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Cronaca Camaro / Via Gerobino Pilli

Anche famiglie della media borghesia tra i nuovi poveri, la pesante eredità della pandemia

Siamo stati in fila al Centro di Camaro superiore della Comunità Sant'Egidio che da settembre 2020 a oggi ha visto crescere le richieste di aiuti alimentari. Ad attendere il proprio turno per portare a casa qualcosa da mangiare anche insospettabili accanto ai bisognosi storici

Latte, formaggio, marmellata, succhi, pasta, olio. Molti vogliono pannolini perché costano molto e finiscono subito. La busta è per tutti uguale, già pronta da ore. E alla porta si presentano in tanti di sabato alle 8 in via Gerobino Pilli in quello che una volta era il deposito di un supermercato confiscato alla criminalità organizzata e ceduto alla comunità di Sant'Egidio che accoglie poveri e nuovi poveri, anche coloro che fino a pochi mesi fa sceglievano tranquillamente i prodotti nei Centri commerciali. C'è lo studente universitario che andava avanti con lavoretti saltuari ma son finiti pure quelli e non sa come fare, il professionista con famiglia che non ha più entrate fisse, il licenziato, il nonno accompagnato dal nipote, e il papà che un lavoro ce l'ha ma che a causa della separazione della figlia si è ritrovato in casa un'altra famiglia da sfamare oltre la sua e che tutto immagineresti tranne ritrovarlo a chiedere la spesa. Tutti precari in un mondo del lavoro stravolto da coronavirus e crisi economica. Che chiedono la spesa. 

 Il Centro è intitolato a Floribert Bwana-Chui, un giovane della Comunità di Sant’Egidio, ucciso a 26 anni per aver rifiutato di far passare una partita di riso avariato alla dogana del Congo dove lavorava come direttore. C'è chi da anni fa parte del migliaio di famiglie a bassissimo reddito e chi ha perso da mesi il lavoro e non riesce oggi a pagare le bollette. Stanno in attesa con il bigliettino e l'orario di ingresso in un'organizzazione scandinava prima della misurazione della temperatura per evitare contagi covid. La prima è una donna cingalese, ha figli piccoli e con la busta della spesa chiede se ci siano a disposizione pannolini per i figli: la risposta è sì. Prossimo appuntamento il 10 aprile. Entra un uomo, per lui ci sono due buste perché il nucleo familiare è composto da più di 4 persone. E' di nazionalità cinese: "A volte faccio il badante o le pulizie in casa ma i soldi non bastano" - dice a Pietro Giglio che gestisce con gli altri volontari il servizio tra la pratica della consegna e il controllo al pc sulle informazioni personali dell'utente. Pochi minuti a disposizione a testa per evitare che la fila si ingrossi. Le storie sono le più disperate e disparate. "Sono stata operata da pochi mesi di tumore - parla una donna appena seduta accompagnata dalla sorella - in famiglia entrano pochissimi soldi e i problemi di salute hanno peggiorato la nostra situazione".

Aiuti alimentari, come si svolge il servizio

Pietro ricorda a tutti, anche a chi non ha un bassissimo Isee o usufruisce del reddito di cittadinanza che si ha ugualmente diritto alla family card del Comune, magari si prenderà poco ma è pur sempre qualcosa. "Non ho presentata domanda - dice una donna - per paura che me la bocciassero e mi denunciassero". Tantissimi non si sono rivolti al sostegno economico locale senza una motivazione plausibile. Fuori aspetta il suo turno Biagio con il fratello, pochi soldi e poco lavoro. "Se non ci fossero loro ad aiutarci...". Nessuno si vuole esporre pubblicamente con il cognome a raccontare i disagi di ogni giorno. Una ragazza: "Qui mi conoscono tutti, lasciatemi perdere". Nel 2020 il migliaio di famiglie servito dalla comunità di Sant'Egidio è salito a 1.300 nel settembre scorso. "A tutti abbiamo comunque fornito la spesa seppur non rientrano tra gli iscritti costanti" - risponde Pietro. A metà mattinata si intravedono i nuovi poveri. All'ingresso il responsabile della Comunità Andrea Nucita si avvicina a Francesco che si sente solo quando non ci sono gli assistenti sociali e che ci guarda impaurito. Mentre aspetta il suo turno in fila in un sabato mattina soleggiato per lo shopping e che per molti vuol dire soltanto portare a casa qualcosa da mangiare. 

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