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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Criticità in Confcommercio, otto consiglieri rimettono il mandato

Chiesta istanza di commissariamento degli organi provinciali di Messina

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MessinaToday

”Noi” non siamo legati alla poltrona! Agiamo nell’esclusivo interesse di Confcommercio Messina, della città di Messina e delle loro Istituzioni. Per tali ragioni rimettiamo il nostro mandato nelle mani della Confederazione nazionale, confidando che sia la scelta giusta e necessaria per il bene della città, certi che la Confederazione, ormai a conoscenza di tutto, agisca in tempi stretti e faccia la sua parte in ossequio alle norme dello statuto nazionale. Rappresentiamo, e lo ribadiamo ancora una volta, non solo le uniche tre Categorie ancora esistenti in seno all’associazione, ma soprattutto la maggioranza del Consiglio Generale e quindi degli associati, poiché, a parte noi otto, i restanti consiglieri versano in situazioni documentate di conflitto di interesse, compreso il presidente Picciotto, e perciò decaduti di diritto.

Confermiamo pubblicamente quanto rappresentato nella nostra missiva indirizzata ai vertici del sistema regionale e nazionale di Confcommercio, ossia “ le forti criticità della gestione dell’Associazione di Messina, atteso che le opacità presenti rendono difficile il rapporto della stessa Confcommercio con il territorio e con il sistema delle imprese. Una gestione poco trasparente, che lascia da oltre un anno cadere nel vuoto ogni legittima richiesta di documenti, chiarimenti e regolare confronto con tutte le parti, che impedisce a Confcommercio Messina di essere il punto di riferimento dei settori imprenditoriali della Provincia e rappresentare un interlocutore serio e credibile delle stesse Istituzioni Pubbliche”. Oltre alla mancata presentazione dei rendiconti consuntivi e preventivi da oltre 3 anni, la mancata ricostituzione degli organi di maggiore garanzia per gli associati, il Collegio dei Sindaci Revisori e il Collegio dei Probiviri, la presenza del direttore di Enna che ha assunto le funzioni di quello di Messina senza un regolare Consiglio all’uopo convocato (condizione necessaria, a norma di statuto, per la nomina del direttore), la ormai accertata impossibilità del Consiglio Generale a svolgere i compiti e le funzioni attribuite dallo statuto hanno irrimediabilmente compromesso il normale funzionamento dell’associazione. Le recenti segnalazioni da parte di utenti e soci che, nel rivolgersi all’associazione, hanno riscontrato anomalie organizzative nell’attuale gestione amministrativa e contabile di quelle esigue attività che ancora la struttura di Messina continua a svolgere ma in modo del tutto eterodiretto, ci hanno convinti a fare un passo indietro. Infatti, questa eterodirezione, fulcro dell’attuale gestione e attuata con il consenso del presidente Picciotto insieme ai suoi picciottiani, sta, ogni giorno che passa, prendendo sempre di più i connotati di una svendita (manca solo il sigillo di un notaio) di Confcommercio Messina a personaggi esterni, che come risvolto avrà una pesante perdita che la città di Messina dovrà subire .

Stiamo, infatti, assistendo, grazie a questa pseudo direzione esterna, alla delegittimazione e alla estromissione delle categorie professionali legittimamente costituite e attive da anni in Confcommercio Messina, allo sfaldamento di ogni regola morale, alla palese e continua incoerenza e contraddizione tra il dire e il fare, tra l’essere e l’apparire di questi incauti soggetti che oggi comodamente occupano arbitrariamente stanze e ruoli in Confcommercio Messina.

“Insomma, sussistono tutte le condizioni per il commissariamento dell’associazione di Messina e l’avvio di una nuova sua fase”. Non vogliamo più proseguire a domandarci e domandare perché Confcommercio Messina sia stata consegnata ad Enna, perché Picciotto abbia deciso di agevolare la fusione dell’associazione di Messina alla sua omonima di una piccola provincia dell’entroterra siciliano, perché il Presidente di Messina insieme a quello di Enna ambiscano alla fusione delle Camere di commercio delle due città e agiscano affinchè questo accada. Non chiediamo più di ripristinare trasparenza e legalità a chi di trasparenza e legalità ha solo saputo riempirsi la bocca e le pagine di giornali sino a qualche giorno fa. A questo punto vogliamo dare a Confcommercio Messina l’opportunità di riprendere un nuovo corso e di riprenderlo con e per i messinesi, senza alcun altro scopo se non quello di far crescere il nostro territorio e le nostre imprese.

Lo dobbiamo ai tanti imprenditori onesti del nostro territorio, ai tanti che in queste ultime settimane ci hanno manifestato la loro stima e apprezzamento per la battaglia che stiamo combattendo nei loro interessi, che sperano insieme a noi di rifondare Confcommercio Messina e con i quali abbiamo già posto le basi per un nuovo percorso associativo basato su rispetto reciproco, democrazia e condivisione. Ecco le ragioni che ci hanno costretto a rimettere il nostro mandato nelle mani del Presidente nazionale e di chi ne fa le veci, chiedendo il commissariamento degli organi dell’associazione provinciale di Messina e l’intervento anche degli organi regionali di Confcommercio. Auspichiamo, pertanto, che i vertici della Confederazione e di Confcommercio Sicilia non rimangano sordi al nostro appello che mira alla rinascita di Confcommercio Messina con solide fondamenta di legalità, condizione imprescindibile per ridare credibilità all’intero sistema associativo e diventare motore di sviluppo e crescita socioeconomica e culturale della nostro territorio. Infine, i sottoscritti Consiglieri colgono l’occasione per informare la stampa che sarà indetta a breve una conferenza stampa per rendere noti, alla città e a tutti gli imprenditori soci di Confcommercio Messina, importanti particolari della vicenda e per rimettere pubblicamente il proprio mandato.

I consiglieri di maggioranza di Confcommercio Messina

Corrado Andre’ Giuseppe Barbera Campagna Francesco Crescenti Pasquale Currò Sciliberto Salvatore, Paolo Tomasello Domenico Venuto Luigi Vezzosi

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