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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Corsi d'Oro, attesa per il 9 luglio la sentenza d'appello

Il procuratore generale di Messina Adriana Costabile ha chiesto dodici aggravamenti di pena rispetto alle 21 condanne inflitte in primo grado, 12 anni per l'ex deputato Francantonio Genovese

E’ attesa per il 9 luglio la sentenza del processo d’appello “Corsi d'Oro” sulla formazione professionale. Il procuratore generale di Messina Adriana Costabile ha chiesto dodici aggravamenti di pena rispetto alle 21 condanne inflitte in primo grado, 12 anni per l'ex deputato Francantonio Genovese.

Le  pene chieste al collegio giudicante, presieduto dal giudice Alfredo Sicuro variano da 2 anni e 2 mesi a 12 anni. La modifica di pena più alta per l'ex parlamentare Francantonio Genovese, sul quale grava, come per altri imputati, il reato di peculato (12 anni e 20 mila euro di multa, a fronte degli 11 anni in primo grado ). Il magistrato dell’accusa ha chiesto aggravi di pena anche per Elio Sauta, 7 anni e 10 mesi (6 anni e 6 mesi in primo grado), Elena Schirò, 4 anni e 4 mesi (3 anni e 6 mesi in primo grado), Salvatore Natoli e Stefani Galletti, 4 anni ( tre anni in primo grado), Natale Lo Presti, 5 anni, (4 anni e 6 mesi in primo grado), Graziella Feliciotto, 3 anni e 9 mesi, (3 anni e 3 mesi in primo grado), Carmelo Favazzo, 3 anni e 3 mesi , (3 anni in primo grado), Natale e Carmelo Capone, 3 anni e 2 mesi, ( 2 anni e 2 mesi , in primo grado, per entrambi),  Giuseppina Pozzi e Concetta Cannavò, 2 anni e 2 mesi, (in primo grado per entrambe 2 anni).  Infine la condanna a 3 anni e 6 mesi anche per il reato di associazione a delinquere per Francesco Rinaldi (che in primo grado era stato assolto da questa accusa e condannato a 2 anni e 6 mesi), ex deputato regionale, cognato di Genovese.

Per gli altri imputati l’accusa ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado.  

Sono tutti accusati a vario titolo di associazione per delinquere, riciclaggio, truffa aggravata, frode fiscale. Gli imputati, attraverso a prestazioni simulate, affitti gonfiati, noleggio di attrezzature e contratti di pulizia dei locali in cui venivano tenuti i corsi di formazione professionale finanziati con denaro pubblico, avrebbero ottenuto fondi extra approvati dalla Regione che erogava proprie risorse insieme a quelle statali ed europee. I costi sarebbero stati gonfiati fino al 600%.

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