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Cronaca Alì Terme

“Io, volontaria in tempi di Covid a caccia di ossigeno e tra muri di gomma”

La testimonianza di Ella Mazza che tre anni fa ha messo in piedi il gruppo della protezione civile del Comune di Alì Terme. La lettera aperta a colleghi e pazienti. Senza ipocrisie

Ella Mazza è una giovane mamma, volontaria che coordina il gruppo di Protezione civile del Comune di Alì Terme. Una esperienza nata tre anni fa, provante e toccante soprattutto in tempo di Covid, il virus che sta facendo cambiare il modo di vivere ma anche di pensare. Lo sa bene Ella, che dedica a colleghi e ai malati, questa lettera aperta, senza ipocrisie. Senza nascondere che accanto ai medici eroi ci sono quelli che si fanno scudo con la burocrazia, che accanto alla solidarietà e alla capacità di empatia soffia troppo spesso il venticello del dileggio, della calunnia, alimentato dalla paura. Perché la verità è che le persone perbene, anche se impaurite, sono rimaste perbene. Quelle cattive era tali anche prima. Perchè la paura non trasforma, semplicemente rivela. Ma rivela anche persone belle come Ella Mazza e i volontari che coordina. Ecco la sua testimonianza:

Reclusi e muri di gomma

Ci sono giorni difficili per chi fa il volontario in tempo di covid. Tante ore in strada, all'aria aperta, doverosamente gratis, a stento ti danno il rimborso della benzina che metti nella tua propria macchina - se lo chiedi.

Nella stessa macchina con cui porti alla mattina i bimbi a scuola o con cui vai a lavoro. Al pomeriggio consegni il saturimetro -acquistato ad aprile del nefasto 2020 sperando che fossero soldi persi- e pensi... "ce la farà?".

Bombole di ossigeno, farmaci, a volte la spesa. Telefonate di routine. La chiamano "assistenza alla popolazione" sulle carte dei report da compilare. Burocrazia. Ma si tratta del tuo vicino di casa, dell'amico con cui sei andato a scuola, della maestra di tuo figlio. Ed ecco che la popolazione sei tu. Tamponi di routine, per te o per i familiari, e speri che non sia arrivato il tuo turno.

Medici e pediatri eccellenti e altri -troppi- che si nascondono dentro un camice, dietro una ricetta che "non posso fare se prima non lo visita uno specialista". E torna la burocrazia.

E i muri, spesso di gomma. Ma mai cosi spessi come quelli di coloro che sono reclusi senza sentenza a casa propria. E spesso con fin troppe sentenze, quelle di chi ancora non c'è passato e non è neanche in prima linea a fare il volontario. Quei licantropi da tastiera che si nascondono bene dietro "denunce anonime" o le accuse infamanti che solo chi non è qui (nè in prima linea, nè c'è passato) sa fare.

Ci sono giorni difficili per chi fa il volontario in tempo di covid. E poi ci sono giorni difficilissimi: la tua famiglia (sì, ogni volontario ne ha una!) è preoccupata nel saperti in giro con tutto questo aumentare di casi e ti fanno storie "ma fallo fare ad altri!"... Ma la "popolazione" sei anche tu, e non presti attenzione se  non ad indossare sempre bene guanti e mascherine giuste.

Le bombole di ossigeno sono esaurite, a chi ce li ha riempiono i vuoti. Ti rassicurano che arriveranno bombole nuove nei depositi a inizio febbraio 2021. Dillo tu al sig. Rocco e alla sua famiglia che il papà deve solo resistere altri 10 giorni. Oppure farsi ricoverare, certo.

E trovare spesso medici e strutture eccellenti ad accoglierlo. Ma sempre lasciando indietro ogni familiare, a farti compagnia il solo rumore dell'ossigeno tuo e degli altri compagni di corsia.

Ci sono giorni difficilissimi. Tamponi ancora positivi e numeri che non accennano a diminuire. Dici alla "popolazione" che è ora di contare i giorni che li separano dal "ventunesimo", manco fosse una partita di black-jack. Che metafora azzardata.

E poi i drive-through e fare incastrare le necessità di ognuno, "domani mattina smonto dalla notte, sono libero/a per consegnare farmaci se c'è bisogno".

Ci sono giorni così difficili che chiedi a tutti di tenere duro, l'emergenza -quella vera- è ora. La "popolazione" ha bisogno. E poi ci sono giorni che ti fanno dimenticare sia dei giorni difficili che dei giorni difficilissimi.

Giorni come oggi in cui Luisa, al telefono, dopo aver saputo dell'ennesimo tampone positivo ti dice che "sai tra tutte le cose che non stanno funzionando, voi volontari siete l'unica cosa che funziona, non ci siamo mai sentiti abbandonati". Coraggio "volontari"! State facendo un lavoro eccellente! Coraggio anche a te "popolazione", che aiuti il tuo vicino, collega, parente, amico in isolamento!!

Ma soprattutto coraggio a voi Rocco, Luisa (nomi di fantasia) e alle vostre famiglie in isolamento. Sembra lunghissima, ma durerà poco ancora. Stringiamo i denti. Il peggio è senza dubbio alle spalle.

Ella Mazza

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