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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Cronaca

Cittadella sportiva, Cus unime incassa un primo risultato: il Tribunale accoglie la richiesta di omologazione del concordato

Nonostante l’opposizione alla stessa promossa dall’ex rettore dell’Università, il giudice della seconda sezione civile dispone diversamente anche perché non si sono rilevate "condotte negligenti". Micali: “Ora si auspica un definizione bonaria dell’intera vicenda"

Il Cus Unime incassa un primo risultato rispetto alla gestione dei debiti. Nonostante l'opposizione dell'allora rettore dell'Università di Messina, la seconda sezione civile - su decisione del giudice Daniele Carlo Madia - con decreto del 10 novembre, ha accolto la richiesta di omologazione del concordato presentata dall’Asd CUS Unime nella persona del suo legale rappresentante Nino Micali.

Secondo Salvatore Cuzzocrea che “liquidò” tra le polemiche il Cus Unime – in piena pandemia - per gestire in house lo sport universitario con la costituzione della Ssd presieduta oggi dalla campionessa olimpica Silvia Bosurgi, il Cus non aveva diritto a rivendicare i propri crediti (per lo più relativi a somme corrisposte dal Ministero a rimborso di talune spese effettuate dall’Asd ma sino ad oggi trattenute dall’Università) né la legittimazione dell’assemblea dell’Asd e dello stesso Nino Micali, quale legale rappresentante e titolato a presentare la richiesta di omologazione che altro non è che la verifica e il controllo sulla legalità e l’idoneità dei termini di separazione definite dalle parti.

Il giudice invece ha ritenuto il contrario e riconosce anche che non sono emerse "condizioni ostative anche quanto al requisito della meritevolezza in merito all’assunzione delle obbligazioni, non rilevandosi (ne? essendo state dedotte) condotte negligenti contrarie alla buona fede”.

“Anche alla luce di tale provvedimento - scrive Nino Micali - si auspica un definizione bonaria dell’intera vicenda che consenta a noi di recuperare i nostri crediti e dunque anche di ottemperare ai pagamenti che dobbiamo effettuare”.

L’Ateneo aveva messo fine alla convezione con il Cus nel 2020 approvando contestualmente la proposta di costituzione di una società interamente partecipata dall’Ateneo per la gestione degli impianti sportivi della cittadella universitaria. La decisione era stata assunta all’unanimità dal Cda con le finalità di potenziare, entro una nuova cornice di gestione amministrativa,  i servizi offerti  agli studenti, alla comunità accademica, alla città e a supporto del Corso di laurea in Scienze motorie.

Il progetto per la nuova partecipata - illustrato dal dirigente dell’Università Carmelo Trommino, rimasto “fuori” dalla gestione delle attività sportive con il passaggio della gestione degli impianti della Cittadella da Unime sport a Cus Unime nel 2013 – ha scatenato una serie di reazioni anche perché la revoca della convenzione faceva leva sui presunti debiti maturati dal Cus che però il Cus stesso contestava. 

Ora sul contezioso si riapre dunque la partita, mentre la gestione degli impianti universitari affidati alla Ssd entra anche nella campagna elettorale dei candidati al rettorato dopo le dimissioni per lo scandalo dei rimborsi milionari dell’ormai ex magnifico Salvatore Cuzzocrea.

L’unico che ha manifestato contrarietà alla gestione in house è l’economista Michele Limosani certo della necessità di dover tornare ad una gestione “tradizionale” così come prevista con il Cus Unime e così come funziona nella quasi totalità delle università italiane anche alla luce della nascita, quest’anno, della Federazione italiana dello sport universitario, Federcusi, che prende il posto del vecchio Cusi. E anche perché la gestione in house non ha dato fino ad oggi i risultati previsti. Gli altri due candidati al rettorato, Giovanna Spatari e Giovanni Moschella, hanno attribuito le difficoltà ad una fase di rodaggio ma dai conti della società emergono ben altre criticità. Di recente si è dimesso anche il revisore del conti Giuseppe Cardile, ex direttore generale dell’Università degli studi di Messina. Lo ha motivato con questioni personali ma sulla vicenda restano aperti diversi interrogativi. Ad esempio il cambio dei termini convenzionali a maggio 2023 con cui sono state modificate le procedure di rimborso spese che la Ssd era tenuta a versare all’Università in merito alle utenze e al pagamento dei tributi.

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