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Cronaca

De Luca su Coronavirus e vaccini: "Situazione fuori controllo, meglio scuole chiuse ancora 15 giorni"

Il sindaco interviene ancora sulla necessità dell'obbligo vaccinale e commenta le decisioni del governo. Intanto tra una settimana entrano in vigore le nuove norme. L'ipotesi delle quarantene e della Dad differenziata tra vaccinati e non

Sicilia in giallo da oggi, insieme a mezza Italia. La scuola deve rimanere chiusa per i prossimi quindici giorni. Da oggi sono in tutto dieci le regioni che cambiano colore con il giallo, anche se rispetto alla zona bianca di fatto non ci sono grandi differenze.

"La scuola in presenza non è un capriccio", Sip pronta a scendere in campo contro ogni ipotesi di chiusura

Il governo è già al lavoro per trovare una quadra sui prossimi provvedimenti che saranno discussi in Cdm mercoledì: non sarà facile. A cominciare dall'obbligo vaccinale. Autorevoli esponenti del Pd, sulla scia delle richieste di sindacati e Confindustria, puntano - cercando l'appoggio di Forza Italia e M5s - chiedono che vengano imposte le somministrazioni dai 18 anni o 21 anni in su per tutti.

Che qualcosa cambierà subito per provare a frenare l'aumento dei contagi è scontato. In Italia i contagi sono schizzati dal 13 al 22% e crescono in modo esponenziale i ricoveri. I dubbi riguardano in particolare due macro-temi: scuola e lavoro. 

E proprio sulla scuola e l'obbligo vaccinale si è soffermato oggi il sindaco di Messina Cateno De Luca che da tempo chiede ormai l'obbligo vaccinale per tutti.

"Io non mi occupo più di queste cose, la sanità è gestita da Regione e Stato, ognuno si prenda dunque le proprie responsabilità - ha detto il sindaco -  A me è stato chiesto di trovare una soluzione per un altro hub? Da sindaco collaboro. Lo faremo a Giostra ma non chiedetemi altro. Io tutte queste cose le avrei evitate. Se ero al governo. Il vaccino è pronto?  E' sicuro? Bene, obbligo vaccinale per tutti e se ci sono problemi interviene lo Stato come è giusto che sia. Tanto stiamo arrivando all'obbligo vaccinale occulto".

Particolare preoccupazione è stata espressa per la situazione nelle scuole. "Qua il problema non è se la scuola è un luogo sicuro. Io quello che vedo, con le varie classi messe in quarantena, tutta questa sicurezza obiettivamente non la vedo. Ma il problema vero è: come si arriva a scuola? I mezzi pubblici non sono sicuri, il riempimento al 50 per cento è una put...nata perchè i mezzi per verificare non ci sono. In questa fase di picco, come dicono tutti, perchè riaprire le scuole subito? Per il solito capriccio? Tanto ai sindaci demandiamo di fare questo e quast'altro. Ma i sindaci non possono fare niente, perchè il problema dell'edilizia scolastica non si risolve con un colpo di bacchetta magica. Le scuole devono essere lasciate chiuse almeno per quindici giorni, fino a quando non passa la buriana".

In Dad i soli non vaccinati se i contagiati sono due?

Intanto, sul capitolo scuola, come scrive Today.it -  il governo studia nuove misure sulla quarantena ma, dai sindacati ai genitori, sono tutti o quasi contrari l’idea di rinunciare al tracciamento coi tamponi in caso di positivi nelle classi. Ancora di più, di mettere in quarantena e mandare a casa in Dad i soli non vaccinati se i contagiati sono due. Insomma, presidi a parte, l’ipotesi di ritocco del protocollo sulle quarantene a scuola avanzata dalla commissione Salute delle Regioni viene bocciata senza troppi giri di parole. Maddalena Gissi, della Cisl scuola, ritiene l’ipotesi di dividere le classi tra vaccinati e non un modello ingestibile: "C’è un problema di privacy e didattico: chi è in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante, chi invece segue dal pc ha tempi e necessità diversi". Va detto che il caso di quarantene solo per i non vaccinati con due positivi in classe era già previsto dal protocollo del 6 novembre. Solo che era rimasto lettera morta perché prevedeva un tampone subito - che si è rivelato impossibile da fare per le Asl anche prima dell'aumento esponenziale dei contagi legati a Omicron - e uno dopo 5 giorni, ovvero la sorveglianza con testing che ora le Regioni vogliono togliere lasciando un solo tampone entro 10 giorni. Ieri vari sottosegretari sono stati netti: no alle quarantene differenziate tra vaccinati e non. La riapertura in presenza tra il 7 e il 10 gennaio è dietro l'angolo. 

Tutti sono d'accordo sulla necessità di fare il massimo per garantire le lezioni in presenza ma la proposta delle Regioni di prevedere un ammorbidimento delle regole per gli studenti vaccinati ha provocato l'opposizione decisa di Cinque Stelle, Lega e Fratelli d'Italia. La proposta delle Regioni sulle quarantene sarà affrontata durante il Consiglio dei ministri del 5 gennaio ma arriverà alla seduta indebolita dall'opposizione di una parte delle forze di governo.

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