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Cronaca Patti

Droga fra i banchi di scuola, la rete dello spaccio messa in piedi dal cubano: dieci provvedimenti cautelari

Da un anno sotto la lente dei carabinieri che li hanno intercettati e controllati nel triangolo Patti, Barcellona, Gioiosa Marea. Ecco come si rifornivano ed eludevano i controlli. Fra una lezione e l'altra

Le indagini sono scattate nel 2018, quando i carabinieri di Patti hanno cominciato a guardare con sospetto su gruppo di soggetti stranieri che è risultato sempre più evidente non facevano solo uso di droga ma la spacciavano pure ai ragazzini davanti le scuole.

Da lì una serie di verifiche a cascata con appostamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, controlli e infine sequestri. In carcere all’alba di oggi, a Patti, Gioiosa Marea e Barcellona Pozzo di Gotto, in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse rispettivamente dal Gip di Patti Eugenio Aliquò e dal Gip del Tribunale per i Minorenni di Messina, Michele Saya, su richiesta delle Procure guidate da  Angelo Cavallo e Andrea Pagano, i carabinieri di Patti hanno arrestato, Ignacio Francisco Gonzalez Perez 29enne cubano, residente a Patti, Marco Pietro Calabrese 26 enne barcellonese, i pattesi Alessandro D’Amico 25enne, Michael Morciano 20enne, Rosario Lo Presti 22enne e M. G., 18enne, all’epoca dei fatti minorenne, condotto invece presso un istituto di custodia per minori, tutti agli arresti domiciliari.

Il video dell'operazione

Nell’ordinanza cautelare sono stati disposti quattro ulteriori provvedimenti cautelari a carico di Corica Mauro 37enne barcellonese e dei 20enni, Sangiorgio Agostino Antonio pattese e Soloperto Andrea Fabrizio di Gioiosa Marea, sottoposti alla misura dell’obbligo di dimora, nonché Sorbera Daniela, 36enne di Gioiosa Marea, sottoposta ad obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Tutti gli indagati sono gravemente indiziati del reato di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso tra loro e, per uno specifico episodio, per i soli Gonzalez, Corica e Calabrese, anche di estorsione in concorso.

Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Giorgia Orlando ed hanno fatto luce su una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, costituita da ragazzi, alcuni dei quali appena maggiorenni, che cedevano marijuana e cocaina ad altrettanto giovanissimi acquirenti, talvolta minorenni, non solo nei luoghi della movida dei comuni di Patti e Gioiosa Marea ma anche, fatto ancora più grave ed inquietante, all’esterno di alcuni istituti scolastici di Patti, dove la fitta rete di spaccio condotta da giovanissimi aveva il proprio baricentro.

Sin dall’inizio delle investigazioni, è risultato evidente come lo spaccio avesse come destinatari principalmente minori, ai quali la droga, in più circostanze, veniva ceduta all’esterno delle scuole, dove i giovanissimi fra una lezione e l’altra potevano reperire stupefacenti con facilità.  Nel corso delle indagini, sono stati documentati numerosi incontri mirati all’approvvigionamento di marijuana e cocaina da rivendere sulla piazza di Patti, attraverso un’attività di riscontro resa più che mai complessa dal fatto che gli indagati hanno sempre comunicato essenzialmente attraverso gli applicativi “Telegram” e “Whatsapp”.

A seguito dei continui controlli, delle perquisizioni e dei sequestri effettuati dai militari, i giovani indagati, preoccupati per le attività sempre più stringenti dei carabinieri, iniziarono a scambiarsi commenti ed indicazioni attraverso la linea telefonica “ordinaria”, pur mantenendo un linguaggio criptico. Nei dialoghi intercettati, facevano continui riferimenti alla qualità, al prezzo di acquisto e di rivendita della droga, nonché delle sue modalità di occultamento e preparazione, tradendo, nonostante la giovanissima età, una considerevole pericolosità sociale ed una rilevante propensione criminale.

Tra gli episodi più significativi, quello del  3 maggio 2019, quando gli indagati Lo Presti, D’Amico e M. G. sono andati a Messina per rifornirsi di cocaina. Dopo aver concluso l’acquisto, i tre giovani, monitorati dai carabinieri, hanno fatto rientro a Patti. I carabinieri li hanno sottoposti a controllo nei pressi della galleria sulla SS 113, ma non sono riusciti a trovare la droga perché, si è scoperto dopo da dialoghi captati, Lo Presti per farla franca  aveva ingerito “i tre cosi”, ossia un certo quantitativo di cocaina, manifestando poi agli altri indagati la sua preoccupazione per le eventuali controindicazioni e la necessità di espellere quanto ingoiato. Inoltre i tre giovani hanno paventato chiaramente l’ipotesi di una perquisizione domiciliare che potesse portare alla scoperta di altro stupefacente, motivo per cui un indagato ha subito contattato la madre chiedendole di disfarsi delle “sette storie”.

Una settimana dopo, i carabinieri sono riusciti, mediante captazioni telefoniche in tempo reale, a capire l’esatto punto in cui Lo Presti e D’Amico avevano occultato un considerevole quantitativo di droga destinato a futuri frazionamenti. Un’autoradio, infatti, si è immediatamente diretta nella via Croce Segreto di Patti dove, alla vista dei militari, due giovani si sono dileguati al buio, consentendo tuttavia ai carabinieri di rinvenire, in un terreno, un ciclomotore nel cui sottosella erano nascosti due involucri contenenti 545 grammi di marijuana.

Analogo episodio il 14 maggio, quando i carabinieri sono riusciti a sequestrare un involucro con  45 grammi di marijuana nascosta tra gli arbusti in corrispondenza di un pilone dell’autostrada in località Landro di Gioiosa Marea.

La sera del 30 maggio, ancora, i carabinieri hanno fermato due degli indagati, rinvenendo, nelle tasche di uno in particolare, due involucri contenenti circa 5 grammi di cocaina che era stata acquistata poco prima proprio a Messina, in zona Camaro, e trasportata successivamente a Patti mediante una vera e propria “staffetta” operata da altri due giovani, con passaggio di consegne della droga presso un’area di servizio autostradale, secondo un modus operandi assolutamente studiato ed organizzato.

Infine, di assoluto rilievo, è la figura di Gonzalez Ignacio, più noto come “il cubano”, ritenuto il principale responsabile, tra l’altro, di diverse cessioni di stupefacente del tipo marijuana ad una ragazza minorenne, consumatrice abituale e ad altri giovanissimi, avvenute nei pressi di un istituto scolastico primario nella zona di Patti Marina. Proprio per l’attività di spaccio nei pressi di questi luoghi, all’indagato è stata contestata una specifica aggravante. Inoltre, lo stesso, nel corso di una perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di circa 20 grammi di marijuana.

Gonzalez, insieme a Calabrese e a Corica, è accusato anche di estorsione nei confronti di un minorenne, colpevole di aver acquistato della sostanza stupefacente senza aver saldato il proprio debito. Gli indagati, infatti, erano andati a casa del minore, scagliandosi con calci e pugni contro la porta riuscendo  ad ottenere la consegna di 170 euro.

Una indagine complessa che riaccende i riflettori sul preoccupante fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, peraltro in prossimità di istituti scolastici, così largamente diffuso tra i giovanissimi, anche minorenni, nelle vesti di spacciatori e di consumatori.

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