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Cronaca

Donazione sangue, c'è una emergenza nell'emergenza: manca anche il personale medico

L'allarme delle associazioni. Dal Cesv la parola ad Avis, Gruppo Fratres Letojanni e Admo Nebrodi. Marco Rocca: "Stiamo sensibilizzando in questi giorni il sindaco della Città metropolitana e l’assessorato regionale alla salute affinché si intervenga sul vincolo contrattuale di esclusività per i dipendenti Asp e si sveltiscano le procedure"

Estate tempo di emergenza per le associazioni che si occupano di donazione sangue ma anche di bilanci. Come ogni anno il CESV – Centro Servizi per il Volontario di Messina raccoglie le voci dei volontari per tracciare il consueto quadro dei bisogni e delle urgenze nel territorio ampio della Città Metropolitana, che si configura anche questa volta a corrente alternata.

Cominciamo dalle buone notizie: a Messina a luglio 2022 sono state raccolte 171 sacche di sangue in più rispetto allo stesso mese del 2021. Risultati incoraggianti sia pur in un quadro di cronica carenza. A dirlo è Franco Previte, vicepresidente di Avis Messina: «Nonostante le difficoltà legate alla stagione, le donazioni sono sensibilmente aumentate rispetto all’anno scorso e non abbiamo mai saltato una raccolta, che portiamo avanti in sede tutti i giorni lavorativi e la prima domenica di ogni mese. Vero è che il traguardo dell’autonomia in materia di sangue ed emoderivati è molto lontano, ancora la cittadinanza risponde molto meno rispetto ad altri territori. Dopo il rallentamento causa Covid, stiamo riprendendo la programmazione con le scuole, continuiamo con la campagna “La patente per la vita” con cui regaliamo il foglio rosa ai diciottenni donatori e a breve entrerà in vigore il bonus di 200 euro da parte del Comune come sconto sulla Tari per chi ha almeno due donazioni di sangue all’attivo in un anno».

Opposta la situazione sulla costa ionica, secondo Carmelina Micalizzi del gruppo Fratres Letojanni, dove ogni anno in media si raccolgono 700 sacche, a fronte di un fabbisogno pari almeno al doppio: «Quest’estate per noi si sta configurando come dolorosissima, con un calo delle donazioni. Genralmente riuscivamo a raccogliere circa 60 sacche al mese nell’arco di tre raccolte, in questo periodo arriviamo solo a 40 al punto da dover annullare una raccolta a luglio e una ad agosto per ottimizzare i costi per il personale sanitario e dosare le forze dei volontari, che dopo due anni di Covid hanno anche difficoltà a ottenere permessi, ferie e tempo libero da dedicare al volontariato. Purtroppo la coda lunga della pandemia sta colpendo anche i donatori, che si ammalano o sono contatti di persone infette e all’ultimo minuto devono disdire la prenotazione. Lo ripetiamo spesso: occorre responsabilità, si dona nel rispetto dei protocolli di sicurezza, ma per noi è essenziale che i donatori che si prenotano non ci diano buca all’ultimo minuto perché ci mettono in grave difficoltà. In primis perché i talassemici del territorio dipendono letteralmente dalle donazioni ogni 15 giorni, poi perché quando i centri trasfusionali degli ospedali ci chiedono un certo numero di sacche e un determinato gruppo sanguigno, vuol dire che ci sono interventi chirurgici che devono essere effettuati».

Emergenza nell’emergenza, comincia ad esserci difficoltà a reperire personale medico e infermieristico per le donazioni anche nel Messinese, esattamente come nel resto della Sicilia. Lo sottolinea Marco Rocca, responsabile provinciale Avis, già vicepresidente di Avis Capo d’Orlando e responsabile della sezione Nebrodi dell’ADMO – Associazione Donatori Midollo Osseo: «Il dato positivo è che sulla raccolta di plasma abbiamo attivato da inizio anno il punto plasmaferesi anche all’ospedale di Patti e per le donazioni di midollo osseo stanno riprendendo le tipizzazioni. Sulle raccolte di sangue tutte le 20 Avis comunali della Città metropolitana stanno rispondendo in maniera egregia ma già dall’anno scorso abbiamo cominciato a confrontarci con la carenza di personale sanitario per effettuare le donazioni. Anche nel Ragusano, territorio capofila in Sicilia per numero di sacche raccolte, proprio nei giorni scorsi il mio omologo ha lanciato l’allarme. Nel Messinese la situazione non è ancora drammatica: facendo salti mortali siamo sempre riusciti ad assicurarci medici e infermieri ma occorre agire prima che il problema si cronicizzi. Perciò stiamo sensibilizzando proprio in questi giorni il sindaco della Città metropolitana, primo ufficiale sanitario dell’area, e l’assessorato regionale alla salute affinché si intervenga sul vincolo contrattuale di esclusività per i dipendenti Asp e si sveltiscano le procedure, un po’ farraginose, per accreditare medici e infermieri per le attività di donazione di sangue ed emoderivati».

A questa congiuntura regionale si aggiunge il venir meno del meccanismo nazionale di compensazione per cui alcune regioni in surplus di donazioni le “cedevano” ad altre in deficit di sacche. Negli anni passati l’Emilia Romagna è stata la principale fonte di sangue per la Sicilia ma adesso che ha avuto un calo delle donazioni, non si può permettere di esportare i volumi degli anni precedenti. «L’appello che vorremmo fare alle istituzioni – conclude Marco Rocca – è di aiutarci ad aiutare. Il mondo dell’associazionismo sta facendo tutto il possibile, con raccolte ordinarie e straordinarie, campagne di sensibilizzazione, bonus e incentivi. Ci auguriamo di non arrivare al dramma che si sta registrando nel Palermitano dove, proprio per carenza di medici e personale infermieristico, sono saltate più di 300 raccolte di sangue».

Per maggiori informazioni sull'impegno delle tante associazioni impegnate nel promuovere la donazione nel Messinese e su dove donare, è possibile consultare la guida on line e il video realizzati dal CESV.

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