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Cronaca

Coronavirus, un morto a soli 57 anni: resta alto il trend dei ricoveri

Si tratta di un uomo di Taormina deceduto al Policlinico. In una settimana si è passati da 76 a 95 posti letto occupati in città e provincia. Il report dell'Ufficio per l'emergenza

Ancora un decesso per il coronavirus secondo il bollettino dell'Ufficio per l'emergenza Covid di Messina. Si tratta di un uomo di Taormina di soli 57 anni deceduto ieri al Policlinico. L'uomo era vaccinato.

I dati delle ultime 24 ore per Messina e provincia parlano anche di 95 ricoveri. Un dato in crescita se si pensa che solo il 13 dicembre, appena una settimana fa, erano 76 i posti letto occupati.

Questa la situazione negli ospedali: al  Policlinico 50 ricoveri (di cui 11 in Rianimazione), al Papardo 28 (3 in Rianimazione), a Barcellona Pozzo di Gotto 10  e sette all'Irccs Piemonte.

Un dato che rispecchia il trend complessivo in Italia che sta spingendo il governo a studiare nuove misure per contrastare la pandemia.

Ma come siamo messi in Italia col Covid rispetto al dicembre dell’anno scorso? Ci sono due facce di una stessa medaglia - scrive Today.it - La prima è quella dei morti, dei malati gravi e dei reparti d’ospedale. La seconda è quella dei contagi e il tasso di positività. Perchè si distinguono? Perchè i dati del dicembre del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, presenta un conto in positivo se guardiamo ai morti e alla condizione delle Rianimazioni, mentre è peggiorata la situazione dei contagi. Andiamo a vedere nel dettaglio tutte le differenze.

Il numero dei casi complessivi (e il tasso di positività sui tamponi molecolari, i più attendibili) è superiore ora rispetto al 2020. In particolare, la curva della crescita impenna rispetto alle ultime settimane, quando l'incremento dei casi andava calando e comunque rimanendo intorno al 20-25% (15-21 novembre +27,5%; 22-28 novembre +25,5%; 29 novembre-5 dicembre +23,3%; 6-12 dicembre 15%).

Dunque stiamo peggio di un anno fa se guadiamo i contagi. Ma come è possibile se abbiamo fatto il vaccino? Non ha funzionato? Sì, ha funzionato. La prova è proprio l’incrocio del dato dei contagi (aumentati) con quello di morti e ospedalizzati, diminuiti. C’è una bella differenza fra il numero di decessi e dei posti occupati in terapia intensiva tra dicembre 2021 e dicembre 2020. Ora siamo intorno ai 100 morti, mentre un anno fa eravamo tra i 600 e i 700.

Al momento abbiamo poco meno di mille ricoverati nelle intensive (ieri 966), il 19 dicembre scorso erano 2.794. I nuovi ingressi in terapia intensiva, invece, sempre nel confronto tra 13-19 dicembre e 6-12 dicembre, sono cresciuti del 23,35%: sono stati 581 (vs 471), quasi il doppio di un mese fa (furono 300 nella settimana 15-21 novembre). La settimana scorsa la crescita era stata del 16,87% (471 vs 403).

Insomma si può concludere come, seppur ci sia un aumento dei numeri nelle ultime settimane, rispetto allo scorso anno la situazione è nettamente migliorata e questo, proprio a fronte di un aumento dei contagi, significa che la barriera del vaccino tiene. Adesso però ci sarà da capire cosa succederà con l’arrivo di Omicron, la nuova variante di coronavirus partita dal Sud Africa. Il dubbio è che possa bucare i vaccini. Potrebbe anche essere meno letale, ma si dovesse imporre al posto della Delta, rischia di farci tornare al punto di dover rincorrere il nuovo ceppo.

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