Gli affari del gruppo Romeo, otto condanne per l'operazione Beta 2
Al centro del processo, con rito abbreviato, la seconda tranche dell'inchiesta condotta dai sostituti procuratori della Dda Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, scaturita dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Biagio Grasso
Otto condanne, alcune pesanti. Con questa la sentenza si è concluso il processo abbreviato per l’operazione “Beta 2” sugli affari del gruppo Romeo condotta dalla procura. Condannato a 10 anni e 8 mesi Maurizio Romeo che è stato assolto per estorsione,
Condannati a 10 anni e 8 mesi anche Giuseppe La Scala, Antonino Lipari e Salvatore Lipari. Condannato a 4 anni e 8 mesi Vincenzo Romeo mentre ad 8 mesi è stato condannato Biagio Grasso, collaboratore di giustizia. Un anno e 600 di multa è stata la condanna per il funzionario comunale Salvatore Parlato. Infine Nunzio Laganà è stato condannato a un anno e 10 mesi. La sentenza è del gup Monica Marino.
Beta2, quattro assoluzioni con rito abbreviato
I pubblici ministeri Liliana Todaro e Fabrizio Monaco avevano chiesto condanne che oscillavano dai 12 ai 2 anni. L’inchiesta è la prosecuzione dell’operazione Beta del luglio 2017 che aveva puntato l’attenzione su una cellula criminale che si stava radicando in riva allo Stretto. La nuova tranche del 2018 è scaturita dalle dichiarazioni dell’imprenditore Biagio Grasso diventato collaboratore di giustizia. Dai suoi verbali sono emersi gli interessi del gruppo che stava provando ad entrare nell’affare della distribuzione dei farmaci e nella gestione del settore giochi. Nella seconda tranche i magistrati della direzione distrettuale antimafia contestano, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, traffico di influenze illecite, estorsione e turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso per agevolare l’attività del gruppo Romeo – Santapaola. Hanno difeso gli avvocati Nino Cacia, Salvatore Silvestro, Tracredi Traclò. Roberto Materia.
“Nel mese di maggio 2023 la Corte di Appello di Reggio Calabria, a seguito dell’annullamento della Corte di Cassazione, ha assolto Nunzio Laganà, Vincenzo Romeo e Biagio Grasso perché il fatto non sussiste”.
Articolo aggiornato il 12 settembre 2023