rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Corruzione e covid, la pandemia rallenta gli ospedali messinesi: mancano responsabili e protocolli

A fotografare la situazione la relazione della Commissione antimafia. Il caso di Papardo, Irccs Neurolesi e Asp. Al Policlinico, "è stato messo in quarantena il sistema di prevenzione contro la corruzione"

Assenza di un protocollo adeguato per la prevenzione della corruzione durante l'emergenza pandemica, assenza di un responsabile e concentrazione di altri incarichi in un medesimo soggetto per quanto riguarda gli ospedali Policlinico, Irccs Neurolesi e l'Asp. È questo l'esito dell'ultima inchiesta svolta dalla Commissione parlamentare antimafia e anticorruzione dell'Ars, presieduta da Claudio Fava, sul comparto della sanità in Sicilia.

Centotrenta pagine che fotografano "un quadro a tinte cangianti", si legge nell'introduzione. Quarantacinque audizioni, fra amministratori, medici, sindacalisti, giornalisti, imprenditori, dirigenti regionali, parlamentari, assessori, da cui emergono "accanto a qualità e professionalità complessive dell’offerta medica - pubblica e privata - in Sicilia, una serie di episodi non marginali di corruzione, interferenza, arrivismo, manipolazione della pubblica fede", si legge nella relazione. 

Irccs Neurolesi: procedure in riesame 

Per quanto riguarda la provincia di Messina, l'analisi si è concentrata sull'impatto che ha avuto il covid-19 sul monitoraggio delle misure previste dal P.T.P.C.T. (Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza) che dovrebbe essere adottato dagli organi di vertice delle aziende e del sistema sanitario regionale.

La commissione ha voluto rispondere alle domande "in che termini l’attività di prevenzione dei soggetti istituzionali del sistema sanitario siciliano è in grado di fronteggiare i rischi corruttivi connessi all’emergenza pandemica? E, più in generale, anche alla luce dei fatti di cronaca giudiziaria qui rievocati, qual è l’approccio della governance per evitare pratiche corruttive?". E il quadro che ne emerge non è confortante. 

 "Per quanto riguarda l’I.R.C.C.S. “Bonino Pulejo” di Messina dove, già a far data dal 16 luglio 2020, è stata avviata la procedura di riesame del PTPCT proprio in considerazione dell’emergenza Covid-19", si legge nella relazione.

Policlinico: la pandemia mette in standby la nomina 

Mentre è critica la situazione del Policlinico di Messina "dove fino al settembre 2020 un RPCT neppure c’era, così come segnalatoci nel luglio dello stesso anno dal coordinamento locale del Fgu-Gilda Dipartimento Università191". Il covid ha bloccato la programmazione £di un sistema di prevenzione contro la corruzione", scrive la commissione.

Al nosocomio universitario per un anno l'incarico è stato gestito dal Direttore Amministrativo Laganga, che "non ha mai provveduto alla nomina del responsabile della U.O.C. Economico, Finanziario e Patrimoniale, ricoperta da numerosi anni da un dirigente f.f. e non è riuscito a nominare un Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, in atto scoperto da diversi mesi e di cui nell’ultimo anno si sono viste susseguirsi tre dimissioni”, si legge ancora. 

In audizione a presentare il caso è il dottore Giampiero Bonaccorsi insediatosi nel luglio 2020 in sostituzione del direttore generale Giuseppe Laganga, dimessosi per accettare un nuovo incarico nella sanità privata. "A causa dello stato emergenziale, la maggior parte delle attività poste in essere nel corso dell'anno 2020 sono state finalizzate a fronteggiare la pandemia tramite l'adozione di misure urgentissime e con procedure speciali, sia in merito all'assunzione di nuovo personale per fronteggiare la situazione, che logistiche, per la creazione del Covid Hospital e l'incrementazione dei posti letto in rianimazione. Occorrerà, pertanto - se, come si spera, sarà consentito - riprogrammare tutta l'attività prevista nel corso dell'anno 2021 e seguenti", ha dichiarato Bonaccorsi. 

Asp: manca il responsabile 

E non è da meno l'Asp di Messina, dove la criticità è stata presentata in audizione dal direttore generale f.f. Bernardo Alagna e risula legata alla concentrazione di troppi incarichi nelle mani di poche persone. "Il responsabile è stato nominato responsabile dell’Unità semplice dipartimentale dell’ospedale Sant’Agata Militello - ha dichiarato Alagna - Nel momento in cui ha ricevuto l’incarico di direttore medico di presidio dell’ospedale di Sant’Agata Militello, ha scritto a questa direzione che intenderebbe recedere da questo incarico ad esso attribuito. Stiamo cercando di individuare un’altra persona con competenze adeguate e formazione adeguata nell’ambito dell’anticorruzione". 

Papardo: pochi dirigenti 

L'assenza di un responsabile è una sorte che tocca anche all'ospedale Papardo in un contesto, comunque, in cui prima ancora dell'anticorruzione sono i dirigenti medici a essere pochi. "Anche il concetto di rotazione diventa una chimera in un contesto in cui il personale dirigenziale si conta sulle dita di una mano, come ci conferma il direttore generale dell’ospedale “Papardo” di Messina, Mario Paino", scrive ancora la relazione. 

Tanto che la stessa Commissione all'Ars conclude che l'attività anticorruzione sia vissuta come "un mero adempimento, molto formale, molto burocratico, molto lasco, molto distratto", in un contesto in cui i dirigenti "devono dividersi su più fronti, con le ovvie conseguenze sul piano dell’efficacia e dell’efficienza dei presidi di prevenzione". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Corruzione e covid, la pandemia rallenta gli ospedali messinesi: mancano responsabili e protocolli

MessinaToday è in caricamento