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Cronaca

Chiusura Uci cinema, otto lavoratori in bilico. Uilcom: "Nessuna garanzia su assunzioni né cassa integrazione"

Per i dipendenti della multisala nessuna certezza di essere assunti dalla nuova società che avrà in gestione il cinema di Tremestieri. Il rischio è che con la chiusura delle sale prevista dal Dpcm i precari non percepiranno nemmeno la cassa integrazione covid

Una ingarbugliata trafila burocratica per il passaggio di consegne della Multisala Uci di Tremestieri alla società di Milazzo "The Screen Cinemas" resa ancora più difficile dalla condizione di emergenza sanitaria per cui tutti i cinema sono stati chiusi. Già dal 30 giugno la procedura di chiusura del molosso di Tremestieri aveva avviato il confronto fra Giuseppe Fazzi, segretario generale provinciale di Messina della Uilcom Uil, e la Xenon Servizi srl, la nuova società che prenderà in gestione la multisala garantendo il passaggio dei lavoratori al nuovo gestore garantendo innanzitutto la cassa integrazione per i nove lavoratori messinesi. 

"In quell’incontro in video conferenza on line, alla presenza anche dell’ANEC (associazioni Datori di Lavoro Cinema) non si riesce ad esperire la consultazione sindacale per problemi legali tra UCI Italia e Xenon servizi. - si legge in una nota - E, quindi, il 28 luglio 2020 Xenon Servizi interrompe la procedura di consultazione a data da destinarsi, al fine di chiarire gli aspetti legali ed economici di riconsegna del multisala di Messina. Questa O.S. ha chiesto ed ottenuto che Uci mettesse, nel frattempo, in cassa integrazione Covid i 9 lavoratori di Messina, in attesa dei loro chiarimenti economici e legali". 

Tuttavia, dopo la chiusura effettiva del cinema, il 30 ottobre, arriva il passo indietro della nuova società che "non intende prendere i lavoratori in carico, nonostante le norme di legge, in quanto sostiene che al momento i cinema sono chiusi, non considerando che nel contesto Covid i lavoratori possono essere messi in FIS dalla data del 31 ottobre 2020, che è l’effettivo passaggio del multisala. - prosegue la nota - Ciò nondimeno, questa O.S. il 2 novembre 2020, invia una pec in cui richiede la ripresa dell’esame congiunto, previsto a norma di legge, interrotto da Xenon a luglio scorso, e chiede di prendere visione del verbale sottoscritto da UCI e Xenon sulla retrocessione ramo d’azienda per il multisala e i lavoratori di Messina a garanzia dell’occupazione". 

"In assenza di risposte si è, anche, recentemente, richiesto l’intervento dell’Ispettorato del lavoro e del Centro per l’Impiego di Messina, istituzione deputate al rispetto delle regole nella salvaguardia occupazionale. - prosegue Fazzi - La Uilcom ribadisce che non ha alcun pregiudizio nei confronti di alcuno (né di UCI, né di Xenon) punta solo alla salvaguardia occupazionale di questi lavoratori nella città di Messina appesi ad un filo, in particolare degli 8 lavoratori (non più 9 perché nel frattempo che i chiarimenti anzidetti avvenissero, un lavoratore è deceduto) altamente specializzati con una media di 15 anni di servizio alle spalle". 

I nuovi dpcm hanno intanto chiuso nuovamente le sale cinematografiche, predisponendo però la possibilità per il datore di lavoro di prolungare la cassa integrazione al 31 marzo 2021, ma le cose non sono andate così per gli ex dipendenti dell'Uci. "I lavoratori dell’Intero settore cinematografico ad oggi hanno avuto la possibilità di essere messo in cassa integrazione per l’emergenza Covid, fino a Gennaio 2021, e con la nuova finanziaria a costo zero per il datore di lavoro, la cassa integrazione Covid verrà prorogata al 31 Marzo 2021 con il divieto di licenziamento. - conclude Fazzi - Dall’altro lato, i datori di lavoro Cinema hanno avuto svariate decine di miglia di euro a fondo perduto dallo Stato. E’, pertanto, incomprensibile la criticità occupazionale a cui sono sottoposti questi lavoratori del multisala di Tremestieri, nonostante le garanzie di legge e i supporti economici dello Stato, sia per i lavoratori, che per i datori di lavoro. La Uilcom UIL Messina chiede un intervento urgente alle Istituzioni e al mondo politico per evitare che in tempo di covid, nonostante le garanzie citate, ci sia l’ennesimo scempio nei confronti del lavoro di questa città. Questa O.S. promette che farà quanto legalmente possibile per garantire l’occupazione di questi lavoratori, ma anche per chiedere il risarcimento del danno economico che ad oggi subiscono questi lavoratori, non essendo più in cassa integrazione dal 31 ottobre 2020, né essendo licenziati, come appesi ad un filo, sospesi nel vuoto". 

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