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Commissione antimafia a Messina, Fava: “Salto di qualità nei traffici di droga” | VIDEO

Il presidente manifesta la propria preoccupazione per il ruolo che la città dello Stretto svolge nelle rotte internazionali. L'attenzione puntata sulla "borghesia mafiosa” e le rinsaldate alleanze con le cosche catanesi

Preoccupazione per il nuovo ruolo che Messina svolge nei traffici internazionali di droga. Non più luogo di smistamento ma vera e propria roccaforte. Una preoccupazione chiara quella espressa dal presidente della Commissione regionale antimafia oggi in Prefettura insieme agli altri componenti della Commissione nell'ambito di missioni programmate dai deputati per conoscere la situazione nelle nove province siciliane.

Le dichiarazioni durante la conferenza stampa alla presenza del prefetto di Messina Carmela Librizzi e di altri membri della commissione Antonio De Luca e Roberta Schillaci, dopo aver ascoltato oggi il procuratore di Messina Maurizio De Lucia e il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, il prefetto, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri, il comandante provinciale della guardia di finanza e il dirigente della direzione investigativa antimafia sulla situazione della criminalità a Messina.

La commissione regionale antimafia si è occupata recentemente del caso Montante ma anche dei misteri dietro l'agguato al presidente del Parco dei Nebrodi.

In questa città - ha detto Fava - è emersa la presenza più che da altre parti di una 'borghesia' mafiosa che permette alla mafia di farsi imprenditrice, investire ed entrare nei circuiti legali dell'economia: questo è quello che è accaduto e sta accadendo.  E' quanto avvenuto ad esempio nel territorio dei Nebrodi quando si sono intercettati i flussi di finanziameti europei dove, non erano le famiglie di antico lignaggio criminale della zona ad investire direttamente,  ma studi di commercialisti e notai che hanno creato il tramite legale per accedere a questi contribuiti".

"Messina poi si conferma - prosegue Fava - una città dove c'è un pezzo della politica che ha avuto rapporti di scambio elettorale politico mafioso molto evidenti. Inoltre è una città che è diventata centrale  nelle rotte dello spaccio internazionale, anche con collegamenti senza intermedari direttamente  con i luoghi di produzione Sudamericani. E' questo è un elemento di grande preoccupazione perchè questo fa intravedere un grosso investimento mafioso.E ' confermata - continua Fava - una forte presenza storica a Messina delle famiglie mafiose catanesi come i Santapaola, i Romeo o i Cappello".

Tra gli elementi che preccupano principlamente anche la querelle per il nuovo Palazzo di Giustizia che ha fatto slittare i tempi ecostringe ancora i magistrati continuino ad operare negli scantinati. E poi ci sono carenze di organici.

"C'è un arretrato pesante - prosegue Fava -  con un 38 percento di processi che si concludono con prescrizione a Barcellona e Patti. Siamo di fronte anche a 122 richieste di custodia cautelare qui a Messina che attendono di essere esaminate dal Gip per reati collegati al traffico di stupefacenti. C'è quindi un lavoro determinato ed eccellente degli organi di polizia giudiziaria e della magistratura, ma anche elementi di debolezza strutturale che riguardano anche la pianta organica dei tribunali. Bisogna considerare che Messina - conclude il presidente della Commissione - sta diventando luogo di investimento mafioso, dove politica e mafia continuano a trovare un terreno di incontro virtuoso,  e dove l'economia è condizionata da investimenti criminali, quindi sono necessarie  strutture investigative e giudiziarie che sul piano materiale siano sempre  in condizione di far fronte a questa emergenza". 

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