Comunità terapeutica per minori anche a Messina, Razza dice no al Garante
Fumata nera in commissione salute all’Ars dove Costantino ha rappresentato il disagio di tanti ragazzi collocati lontani dalle famiglie e dai servizi che li hanno avuti in cura. Solo due i Cta in Sicilia. “Sono dispiaciuto ed amareggiato perché non siamo riusciti a dare risposte ai minori con disagio psichico e alle loro famiglie”
Fumata nera in commissione salute all’Ars per una comunità terapeutica per minori a Messina.
Le speranze e le aspettative del Garante per l’infanzia di Messina Fabio Costantino, sono state deluse dal secco niet dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza. In Sicilia sono solo due i centri che accolgono i minori con disagio psichico, un disagio cresciuto nell’ultimo anno di pandemia e che costringe a collocare i ragazzi siciliano fuori dalla Regione, lontani dalle famiglie e dai servizi che li hanno avuti in cura.
“Con la commissione di oggi si chiudono due anni di intenso lavoro. Sono dispiaciuto ed amareggiato perché non siamo riusciti a dare risposte ai minori con disagio psichico e alle loro famiglie – spiega Costantino dopo l’audizione in commissione - La chiusura dell’assessore Razza ad ogni possibile autorizzazione di una CTA a Messina, seppur motivata da ragioni economiche e da vincoli legislativi, mi lascia senza parole”.
Il Garante aveva sollecitato l’incontro per riferire la grave situazione che molte famiglie e minori vivono ogni giorno e per sensibilizzare la deputazione. L’ipotesi era autorizzare un centro a Messina dove sia il consiglio comunale che l’amministrazione si erano espresso favorevolmente all’apertura di una struttura con le caratteristiche previste e dando la disponibilità ad assegnare un immobile da destinare a questo servizio.
“Si potevano trovare soluzioni alternative di fronte gli ostacoli burocratici posti dall’assessore Razza - spiega Costantino - ma purtroppo su questo punto il governo regionale è stato sordo. Non demordo per il raggiungimento di questo obiettivo seppur sono consapevole che la strada da oggi è tutta in salita. Questa è una battaglia di giustizia – conclude - umanità e solidarietà; non si possono lasciare da soli le famiglie ed i ragazzi fragili”.