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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via I Settembre

Casa di riposo, parla la titolare: "Da eroi a carnefici, subiamo un'altra ingiustizia"

Lo sfogo di Donatella Martinez dopo la relazione di Messina Social City su abbandono e gravi carenze igieniche della struttura. "Gestito un reparto di malattie infettive, se fossero intervenuti prima ce l'avremmo fatta"

Da eroi a "carnefici". Questa l'anomala parabola per gli operatori della casa di riposo "Come d'Incanto". E' quanto sembra emergere dalla relazione che Messina Social City avrebbe redatto sulle condizioni in cui si trovava la struttura il giorno prima dello sgombero degli ospiti. 

Coronavirus, la strage della casa di riposo

Il documento, datato 25 marzo e recapitato anche a procura, prefettura e asp, evidenzia una serie di gravi carenze igieniche e abbandono che sarebbero state riscontrate durante il sopralluogo dei rappresentanti della società comunale, avvenuto a distanza di una settimana dal primo caso di coronavirus accertato nella struttura di via primo settembre.

Anziani sporchi e nudi, biancheria ammassata negli angoli e ambienti degradati. E' quanto riscontrato e messo nero su bianco nella relazione della Social City.

Sulla questione l'assessore ai Servizi Sociali Alessandra Calafiore ha scelto il silenzio, ma alla replica non ha invece rinunciato Donatella Martinez, titolare della "Come d'incanto".

"La nostra casa di riposo - racconta Martinez a Messina Today -  si è trasformata in pochi giorni in un reparto di malattie infettive che abbiamo gestito da soli e con pochissimi materiali. Le richieste d'aiuto sono rimaste inascoltate dagli organi competenti e per questo ho presentato denuncia alla questura. Abbiamo fatto il possibile con i pochi collaboratori rimasti, stremati dalla fatica e dalla paura di dover gestire 70 persone positive al coronavirus in attesa dei risultati dei tamponi. Segregati in un focolaio altamente pericoloso. Questa la situazione che hanno trovato i cinque volontari arrivati negli ultimi giorni,  a cui il nostro personale non ha rinunciato a dare aiuto".

"Se fossero intervenuti prima tutto questo non sarebbe successo"

La responsabile della struttura non ci sta all'accusa di aver abbandonato gli ospiti. "Dal 19 marzo - racconta -  non ho fatto altro che chiedere aiuto insieme al personale, acquistando anche bombole di ossigeno per eventuali emergenze poiché ci sono state negate. Siamo rimasti senza farmaci e obbligati a non poter entrare in contatto con i vestiti degli anziani positivi per evitare di diffondere il virus. Se chi di dovere fosse intervenuto per tempo, con un team specializzato, come avvenuto in altre parti d'Italia, tutto questo non sarebbe successo. Ce l'avremmo fatta senza far uscire nessuno dalla struttura".

Ma la realtà è stata diversa. "Sono rimasta scioccata - continua Martinez - dal vedere i miei ospiti trasportati alle 5 del mattino con una coperta sulle spalle. Adesso fa male subire attacchi, la nostra casa di riposo è sempre stato un fiore all'occhiello della città. Abbiamo sempre lavorato in trasparenza senza porre limitazione all'orario delle visite".

Il video all'interno della struttura

La relazione della Messina Social City parla anche di carenze di scorte alimentari e di beni di prima necessità e dell'accumulo di immondizia. "Siamo stati costretti a buttare il cibo - replica la direzione della struttura -  eravamo stati riforniti da poco. Per lo smaltimento dell'immondizia ci siamo rivolti ai privati senza aspettare Messina Servizi e trattando tutti gli scarti come rifiuti speciali".

A testimoniarlo c'è anche il video girato oggi all'interno della struttura.

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