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Cronaca

Il dado è tratto, De Luca: "In due settimane oltre 3 mila contagi, Messina zona rossa"

Questa mattina il primo cittadino è tornato in diretta sulla sua pagina Facebook diramando il numero di contagi delle ultime due settimane. Entro stasera la richiesta di restrizioni per la città. E attacca ancora l'Asp: "mi sento in pericolo"

"Tra il 22 dicembre 2020 e il 5 gennaio 2021 sono stati caricati sul portale dell'Asp 3129 nuovi positivi nel distretto di Messina, su 6794 tamponi molecolari eseguiti. Un dato, però, che non basta per capire l'incidenza del coronavirus sulla popolazione perché il numero dei contagi era stato rilevato in data antecedente". A diramare la nota dell'Asp è stato il sindaco Cateno De Luca che questa mattina, in diretta sulla sua pagina facebook, ha annunciato che entro la serata invierà la richiesta di istituzione della zona rossa per Messina e prorogherà la chiusura delle scuole. 

In una relazione dell'Ufficio straordinario dell'emergenza covid, relativa sempre alla diffusione dei contagi negli ultimi 14 giorni, "si è registrato il maggior numero di casi nella provincia di Messina con oltre 2700 nuovi casi con un tasso di incidenza medio in Sicilia di 37,77 casi per 10 mila abitanti. La provincia di Messina con l'incidenza più alta sull'isola pari a 44,4 nuovi casi su 10 mila abitanti", legge ancora De Luca, anche se il dato non è ancora completo. "Nel comune di Messina i casi sono 2022 con una incidenza pari a 80,7% per 10 mila abitanti, cioè il doppio di quella rilevata su base provinciale", legge ancora. 

De Luca ha anche annunciato che convocherà una conferenza dei sindaci “perché non lascio più a gestione della sanità nelle mani di questi asini volanti”, ha dichiarato. Mentre la riunione di sabato fra Asp, Prefettura e Comune resta confermata, la zona rossa potrebbe prevedere anche uscite contingentate per fare la spesa e un aumento dei controlli sul territorio. Oltre i ritardi nell'accesso ai dati sui contagi De Luca lascia trapelare anche la difficoltà nello svolgimento del suo ruolo. "Perché mi voglio fare fuori ormai? Perché chi tocca la sanità muore. Non si muore solo di mala sanità ma si muore anche quando tu punti i dito rispetto a certi equilibri perché c'è una cupola politica, si fanno certi riti e si scelgono i personaggi idonei e chi si impone da fastidio. Il 50% del bilancio della Regione sono nella sanità e da lì passa di tutto e di più. Lo dico ancora una volta: chi tocca la sanità, muore. Ma io non ho paura anche se l'altra notte ho sognato che mi ammazzavano", ha spiegato. 

E mentre continua a denunciare la gestione del tracciamento dei casi da parte dell'Asp si rivolge, ancora, al governatore Nello Musumeci e all'assessore alla salute Ruggero Razza. "Perché siete conniventi con Paolo La Paglia? Dicono che lo avete chiamato e pregato di dimettersi. Ma lui non lo farà perché si ritiene bravo. Voi alla luce di queste schifezze che i vostri saggi vi hanno certificato, perchè continuate a tenerlo lì? Ecco questo sarà il tema del prossimo esposto”, ha detto.

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