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Cronaca

“Ripartiamo dai borghi per il dopo emergenza”, la proposta del Comitato Vallata di Mili

Il presidente Maressa invoca progetti di riqualificazione per i quattro villaggi lasciati fuori da “ogni prospettiva di sviluppo e che soffrono per lo spopolamento”

Riqualificare i borghi per renderli attrattivi per il dopo-emergenza: è la proposta che i cittadini riuniti nel Comitato Vallata di Mili – Messina Sud rivolgono alle Istituzioni prendendo spunto da quella lanciata in ambito nazionale nei giorni scorsi dagli architetti Stefano Boeri e Massimiliano Fuksas e seguita dagli interventi di Anna Laura Orrico, sottosegretaria del Mibact con delega ai rapporti con Regioni ed Enti locali e dei rappresentanti delle associazioni che raccolgono i borghi storici italiani.

Sono quattro i borghi della vallata di Mili, uno marinaro – Mili Marina – e tre collinari, di impianto medievale – Mili S. Pietro, Mili S. Marco, Tipoldo per i quali non è stata mai disegnata una prospettiva di sviluppo e che soffrono per lo spopolamento e le condizioni, spesso difficili, di vivibilità. Ripartire dai piccoli borghi può essere un modo efficace per sostenere la ripresa del territorio, messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus e che ha bisogno di progettare il proprio futuro. «Vogliamo riscattarci dalla marginalità in cui siamo stati relegati negli ultimi decenni», afferma il presidente, Salvatore Maressa. «Le emergenze del territorio da attenzionare sono tante, prima tra tutte quella idrogeologica, e meritano la massima attenzione e una veloce risoluzione. Bisogna però aprire una nuova prospettiva, che guardi allo sviluppo socioeconomico dei nostri territori, come stanno già facendo da tempo e in particolare in questa fase difficile molti altri piccoli centri. I borghi di Mili vogliono essere protagonisti della ripresa valorizzando ciascuno le proprie specificità. Bisogna pensare a interventi per migliorare la vivibilità per gli abitanti e accrescere l’attrattività per turisti e visitatori».

Ma i borghi di Mili, come tutti quelli del Comune di Messina, sono stati finora lasciati fuori dalla platea di partecipanti ai bandi per la riqualificazione a valere sui fondi europei in quanto ricadenti all’interno di un’area urbana. Su questo interviene ancora Maressa: «Chiediamo alla deputazione messinese alla Regione un intervento legislativo per equiparare i casali di Messina agli altri piccoli borghi dell’Isola, come si è fatto in passato per i bandi del settore agricolo, e permettere anche al Comune di Messina di partecipare ai bandi regionali». Non vaghe rivendicazioni, ma proposte concrete quelle che vengono dal Comitato: «Si metta mano a quello che tutti i Comuni della provincia hanno già fatto per dare un aspetto decoroso e servizi adeguati ai loro centri storici», continua Pippo Blanca, vicepresidente del Comitato, «cominciando dalle strade interne dei centri, finora pavimentate con cemento o, peggio ancora, asfalto per restituire loro un aspetto caratteristico e realizzando quei sottoservizi, come la rete di raccolta delle acque piovane, che mancano».

Tante sono anche le carenze nei servizi, come lo spazzamento e la scerbatura delle strade, e le problematiche delle vie di comunicazione: «Ci attendiamo che si sblocchi la situazione della SP 38, dove sono stati annunciati finanziamenti per alcuni interventi ed è necessario che si proceda alla rimozione della frana del 2010 ed al totale rifacimento del manto stradale, ridotto in pessime condizioni».

Si unisce alla voce dei rappresentanti del Comitato anche quella di Sebastiano Busà del gruppo del Centro Turistico Giovanile di Mili S. Pietro, associazione che da decenni si occupa di valorizzazione e tutela del territorio: «Nella vallata di Mili si può passeggiare per le vie di tre graziosi centri storici di origine medievale, abbiamo una rete di strade e di sentieri rurali che si prestano all’escursionismo, troviamo un bel borgo di cultura marinara e tante preziose testimonianze storiche, artistiche e architettoniche. Secondo le previsioni degli esperti del settore il turismo diventerà sempre più un fenomeno di prossimità e potrà essere trainante per la ripresa. I borghi di Mili non possono perdere questa occasione».

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