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Cronaca

Mascherine e green pass da togliere, multe ai no vax mai partite: così si torna alla normalità

L'accelerazione in Parlamento a suon di emendamenti che spezzano i decreti rigoristi del governo: così l'Italia procede a marce forzate verso l'allentamento delle misure anti covid. Il nuovo calendario con la fine anticipata dell'emergenza

La pandemia di Covid non è finita ma la situazione in Italia migliora settimana dopo settimana e oggi gli ultimi dati dell'istituto superiore dei sanità certificano la riduzione della pressione sugli ospedali. Così prende sempre più piede il partito degli aperturisti per togliere, anche prima del previsto sia le limitazioni dei decreti green pass che le mascherine. 

C'è però l'invito alla cautela da parte del ministero della Salute. È lo stesso Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, a smentire l'ipotesi che dal primo aprile, con la probabile fine dello stato di emergenza, si potrà togliere anche l'obbligo di mascherine al chiuso. "Questo è un argomento di discussione, è chiaro che poi sarà la politica che prenderà la decisione finale ma il nostro consiglio è di evitarlo" spiega Ricciardi ospite di 'Agorà' su Raitre. Mentre con la rimozione dello stato di emergenza il governo sta lavorando all'ipotesi di togliere il green pass per le attività all'aperto come spiega il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ai microfoni di Radio24. "Di certo non sarà rinnovato lo stato d'emergenza, ma prima completiamo terze dosi".

Il calendario delle riaperture

Ma quali sono le date del lento ritorno alla normalità? L’accelerazione parte dal 10 marzo quando si tornerà a mangiare e a bere nelle sale dei cinema e dei teatri, dove i bar potranno riaprire. La chiusura era prevista fino al 31 marzo, ma durante la conversione del decreto green pass si è deciso di anticipare la scadenza.

Sempre dal 10 marzo sarà nuovamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale per 45 minuti al giorno, grazie a un emendamento di Italia viva al decreto legge festività in coversione al Senato. Per i guariti dal Covid basterà fare un tampone dopo aver completato il ciclo vaccinale primario. Per chi ha tre dosi il tampone non sarà necessario. I direttori sanitari non potranno impedire l’accesso dei parenti.

È quasi certo che non verrà rinnovato lo stato di emergenza in scadenza il prossimo 31 marzo. Questo non vuole dire che decadrà anche il green pass che resterà in vigore, ma è possibile che se il mese prossimo i dati certificheranno il calo della pressione pandemica possa cadere l’obbligo di esibire il certificato verde per sedersi nei bar e nei ristoranti all’aperto e nei luoghi dove si pratica sport all’aria aperta. Il green pass resterà per accedere ai luoghi pubblici al chiuso e per viaggiare a bordo di treni, aerei e navi. 

Se già da questo fine settimana si potrà tornare negli stadi con capienza al 75%, è possibile che dal primo aprile si arrivi al 100% all’aperto e al 75% al chiuso.

Quanto alle zone a colori è possibile che dopo l'approvazione di un ordine del giorno in parlamento il governo possa eliminare il passaggio in zona gialla e arancione, lasciando la zona rossa territoriale nel caso in cui dovesse crearsi un importante focolaio di covid.

Le multe per i non vaccinati

Il 15 giugno infine scade l’obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni. Eppure proprio sull'obbligo vaccinale e sulle multe ad esso correlate si apre un vero e proprio giallo: il meccanismo sanzionatorio per gli over 50 che non si sono adeguati all’obbligo vaccinale scattato l’1 febbraio non è neanche partito e di multe “una tantum” da 100 euro non ne è stata staccata neppure una. E così sarà per mesi.

Secondo gli ultimi dati della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo sarebbero quasi un milione e mezzo gli italiani non in regola con l'obbligo vaccinale, ma il garante privacy deve ancora valutare la legittimità del meccanismo sanzionatorio che prevede che gli elenchi di non vaccinati possano essere resi noti all'agenzia delle entrate tramite Sogei, la società informatica a cui il ministero dell’Economia ha affidato il compito di incrociare i dati con i codici fiscali dei cittadini .  

Così le multe per chi non si vaccina restano solo sulla carta. E così resteranno per mesi visto il meccanismo che prevede una attesa di 10 giorni per dare il tempo ai cittadini "avvertiti" della sanzione di documentare alla Asl di riferimento eventuali giustificazioni, quindi l'eventuale notifica a 180 giorni e gli scontati ricorsi contro le contravvenzioni. 

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