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Cronaca

L'omicidio Alfano resta un mistero per la giustizia, De Luca: "Commissione antimafia pronta ad aprire un'inchiesta"

Dopo la richiesta di archiviazione sulla morte del giornalista barcellonese, il deputato del M5Stelle valuta approfondimenti: “L'ennesimo caso di Messina che non si riesce a chiarire per infiltrazioni di parti deviate”

Dopo la terza richiesta di archiviazione forse non si arriverà a una verità giudiziaria sull'omicidio di Beppe Alfano. Ma in commissione Antimafia c'è la volontà di andare avanti, di vederci chiaro su un mistero lungo 26 anni. 

Antonio De Luca-2Ieri la Procura ha chiesto, infatti, l'archiviazione del cosidetto "Alfano ter", il troncone d'indagini partito dalla Direzione investigativa antimafia di Messina.  Un atto formalizzato dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e controfirmato dal procuratore Maurizio De Lucia. Il fascicolo riguarda le posizioni di Stefano Genovese e Basilio Condipodero, secondo l'accusa colpevoli dei reati di omicidio aggravato e porto e detenzione illegale di armi. Le indagini erano partite in seguito alle dichiarazioni che il pentito Carmelo D'amico, ex boss barcellonese, rese nel 2015. 

Dal binario parallelo della commissione Antimafia però potrebbero arrivare nuovi risvolti.  Lo annuncia il membro dell'organo consiliare Antonio De Luca (nella foto). "E' una storia che merita un appronfondimento - spiega il deputato 5 Stelle - anche  tramite l'apertura di un'inchiesta da parte nostra così come accaduto con il caso Borsellino".

"Non posso entrare nel merito delle decisioni della Procura - precisa De Luca- attendiamo e scopriremo se ci sono elementi utili a sostenere l'accusa. Auspico che venga fuori la verità in una storia torbida. E' l'ennesimo caso messinese di cui non si riesce a venire a capo anche per infiltrazioni di parti deviate. Fa bene la famiglia Alfano ad insistere".

Toccherà adesso al giudice per le indagini preliminari pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione. Ma tutto potrebbe arenarsi. Finora si è arrivati a una sola condanna: i 30 anni di carcere inflitti a Giuseppe Gullotti, riconosciuto essere il mandante del delitto. 


 

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