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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Corteo funebre, De Luca: "Solo falsità per attaccarmi, ecco com'è andata veramente"

Il primo cittadino smentisce le voci sulla presenza di un centinaio di persone dietro la bara del fratello dell'ex boss Sparacio. E risponde alle accuse politiche: "Fate sciacallaggio anche sui morti"

Si è trasformato in un caso politico il corteo funebre dello scorso 11 aprile nei pressi del Gran Camposanto, formato da decine di parenti e conoscenti di Rosario Sparacio, fratello dell'ex boss messinese Luigi Sparacio.

A chiarire i contorni della vicenda, già sotto la lente d'ingrandimento della questura, è il sindaco Cateno De Luca che risponde stizzito alle accuse mosse da movimenti e singoli esponenti politici per le presunte violazioni alle norme anti-coronavirus su cui l'amministrazione non avrebbe vigilato. 

Secondo il primo cittadino non c'è stato alcun corteo con centinaia di persone. "Quanto in modo becero è definito ‘corteo funebre con oltre cento persone’ non è altro che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri, al quale si sono uniti, in modo estemporaneo, alcuni familiari del defunto, in numero non superiore alla trentina".

La replica del sindaco

Non si perde occasione per denigrare Messina e i messinesi. Ho appreso che l’on. Giulia Grillo, appartenente al M5S e cittadina messinese, ha pubblicato un post nel quale afferma che a Messina  ‘la criminalità organizzata è privilegiata anche in periodo di lockdown’ riferendosi al presunto corteo funebre che sabato scorso, con un centinaio di persone a bordo di moto, accompagnava il feretro del fratello dell’ex boss Luigi Sparacio. La deputata si chiede anche cosa faccia il Sindaco De Luca nel frattempo. Preciso che la notizia è stata immediatamente ripresa da altri deputati regionali e nazionali pentastellati e dall’on. Claudio Fava, Presidente della Commissione antimafia all’Ars. I medesimi, piuttosto che attivarsi personalmente per accertare la verità dei fatti, hanno preferito alimentare delle bieche speculazioni politiche che sono state immediatamente riprese dalla stampa, lasciando intendere che si sia svolto un rito mafioso. Non accetto insinuazioni o accostamenti della mia persona alla mafia o alla criminalità in genere, per cui ho già dato mandato alla PG di identificare gli autori dei commenti su Facebook al post della Grillo, con i quali si esprimono dichiarazioni gravemente offensive nei miei confronti.

Se invece di strumentalizzare i fatti per attaccarmi - continua il Primo cittadino - si fossero accertati dei medesimi, avrebbero scoperto che venerdì scorso, nel primo pomeriggio, il sig. Sparacio Rosario, già gravemente malato, è deceduto all’interno della propria abitazione. Constatato il decesso, trascorse le canoniche 24 ore di osservazione, nel pomeriggio di sabato 11 aprile il feretro è stato trasportato dall’abitazione sita in via del Santo fino al Camposanto in via Catania dove è stato deposto in attesa della tumulazione. Non si è trattato né di un corteo funebre né di una celebrazione religiosa, che sono peraltro vietati dalle disposizioni del DPCM come ribadite dallo stesso Arcivescovo di Messina che, da oltre un mese, ha vietato la celebrazione dei funerali. Dunque, quanto in modo becero è definito ‘corteo funebre con oltre cento persone’ non è altro che un mero trasporto della salma per poche centinaia di metri, al quale si sono uniti, in modo estemporaneo, alcuni familiari del defunto, in numero non superiore alla trentina. Sulla partecipazione al trasporto del feretro da parte dei parenti e dei soggetti che sono ripresi nelle fotografie diffuse dalla stampa, sta già indagando la Questura, alla quale competono in via esclusiva questo genere di attività e sulle quali mi corre l’obbligo di osservare il massimo riserbo, ragione per la quale fino ad ora non ero entrato nel merito della questione. 

“Non consento a nessuno - conclude - di confondere il mio doveroso riserbo istituzionale con una forma di silenziosa complicità sui fatti. Stiamo assistendo ad un carosello di illazioni che non fanno onore ai deputati regionali e nazionali che le hanno diffuse e alimentate. Non intendo assecondare le strumentalizzazioni di certi politici, che colgono ogni occasione per ricavare un po' di notorietà e gettare discredito sulla comunità messinese. 

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