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Cronaca Milazzo

Il polmone verde della piana di Milazzo rischia di scomparire per far spazio al miglioramento agrario

La denuncia di Legambiente per tutelare i filari di Cipressi della contrada San Basilio è finita anche davanti al Ministero dell'ambiente che potrebbe revocare al comune tirrenico l'autorizzazione ad espiantare gli alberi

Un patrimonio arboreo forestale di inestimabile bellezza paesaggistica e importanza ambientale che rischia di essere eliminato per far spazio ad opere legate al miglioramento agrario. I filari di cipressi storici della piana di Milazzo in contrada San Basilio sono a rischio estirpazione.

A lanciare l'allarme è la sezione locale di Legambiente che ha denunciato gli interventi che saranno messi in atto, "per ottenere più spazio e luce possibile per le altre colture, creando degli inevitabili effetti e impatti all’ambiente che si è creato nel tempo ed aprendo ulteriori finestre al vento", scrivono in una nota. 

"Gli antichi filari di Cipressi hanno caratterizzato l’ambiente agrario della Piana di Milazzo e hanno messo in sicurezza le coltivazioni dagli eventi meteorici intensi e dalle tempeste di vento che nella storia agraria hanno messo a rischio le coltivazioni - proseguono - Questo patrimonio arboreo è ancora presente e svolge importanti funzioni di difesa non solo dagli eventi calamitosi (tempeste di vento), ma contribuisce a mantenere un valore culturale riconosciuto anche dalla nostra stessa Costituzione e a creare un equilibrio ambientale di importanti ecosistemi presenti nella Piana di Milazzo". 

La questione è stata oggetto di una interrogazione parlamentare al Ministero dell'agricoltura presentata dalla deputata del Pd Maria Stefania Marino il 14 dicembre per sapere se il censimento arboreo sia stato compiuto secondo le regole previste dalla legge anche da parte del comune di Milazzo. 

"Da una stima effettuata dall'Università degli Studi di Palermo, nell'isola si contano circa 1.200 alberi (e arbusti) che possiedono le caratteristiche di alberi monumentali - si legge nella nota parlamentare - Soltanto alcuni comuni hanno emanato i regolamenti del verde in cui, come quello del comune di Palermo, sono stati individuati precisi valori che determinano la necessità di richiedere il permesso per il taglio".

"L'inottemperanza o la persistente inerzia delle regioni comporta, previa diffida ad adempiere entro un determinato termine, l'attivazione dei poteri sostitutivi da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali", si legge ancora. Secondo la normativa, infatti, in assenza di questo censimento il Ministero può intervenire attivando autonome iniziative di tutela del territorio. 

La storia del Cipresso Comune 

Il Cipresso comune (Cupressus sempervirens, Linneo 1753) è scelto come albero da difesa dal vento, ed è una delle pianti più resistenti al vento. Per le sue caratteristiche di barriera naturale, di resistenza al vento, il cipresso è una delle piante più coltivate in Italia. Cresce bene nelle aree a clima caldo, ma si adatta anche al freddo. Per le sue peculiarità l’agricoltura ha cercato di imitarlo con le colture di ulivi a cipressino. I cipressi hanno difeso le coltivazioni e allo stesso momento hanno caratterizzato l’identità di un paesaggio agrario, unico e di antica memoria. 

"Dobbiamo doverosamente riconoscergli l’utilità, un senso e una dignità senza mai dimenticare il segno culturale impresso sul territorio", sottolinea ancora Legambiente. 

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