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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Chili di cocaina a prezzi bassi e un giro d'affari da migliaia di euro: "Quanto sistemo qua, devono essere 83 mila euro"

I retroscena dell'indagine che ha portato all'arresto di quindici persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e plurime condotte di spaccio

Un giro d'affari da migliaia di euro che da Camaro e Santa Lucia sopra Contesse, raggiungeva la provincia di Messina, Catania e che proveniva da due canali di rifornimento in Calabria. A capo del traffico di cocaina e marjiuana ci sarebbero stati Tonino Settimo e Giovanni Cacopardo che avrebbero fatto base operativa a casa del primo dove sarebbero stati anche prorammati gli affari del gruppo e confezionati gli involucri di droga da vendere ai clienti grazie a diverse persone che si occupavano del rapporto con gli acquirenti. 

Decisive per l'avvio dell'indagine che ha portato all'arresto dei 15 soggetti, eseguiti nella notte da più di cento agenti della Squadra Mobile e del S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo), la dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Claudia Misale, il contenuto di intercettazioni e il racconto di una organizzazione di spaccio ben strutturata nel tempo e radicata nei territori di riferimento. 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti la maggior parte della fornitura di cocaina sarebbe stata acquistata dai calabresi, poi smerciata fra Messina e provincia e Catania. L'attività illecita sarebbe cominciata ben 18-19 anni fa e si sarebbe quindi consolidata nel corso del tempo. "Ci vuole il garage è da 18 anni, 19 anni che combattiamo sempre e tu lavori con tutti quelli che hanno il garage? La colpa è la tua", si legge in una intercettazione fra Cacopardo e uno dei fratelli Settimo. "Quanto sistemo qua, devono essere 83 mila euro", si legge ancora. 

Alle riunioni operative avrebbe partecipato anche Salvatore Culici, il cui ruolo principale sarebbe stato quello di distribuire grandi quantitativi di droga agli spacciatori. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Cacopardo e Settimo cedevano all'uomo a credito le partite di droga che poi l'uomo avrebbe spacciato a un prezzo maggiorato. Dopo lo smercio una parte di denaro rimaneva nelle mani di Culici mentre il resto veniva consegnato ai fornitori a saldo della merce. 

Oltre a Culici anche Alessandro Cucinotta figurerebbe come uno dei distributori di stupefacente legato alla provincia, come referente soprattutto dei comuni di Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto. Il prezzo della cocaina veniva mantenuto sempre competitivo, aggirandosi intorno ai 50-60 euro al gammo di sostanza, mentre la marjiuana veniva commerciata a 50 centesimi al grammo. Fra gli spacciatori anche un minorenne. 

Il gip ha disposto la misura di custodia cautelare in carcere per Giovanni Cacopardo, Antonino Settimo, Paolo Settimo, Salvatore Culici, Alessandro Cucinotta, Antonino Familiari, Giovanni Nucera, Giuseppe Castorino, Graziano Castorino, Rosario Abate e Giovambattista Cuscinà. Dispositi i domiciliari per Fabio Ariganello, Giovanni De Cicco Cuda, Filippo Irrera e Antonino Fichera. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e plurime condotte di spaccio. 

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