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Cronaca

Trasporti sullo Stretto, manca la nave delle 13: pendolari costretti a partire cinque ore prima

La Uil chiede un nuovo collegamento tra Messina e Villa San Giovanni e scrive al prefetto. "Lavoratori obbligati ad usare il traghetto delle 8. Così si creano pericolosi assembramenti e disagi". Anche il Nursind contesta

Nonostante l'aumento delle corse sullo Stretto, tra Messina e Villa San Giovanni una parte di pendolari patisce ancora i disagi dovuti alla rimodulazione del servizio in seguito al coronavirus.

In particolare, manca la nave delle 13 e molti lavoratori, tra cui medici e infermieri, sono costretti ad utilizzare la corsa delle 8 per raggiungere la sponda calabra. Da qui il crearsi di pericolosi assembramenti che andrebbero invece evitati per prevenire il contagio da Covid-19.

Lo denuncia il sindacato Uil che chiama in causa direttamente il prefetto Maria Carmela Librizzi. 

“Raccogliendo - spiegano i segretari Tripodi, Calapai e Macrì -  le numerosissime richieste di interventi da parte dei lavoratori interessati, che stanno subendo in questa fase emergenziale fortissimi disagi, si chiede alle Aìautorità, ognuno per propria competenza, di intervenire urgentemente con gli amministratori di Caronte&Tourist, al fine di prevedere almeno una corsa aggiuntiva giornaliera".

I nuovi orari dei traghetti stanno creando gravi disagi a diversi lavoratori della sanità messinese. C’è anche un grave rischio perché il personale pendolare è costretto a lunghe attese in città aumentando le possibilità di trasmettere il virus. Inoltre i sanitari devono attendere ogni giorno per ore l’imbarco senza certezza di rientrare tra i possibili passeggeri.  “È un dramma nel dramma” afferma la segreteria provinciale del Nursind Messina che in una nota al governo regionale chiede di istituire degli orari più consoni con le esigenze lavorative di medici e infermieri. Il Nursind chiede inoltre “corsie preferenziali per l'imbarco, perché ci sono medici e infermieri costretti a uscire da casa quasi due ore prima per mettersi in fila per prendere la nave, sempre nella speranza di rientrare tra le 130 persone che potranno salire a bordo”.  Il Nursind spiega che “i lavoratori in questo momento sono stremati, e ogni ulteriore beffa e difficoltà rischia di demoralizzare e danneggiare ulteriormente il personale. Per esempio chi ha il turno pomeridiano è costretto a prendere il traghetto presto intorno alle 8 dovendo poi sostare a Messina per cinque ore prima di prendere servizio. Allo stesso modo terminando il turno di mattina, la prima nave per tornare in Calabria è alle 17 circa. Questo sta creando molti disagi oltre a gravi rischi perché i  sanitari potenzialmente a rischio, che hanno contatti con pazienti positivi, sono in giro in attesa di poter rientrare a casa”. Il Nursind chiede quindi al governo di inserire le seguenti corse: da Villa San Giovanni partenza alle 6, alle 12 e alle 18,40 mentre da Messina partenza alle 8, 14-15, 20,40.

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