Corsa al rettorato, il cambiamento secondo Limosani: "L'università non è solo una pergamena"
Oltre 500 persone hanno riempito le due aule principali del Dipartimento di Economia per la presentazione del programma dell'economista candidato per il prossimo sessennio. Tre i concetti chiave: rispetto delle persone e delle regole, valorizzazione del merito, inclusione e partecipazione
“Il mio programma? Potrebbe condensarsi in questo ... una Università che consenta agli iscritti di Messina, del meridione, che stranieri vengono da fuori... di avere non solo una pergamena, una laurea da spendere in un curriculum, la base per affrontare un concorso, un colloquio di lavoro, una opportunità di formazione per il futuro ma ... venti anni di vantaggio. Utopia? Io credo no. Io ci credo”.
Conclude così Michele Limosani, candidato a rettore di Messina, il suo intervento davanti ad oltre 500 persone che hanno riempito le due aule principali del Dipartimento di Economia per la presentazione del programma.
A coordinare l’incontro il prof. Augusto D’Amico, già Direttore dello stesso Dipartimento.
Ad aprire la serata, l’intervento di Chiara Furlan, studentessa di Medicina e Chirurgia, a conferma di come la centralità degli studenti - ha detto Limosani - nella sua visione di università non è un semplice slogan, ma un vero e proprio valore.
A evidenziare la bontà del programma di Limosani, sono poi intervenuti i professori Fortunato Neri, professore ordinario del Dipartimento MIFT (per l’Area delle Scienze e Tecnologie); Elena Caliri, professore ordinario Dipartimento DICAM (per l’Area delle Scienze umane); Giovanni Squadrito, professore ordinario del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale (per l’Area delle Scienze della vita); Maria Castriciano, ricercatrice del Dipartimento Chibiofarm (per i ricercatori); l’ing. Francesco Oteri (per il personale tecnico amministrativo).
Sono stati messi in luce alcuni concetti chiave del programma, come l’idea del ritorno a un governo di Ateneo basato sul confronto e il pieno coinvolgimento di tutte le componenti della comunità, la massima attenzione da porre sulla legalità, l’importanza dell’inclusione, l’esigenza di essere competitivi sul fronte della ricerca e della didattica.
Centralità alla questione etica. “Credo che si possa affermare, senza la paura di essere smentito – spiega Limosani - che il nostro Ateneo stia attraversando un momento straordinariamente delicato. La crisi di immagine, di credibilità, di reputazione ha raggiunto livelli insopportabili; anni di sforzi e di fatiche sono stati di colpo azzerati. Anche in questo caso (reputazione) occorre voltare pagina, cambiare rotta, dare un sferzata alla direzione di marcia. Come realizzare questo cambiamento?.
Tre i punti fondamentali: rispetto delle persone e delle regole, riconoscimento e valorizzazione del merito, inclusione e partecipazione.
Partendo non solo da quello che si può fare ma soprattutto da ciò che non giusto fare. “Nessuno può sentirsi minacciato, intimidito, o perseguitato perché esprime liberamente il proprio pensiero anche se non allineato al potere costituito – scrive nella relazione finale - Non si possono eludere i criteri e gli indirizzi stabiliti dal Senato accademico (trasparenza); Non si possono modificare le priorità indicate dai Dipartimenti nella programmazione senza ritornare al Dipartimento che su quella programmazione ha deliberato; I Dipartimenti dovranno recuperare la centralità smarrita nella vita accademica e godere di una reale autonomia nelle scelte relative alla didattica e alla ricerca. Non si può spuntare la mattina presso la stanza del Direttore Generale per dare indicazioni su quale personale spostare, quale risorse tecnologiche assegnare, quali spazi ambulatoriale destinare, violando la regola cardine di ogni buona amministrazione ossia la separazione e autonomia del potere politico da quello gestionale; (rapporto fisiologico direttore-Rettore). Non si può intervenire a gamba tesa nelle dinamiche dipartimentali quando si tratta di definire l’indirizzo politico e la scelta di coloro che saranno chiamati ad interpretare tale indirizzo”.
Ma Limosani chiarisce anche alcuni dati che solo in una “prima face” possono apparire significativi e lusinghieri. “Il confronto, tuttavia, con la performance degli altri atenei ne ridimensiona la portata e rivela piuttosto tutta la debolezza di un sistema, mettendo in luce diverse criticità”. Così come critica appare poi la situazione del policlinico Universitario. Limosani è tornato sul rischio che non vengano prorogati i contratti in scadenza al personale e dunque sulla difficoltà a garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA) per la popolazione.
Poi la questione che sta più a cuore agli studenti. “Sul fronte delle residenze siamo lontano da ogni ragionevole risultato che ci consenta di essere additati come riferimento nel panorama nazionale. Secondo i dati Ersu ci sono più di 3mila richieste di residenza degli studenti; il decreto ministeriale 14377/ del 22 indica il nostro fabbisogno minimo in 1.400 posti letto. Noi disponiamo di 285 posti letto; con tutti i progetti in corso di circa 100 posti liberty, 100 posti riviera, 200 padiglione A, ERSU via Cesare battisti arriveremo a 900 e siamo quindi lontano dagli standard minimi. E poi a conti fatti quanto sarà costato la ristrutturazione del riviera a m2? Si parla di circa 12.000 a m2? Una assurdità. Quanto costerà un affitto al liberty 350 euro per una stanza da dividere con un altro studente?”.
Per Limosani dunque “occorre cambiare marcia in termini gestionali” su tutti i fronti. Un cambiamento – ha detto - che non può venire da coloro che sono in continuità di azione (performance) e di pensiero con la precedente amministrazione. “Se la comunità accademica vorrà concedermi la sua fiducia per realizzare questo progetto di rinnovamento sarò il rettore di tutti, un Rettore chiamato a cambiare pagina non a celebrare la restaurazione”.