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Cronaca

Legge sul demanio marittimo, Legambiente riaccende lo scontro contro l'apertura a nuove licenze

Presentata una memoria al Consiglio dei Ministri ed alla Commissione Europea per chiedere l'impugnativa della legge regionale approvata dall'Ars a dicembre 2020. “Si rischiano così gravi alterazioni”

Legambiente Sicilia ha presentato una memoria al Consiglio dei Ministri ed alla Commissione Europea per chiedere l'impugnativa della legge regionale approvata dall'Ars a dicembre 2020 che prevede il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime in attesa dell'approvazione dei Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo da parte della Regione e dando valenza alle semplici proposte di piano presentate dai Comuni ancora non approvate e non valutate positivamente a fini ambientali o paesaggistici. 

"Si rischiano così gravi alterazioni ambientali - sottolinea l'associazione - in quanto i piani proposti dai Comuni, ed ancora non approvati definitivamente dalla Regione, possono contenere previsioni in contrasto con le norme di tutela ed essere profondamente modificati nella fase successiva di approvazione, ma nel frattempo tali previsioni sarebbero state realizzate con le concessioni rilasciate con la recente norma regionale che si contesta".

Legambiente chiede la moratoria delle nuove concessioni demaniali marittime in assenza dei Piani e il commissariamento di tutti i Comuni costieri che non hanno ancora adottato i Pudm.

La norma concede tempo fino alla fine dell'anno per chiedere la proroga automatica delle concessioni. C'è anche un'apertura alla possibilità di nuove licenze in riva al mare, anche in assenza di piani d'uso del demanio marittimo: la regola prevede che i privati possano chiedere nuove concessioni di sei anni. Per il presidente della IV commissione legislativa Ars Giusi Savarino, la proroga era auspicabile perché a causa del Covid, non tutti sono riusciti a presentare le istanze in tempo. “Questa norma – aveva dichiarato - è quanto mai opportuna e di buon senso, poiché l'iter per l'approvazione dei Pudm risulta farraginoso per i Comuni e potrebbe recare ulteriore danno ad un comparto, motore trainante della nostra economia, oggi in sofferenza".

Critico invece il Pd. I deputati Antonello Cracolici e Nello Dipasquale nel corso dell'esame del disegno di legge sul Demanio marittimo, avevano anche proposto un emendamento che prevedeva che almeno il 60% delle attuali 'zone di spiaggia libera' potessero rimanere tali, ma la presidenza lo ha dichiarato inammissibile.

“Si rischia una 'privatizzazione selvaggia' del demanio marittimo in Sicilia. Sappiamo bene che le attività legate ai lidi balneari rappresentano un importante volano per l'economia locale ma concedere nuove concessioni in aggiunta a quelle già esistenti, destinate ad occupare quella che fino ad oggi è stata 'spiaggia libera', significa togliere il diritto ai siciliani e ai turisti che 'non pagano un biglietto' di poter godere del nostro mare".

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