il secondo colpo di grazia arriva fra dicembre e febbraio 2021, quando, insieme al secondo trasloco del Centro dal padiglione B al padiglione H, il rettore Salvatore Cuzzocrea propone una nuova convenzione. La Fondazione Aurora, già decisa a dare un ultimatum al Policlinico in assenza di certezze riguardo la possibilità di tornare a essere operativa secondo gli standard pre pandemici, riceve una convenzione contestata dalla fondazione stessa perché priva della trattazione economica e con la presenza di un terzo ente nell'accordo, cioè l'Ateneo messinese. 

Mentre il primo accordo era tra tra Nemo e Policlinico, il rettore allargava le parti in gioco inserendo anche l'Università. Ne conseguiva un ingresso non da poco che lasciava presagire la scelta del personale del Nemo da parte del rettore stesso affluendo eventualmente anche dai reparti di neuroscienze e di cardiologia dell'Ateneo provenienti dai padiglioni candidati dal Policlinico a diventare Irccs. L'ago della bilancia è stato il ritorno di Ruggero Razza all'assessorato regionale alla Sanità che ha messo in standby la questione.

Mentre l'Irccs Neurolesi ha dato la disponibilità ad ospitare Nemo per mettere in crisi il piano espansionistico del Policlinico, anche il Papardo, dove il Centro Nemo Sud aveva chiesto di essere trasferito, sarebbe coinvolto soprattutto dopo i tagli che penalizzerebbero il reparto di cardiologia del nosocomio di Sperone. Intanto la Regione prende ancora tempo, divisa fra due fuochi: Cuzzocrea da una parte, Bramanti dall'altra. In gioco c'è il destino di 5 mila pazienti del sud Italia afferenti alle cure del NeMo Sud e quello dei 55 lavoratori della Fondazione. A intervenire sulla questione il deputato Pietro Navarra e il segretario del Pd Franco De Domenico che hanno lanciato l'allarme. Oggi diverse le voci di mobilitazione per dar voce al problema. 

Beppe Picciolo: "Assicurare la continuità del servizio" 

“Sono certo che sulla paventata chiusura del Centro Nemo di Messina finirà come una tempesta in un bicchiere d'acqua”. Ha affermato il segreteria regionale di Sicilia Futura Beppe Picciolo che resta come sempre ottimista e ribadisce che “nessun uomo o donna di buon senso può pensare, anche per un solo attimo, che esista una strategia “politica” mirata a distruggere una realtà che ha sempre ben operato in favore di pazienti fragili e gravemente malati. L'ex deputato regionale, che oggi esprime all'Ars un corposo gruppo parlamentare, resta comunque in campana e continua a porsi domande sulla “natura” di questo reality e sul perché solo in Sicilia si possono scatenare rancori o invidie contro chi ha sempre operato ad un livello altissimo e dando prova che la buona sanità esiste.

“Continuo a credere – ha sottolineato Picciolo – che il Governo regionale ed il Presidente Musumeci, che peraltro si è già espresso in tal senso, sapranno portare avanti il percorso di “Sperimentazione Gestionale” in tempi contingentati anche perché , per legge, rappresenta una delle poche garanzie di massima trasparenza per rintracciare sul mercato quei partners di livello nazionale (quale Nemo) e si continui, così, ad assistere i nostri malati avvalendosi delle professionalità formate negli anni. Non vedo altre soluzioni tecniche serie – ha sottolienato l'esponente di Sicilia Futura – e credo che i tempi per garantire una ripartenza del centro di eccellenza a Messina, affidandolo in quota all'IRCSS (che è l'azienda di riferimento regionale del settore terapeutico/riabilitativo) saranno secondo normativa estremamente rapidi”.

Infine un monito di Picciolo a quanti “dovessero solo pensare di fare i furbetti o ancor peggio speculare o creare ostacoli inesistenti. Questi soggetti verranno immediatamente smascherati perché, garantisco personalmente, non saranno i soggetti fragili e le vere eccellenze nel campo della sanità a soccombere alle vecchie logiche clientelari”.

L'Ugl Salute Messina: "Pagano ancora una volta i malati e i lavoratori" 

"L’UGL Sanità di Messina trova incomprensibile che ancora una volta a pagare siano i malati, le loro famiglie e i lavoratori. Infatti ben 55 operatori tra medici e personale sanitario rischiano di andare a casa, nonostante il grande know how sviluppato in questi 8 anni, questo se entro il 30 giugno non si trovi una soluzione!!!. In un momento di grave crisi sociale ed economica troviamo tutto questo assurdo", scrive in una nota il sindacato. 

"E’ altrettanto incomprensibile che chi ha accolto il Centro Nemo presso i propri locali, non abbia fatto nulla in questi anni per metterlo a sistema e garantirne la continuità gestionale e clinica. In Italia sono attivi o sono sul punto di essere attivati 8 Centro Nemo, quasi tutte presso strutture pubbliche come ad esempio a Milano al Niguarda o a Napoli all’Ospedale Monaldi, o a Trento, e in tutti i casi sono state trovate tutte le soluzioni necessarie con il coinvolgimento diretto delle Regioni, mentre a Messina ciò non sembra essere possibile", proseguono. 

"Immaginare la nascita di un reparto dall’unione di due eccellenze siciliane e messinesi come l’IRCCS Bonino Pulejo e il Centro Nemo dovrebbe trovare il massimo supporto ed impegno da parte di tutte le parti sociali e delle politica, ma le voci che si sono alzate a difesa di questa o di ipotesi alternative sono sorprendentemente poche. Dopo le tante passerelle, all’improvviso sembra essere calato il silenzio e sono pochi coloro che hanno davvero a cuore le sorti del Centro Nemo", aggiungono. 

"Pertanto se questa è realmente la soluzione individuata dal Presidente della Regione Musumeci, (IRCCS Bonino Pulejo- Centro Nemo) l’UGL Sanità Messina se ne fa promotore e sostenitore, sempre nel pieno rispetto dei principi della trasparenza e legalità che devono comunque contraddistinguere l’azione della pubblica amministrazione", spiegano. 

"Se i problemi sono legati a situazioni gestionali del passato, l’invito è che venga fatta chiarezza ed accertate le eventuali responsabilità. Ma questo non deve ricadere sulla continuità all’assistenza sanitaria per i malati né essere una giustificazione per non fare o lasciare in sospeso il problema! I pazienti non possono attendere i tempi della burocrazia, non possono attendere i tempi della politica o quella delle beghe di bottega! chi ha il dovere e l’obbligo di trovare una soluzione urgente, intervenga in fretta per evitare che a pagare siano 5.000 pazienti e le loro famiglie, che nell’ultimo anno e mezzo hanno già sofferto abbastanza, evitando una nuova emergenza sociale e sanitaria e che 55 lavoratori non si ritrovino senza lavoro.  Il tempo stringe, il 30 giugno il rischio reale è che finisca tutto", concludono. 

"Salviamo il Centro Nemo": il sit in della Uil 

“Salviamo il Centro Nemo di Messina, è questo lo slogan che accompagnerà il sit-in organizzato dalla Uil che si terrà venerdì 25 giugno alle ore 10.30 presso la Passeggiata a mare (di fronte alla Prefettura). Infatti, il prossimo 30 giugno il Centro Nemo, a causa di precise responsabilità di ben determinati soggetti istituzionali, rischia la chiusura definitiva. Si tratta di un evento che bisogna contrastare ed evitare a tutti costi poiché le conseguenze sociali e sanitarie sarebbero letteralmente tragiche: oltre 5.000 pazienti affetti da malattie neuromuscolari (Sla, Sma, distrofie, ecc.) perderebbero l’indispensabile assistenza e circa 55 lavoratori, fra l’altro dotati di enorme e riconosciuta professionalità, resteranno senza posto di lavoro. L’aspetto oltremodo inaccettabile di questa vicenda è rappresentato dal voltafaccia del Presidente della Regione Musumeci, il quale prima aveva pubblicamente dichiarato di avere trovato una soluzione alla problematica del Centro Nemo e successivamente non ha prodotto alcun atto concreto per un’effettiva realizzazione. Insomma, un pasticcio inaccettabile che tocca la carne viva di migliaia di famiglie di pazienti fragilissimi e di decine di lavoratori. Reputiamo assolutamente ingiusto ed inaccettabile giocare cinicamente con le sofferenze delle persone” lo hanno dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Fpl.

“In queste ore stiamo assistendo ad una commovente gara di solidarietà dei cittadini nei confronti dei lavoratori e dei pazienti del Centro Nemo e ad una fortissima indignazione per l’atteggiamento della Regione e del presidente Musumeci. I social stanno esplodendo e i commenti a sostegno del Centro Nemo aumentano a dismisura. Un dato per tutti: una petizione on-line lanciata sulla piattaforma change.org ha già raccolto, in meno di 18 ore dal suo lancio, quasi 4.000 firme. Vi è, quindi, enorme sconcerto per quanto sta accadendo. Contestualmente assistiamo all’assordante e complice silenzio di importanti soggetti istituzionali, solitamente molto loquaci, i quali, evidentemente, non hanno assolutamente a cuore le sorti del Centro Nemo di Messina. Pertanto, invitiamo tutti cittadini che desiderano concretare manifestare la vicinanza al Centro Nemo e ai suoi lavoratori a partecipare al sit-in di venerdì 25. Auspichiamo, altresì, che alla manifestazione partecipino tutti gli esponenti politici ed istituzionali che intendono spendersi per salvare il Centro Nemo e che intendano essere parte attiva in questa battaglia di giustizia per garantire il diritto alle cure e alla salute per migliaia di malati siciliani e calabresi. E’ del tutto ovvio che non ci fermeremo e, a scanso di equivoci, la Uil proseguirà, senza sosta, questa vertenza finalizzata a scongiurare la nefasta chiusura del Centro Nemo di Messina” hanno così concluso Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Fpl.

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