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Cronaca

Coronavirus, l'indice Rt scende sotto 1 ma la Sicilia resta arancione

L'Isola dovrà attendere almeno fino al 17 maggio prima di passare in zona gialla. In base al decreto del marzo 2020, infatti, è necessario riconfermare questo valore per due settimane di fila

Anche se dopo 10 settimane l'indice rt scende sotto 1 (0.89) e il rischio diventa da moderato a basso, l'Isola dovrà attendere almeno fino al 17 maggio prima di passare in zona gialla. In base al decreto del marzo 2020, infatti, è necessario riconfermare questo valore per due settimane di fila. Dunque l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza lascerà l'arancione per la Sicilia. Nonostante una riduzione del 17% dei nuovi casi settimanali. Secondo il report del ministero della Salute in Sicilia nella settimana considerata sono stati registrati 5.973 casi, la riduzione dei casi è stata del 17,1 per cento in una settimana e del 20,4 per cento considerando 14 giorni. I nuovi focolai sono stati 785, in diminuzione rispetto alla settimana prima, mentre i casi non riconducibili a catene di contagio note sono stati 2.717. L'occupazione dei reparti di terapia intensiva da parte dei malati Covid è al 19% (la soglia critica è del 30), mentre quella dei reparti ordinari del 30% (la soglia critica è il 40 per cento). Anche il tasso di positività (ovvero il numero di positivi rispetto ai tamponi molecolari eseguiti è sceso dal 13 all'11,3 per cento).

A Messina contro il mantenimento del colore arancione per la Sicilia si è tenuto un incontro in prefettura tra il prefetto, Cosima di Stani, e  il presidente di Fipe-Confcommercio Carmelo Picciotto. Al centro le preoccupazioni per il clima di forte tensione e malcontento dopo la decisione da parte del ministro Speranza di mantenere la Sicilia in zona arancione fino al prossimo lunedì. "Decisione dalle pesanti ripercussioni nella città di Messina - secondo Confcommercio Fipe -oggi tra le meno colpite dal contagio e nella quale ha giocato un ruolo chiave il forte senso di responsabilità dei ristoratori e dei pubblici esercenti che hanno sempre mantenuto comportamenti virtuosi". La decisione sarebbe stata dettata da un rallentamento nelle vaccinazioni che renderebbe, secondo quanto diffuso dalla stampa nazionale, il quadro regionale più esposto al rischio contagio. Un aspetto quest'ultimo sul quale è intervenuto anche il Prefetto al quale il presidente Picciotto ha manifestato la volontà di Fipe-Confcommercio di mettere a disposizione la propria sede per la vaccinazione dei propri associati oltre alla disponibilità a continuare a farsi promotore di una ulteriore campagna di sensibilizzazione a sostegno della vaccinazione nel settore dei pubblici esercizi. Nel corso del cordiale incontro Fipe Confcommercio ha anche chiesto una data certa per la riapertura e l'istituzione di un tavolo tecnico permanente per la fuoriuscita dall'emergenza e la ripartenza di tutto il comparto della ristorazione e dei pubblici esercizi. 

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