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Cronaca

Coronavirus, l'assessore allo Sport: "Corsa sì ma solo a pochi metri da casa, verso l'ok a tennis e padel"

Manlio Messina chiarisce: "Un runner trovato a uno, 2 o 3 chilometri dalla propria abitazione potrebbe essere multato". Si punta ad una nuova ordinanza: aperture per gli sport individuali, per il nuoto però è ancora presto

“Non c’è alcun reale via libera alla corsa: “Chi si allontana dalla propria abitazione, cioè dal raggio di qualche centinaia di metri, rischia di essere multato. E’ consentito si correre da soli nel raggio di poche centinaia di metri dalla propria casa”. Prova a fare chiarezza sulle nuove “aperture” l’assessore regionale allo Sport, Manlio Messina in una intervista a PalermoToday. L’assessore spiega che si sarebbe voluto allentare di più “ma la Regione non può allargare oltre i limiti vigenti a livello nazionale, mentre ha il potere di restringere”. Se resta impensabile dare l’ok agli sport di gruppo, si aprono invece spiragli per tennis e padel, ma non a breve termine per il nuoto. Si lavora ad una nuova ordinanza per i primi giorni di maggio.

Facciamo chiarezza sulla corsa: l’ultima ordinanza richiama sul punto l’ultimo decreto emergenziale, che consente questo tipo di attività in solitaria e “nelle vicinanze della propria abitazione”. Il Viminale ha già puntualizzato che con questa espressione ci si riferisce ad un raggio di circa 200 metri dalla propria casa. Quindi chi dovesse essere fermato per esempio ad un chilometro dal suo domicilio potrebbe legittimamente essere multato?
“Sì, certamente. Con l’ordinanza non c’è stato un via libera allo jogging, si è semplicemente consentito di correre da soli nel raggio di poche centinaia di metri dalla propria abitazione. Quindi chi venisse trovato a uno, due, tre chilometri da casa potrebbe essere multato”.

Quindi chi volesse – come fa mediamente un runner – fare 6, 8 o 10 chilometri, non avrebbe altra scelta che girare decine e decine di volte intorno al proprio palazzo, per esempio?
“Sì, è così. Il problema è che la Regione può restringere le misure nazionali - e di fatto noi qui avevamo del tutto vietato l’attività motoria mentre il decreto prevedeva si potesse praticare nelle vicinanze della propria abitazione - ma non può invece allargare le norme vigenti a livello nazionale”.

Lei aveva annunciato che avrebbe proposto qualcosa di un po’ più permissivo al comitato tecnico scientifico, ovvero la possibilità di correre, sempre da soli, nel raggio di un chilometro ma in orari limitati, dalle 5.30 alle 7. Perché questa proposta è stata bocciata? Ci sono dei motivi scientifici?

“No, il motivo è sempre lo stesso, cioè l’impossibilità di andare oltre le norme vigenti a livello nazionale. Un chilometro sarebbe stato una distanza superiore a quella prevista dall’ultimo decreto. A quel punto, dovendo limitare necessariamente il raggio, si è deciso di non comprimere anche l’orario”.

Per quanto riguarda gli altri sport invece? Quali spiragli ci sono?
“Naturalmente è impensabile dare il via libera agli sport di gruppo, come calcio, basket o pallavolo, per esempio, dove è impossibile mantenere le distanze. Stiamo lavorando intensamente per consentire invece quelli che si svolgono uno contro uno, come il tennis o il padel, sempre perché è possibile mantenere le distanze tra gli atleti. In questi casi, però, come anche per il nuoto, il problema è legato alle strutture in cui vengono praticati: occorre limitare gli accessi, chiudere gli spogliatoi, per evitare contatti. Dunque non è semplice”.

E per il ciclismo invece? E’ ovvio che in questo caso non c’è alcun problema per quanto riguarda il distanziamento…
“Stiamo spingendo anche per questo. Ricevo richieste di ogni genere, legate a tanti altri sport, come il parapendio, il motocross, l’arrampicata e in questi casi, come per il ciclismo, il problema è legato al rischio di infortuni e non possiamo in questa fase, neppure minimamente, intasare gli ospedali. Un runner che prende una storta può cavarsela anche da solo con un po’ di ghiaccio, ma chi cade da una moto o da una bicicletta potrebbe avere bisogno di cure ben più importanti”.

Si sta dunque lavorando ad una nuova ordinanza in cui far confluire tutte queste proposte? Che tempi ci sono?
“Dovrebbe essere pronta nei primi giorni di maggio e davvero è mia volontà allentare il più possibile i divieti, mantenendo sempre come priorità però la tutela della salute e qualsiasi rischio di contagio da Covid-19. Sto premendo perché sono convinto che l’attività sportiva possa portare dei grandi benefici”.

Il 4 maggio però è anche il termine potenziale della fine del blocco a livello nazionale. Si vocifera, per esempio, che da quella data le limitazioni per la corsa in solitaria potrebbero essere del tutto eliminate, per esempio. Se il Consiglio dei ministri dovesse adottare norme più permissive di quelle contenute nell’ordinanza di cui ha appena parlato, poi che tempi ci sarebbero per uniformarci al resto del Paese?
“Tempi brevissimi, si potrebbe fare anche in mezza giornata”.
 

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