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Cronaca

Mafia, Vallone promette: "Ascolterò le richieste del procuratore De Lucia per potenziare la Dia messinese"

La conferma del direttore nazionale della Direzione Investigativa Antimafia. Criminalità sempre pronta a penetrare nell'economia lecita: "Covid e Recuvery Fund attraggono anche l'interesse dei criminali". L'analisi del senatore Morra: "Siamo davanti ad un'organizzazione criminale spietata ad accumulare capitale"

La mafia a Messina c'è. Lo conferma la cronaca delle ultime ore con la confisca di sette milioni di euro ad un imprenditore legato al clan dei Nebrodi. Ad eseguirla gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia che proprio in questi giorni sta celebrando in città il trent'anni di vita. Una tematica più che mai di attualità che vede protagonista una organizzazione criminale sempre più specializzata e subdola.

Da qui l'importanza di un'azione di contrasto sempre puntuale ed efficace. Da queste basi è portato il direttore nazionale della Dia Maurizio Vallone, intervenuto in mattinata al teatro Vittorio Emanuele per il convegno dedicato al riciclaggio dei proventi della mafia. "Non possiamo arrenderci - ha detto Vallone -  siamo di fronte a una mafia che utilizza anche i colletti bianchi e tenta di infiltrarsi dove gira l'economia. La Dia è presente in un circuito internazionale e oggi siamo qui per testimoniare che la lotta alle organizzazioni criminali non si ferma. La nostra legislazione è forte ed efficace".

La mafia segue i soldi, lo diceva il giudice Giovanni Falcone. E la pandemia ad esempio rischia di essere un ottimo terreno per fare affari in modo illecito. "Non possiamo consentire che le mafie investano - ha continua Vallone - tentino di acquisire appalti a partire dal Recovery Fund. Bisogna prestare massima attenzione ai settori economicamente più importanti, in questo momento è il Covid a far girare i soldi e il fatto di dover operare con procedure d'urgenza spesso mette a rischio i controlli, dobbiamo quindi sicuramente continuare ad agire con velocità, ma mantenendo altissima l'attenzione. Oggi la mafia ha cambiato aspetto, i figli dei vecchi boss frequentano le università più prestigiose e indossano un abito per infiltrarsi nell'economia lecita. Ma hanno sempre la lupara pronta quando serve usare violenza".

Da Vallone l'apprezzamento sul lavoro di Maurizio De Lucia, procuratore capo di Messina e la promessa di destinare più uomini e mezzi. "De Lucia è un procuratore straordinario con cui lavoriamo in perfetta sintonia. Anche lui ha chiesto più personale per la sezione locale della Dia, faremo di tutto per accontentarlo".

Sui cambiamenti della mafia si è espresso anche il senatore Nicola Morra, a capo della commissione parlamentare Antimafia. "Le mafie non hanno una predilezione particolare, si adattano e sono flessibili, dove c'è possibilità di evadere in nero, c'è una maggiore presenza. Il Pnrr ad esempio garantisce 240 miliardi di euro in sei anni, solo una fetta della spesa pubblica che invece tocca i 900 miliardi. Ecco perchè bisogna ragionare in termini più generali. Siamo di fronte ad un'organizzazione spietata che accumula capitale e agisce con capacità camaleontica".

Dall'esponente pentastellato anche il riferimento ai tanti comuni sciolti negli anni in Sicilia per infiltrazioni della criminalità organizzata. "Sarebbe necessario a volte scogliere anche altre amministrazioni pubbliche con maggiori capacità di spesa e non solo i Comuni. Più soldi ci sono più la mafia è interessata. La norma di riferimento è ancora quella degli anni '90, bisogna riflettere su cosa fatto finora, del resto se si scioglie più volte uno stesso consiglio comunale per mafia qualche domanda andrebbe fatta".

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