Elezioni rettore e l'economista che odia le divisioni, Limosani: "Io di parte? Dov'erano gli attuali candidati?"
Il prorettore al Bilancio dell'era Navarra si presenta come l'unico in lizza con un messaggio di discontinuità : "È un momento delicato e preoccupante, vi spiego le mie idee di rilancio"
Professore ordinario di Politica Economica e direttore del dipartimento di Economia Michele Limosani nella corsa a tre per l'ermellino si presenta come la figura di rottura agli occhi dei fedelissimi di Salvatore Cuzzocrea. Già prorettore al Bilancio accanto a Pietro Navarra l'economista spiega in obiettivi che domani spera saranno numeri importanti per l'ateneo il suo piano di rilancio e a chi lo accusa di essere di parte risponde: "Dov'erano gli altri candidati in questi anni?"
L'Università si presenta alle elezioni per il nuovo rettore con l'ombra dell'inchiesta sui Rimborsi alla Ricerca, la Legalità è il tema portante di questo confronto?
"Il momento è estremamente delicato e di preoccupazione visti i fatti di cui viene accusato l’ex rettore che sono oggetto di indagine della procura, sono fiducioso che lui saprà fare luce sulla sua posizione e respingere gli addebiti, ma tutti questi fatti hanno comportato una caduta d'immagine dell'ateneo e il danno è evidente, in qualche modo siamo tornati indietro e rispetto al passato qualcosa non ha funzionato e aggiungo che non sono mancati i segnali in questi cinque anni che qualcosa non brillava, chi era accanto al magnifico cos'ha fatto? C'è stata sottovalutazione? Poca attenzione? Una riflessione su quanto accaduto è d’obbligo"
Il prorettorato alla Legalità è la strada giusta?
“Il rispetto delle persone e delle istituzioni è sacro, la legalità o c'è o non c'è a prescindere dal prorettorato. Se l'inchiesta andrà avanti noi ci costituiremo Parte civile, l’interesse e la dignità dell'Università viene prima di tutto".
Quale scelta fatta da altri ostacolerebbe ancora e quale vorrebbe rivendicare anche se lei non aveva funzioni di governo?
"Io non accetto l’assenza del confronto,, il ruolo dei dipartimenti è fondamentale, sono uno degli elementi propulsori della vita accademica, i dipartimenti hanno una centralità e sono stati emarginati; basta scelte calate dall'alto; diamo continuità alla campagna di reclutamento incoraggiando l’inserimento dei giovani ricercatori"
Tre punti essenziali se lei sarà il nuovo rettore
"Io sarò il rettore di tutti, un rettore senza settore scientifico disciplinare specifico; Promuoverò la partecipazione di tutti i colleghi ai vari livelli nelle scelte strategiche che riguardano la vita della comunità accademica; terzo elemento l'attenzione particolare al Policlinico universitario attraversato da una crisi profonda di immagine e reputazione. La Ricerca universitaria ha bisogno di uno scatto in più, sto insistendo affinché vengano individuate aree e temi in cui questa Università diventi modello europeo per coinvolgere in una filiera tutti gli attori con in testa i giovani ricercatori, siamo chiamati a diventare su alcuni temi un riferimento per il Paese; si questi temi ho presentato un progetto strategico per tutti e tre i Poli del nostro Ateneo"
Sport e rapporto con la Ssd
"Qui torneremo al modello Cus che sarà parte integrante del Cusi; è una scelta politica netta in linea con quanto accade in altre città universitarie, c'è un Cus per ogni città."
Studenti e ampliamento del loro diritto di voto
"Con chi sto è evidente, ho sostenuto le loro rivendicazioni, mi dispiace che queste loro aspettative siano state deluse in questi cinque anni, prospettive disattese e appuntamenti rinviati, si dice sempre che gli studenti sono cruciali e poi quando c'è da concretizzare alle parole non seguono i fatti, abbiamo perso un’occasione in Senato accademico, da rettore sarà allineato subito il regolamento".
Il suo direttore generale chi sarà?
"Il rettore indica obiettivi; il direttore è chiamato a individuare i metodi e le vie per raggiungere quegli obiettivi, seguendo il metodo della partecipazione, mi piacerebbe infatti avere un direttore che per quanto autonomo coinvolgerà sempre il personale tecnico amministrativo e se farà così saremo più produttivi".
Ponte sullo Stretto
"E' una questione complessa, l'Università deve rispettare le decisioni politiche del governo, al di là delle mie preferenze personali sul Ponte sarò il rettore di tutti e ci sarà spazio per il pluralismo; se l'opera sarà realizzata l'Università non potrà restare fuori da questo progetto perché non è soltanto un collegamento infrastrutturale ma impatta su tutto: mobilità, Area dello Stretto, Turismo, Ambiente e rispetto a questi temi la nostra Università potrà mettere a disposizione tutte le competenze necessarie, abbiamo un ruolo sia scientifico che tecnico che l'ateneo potrà ricoprire, perché non dovrei candidare i laboratori di Scienze e Ingegneria che siano al servizio delle aziende che realizzeranno il progetto?. Al tempo nacque il Cerisi che fu un laboratorio con standard internazionali e dunque non staremo fuori"
Sulla questione abitativa degli studenti invece...
"Abbiamo fatto dei passi avanti ma credo che il problema vada affrontato in maniera diversa: secondo dati Ersu ci sono più di 3mila richieste di residenza degli studenti, un decreto ministeriale ci informa che il nostro fabbisogno minimo è di 1.400 posti letto mentre noi abbiamo oggi a disposizione tra 200 e 300 posti letto; con tutti i progetti portati avanti, compreso il Liberty, saliremo a 900 e dunque qui bisogna fare di più e c'è bisogno di un piano sistematico che si articoli su due grandi linee: la collaborazione con le istituzioni pubbliche e private con in testa Ersu e dunque Regione; il reddito da immobili dei messinesi è una quota consistente; ma ovviamente deve essere un privato che garantisca qualità e trasparenza; io poi vorrei privilegiare i campus universitari, quindi formazione, mobilità, residenzialità, spazi di socializzazione, servizi, l'incentivo sarà vivi il campus perché ci saranno tutte quelle attività che lo studente deve avere".
Moschella viene definito il pacificatore dei candidati, lei un uomo di parte: vale a dire una novità ma con il sospetto della restaurazione
"Io sarò il rettore di tutti, sono interprete di un progetto che trova il consenso e il sostegno di diverse sensibilità e “appartenenze”, è mortificante sentirsi dire di essere l'uomo di...intanto perché, come dicevo, sono sostenuto da una comunità plurale. Rifiuto la narrazione che mi vede nelle vesti di restauratore, non stiamo celebrando il Congresso di Vienna: le parole chiave saranno partecipazione, confronto, merito e qualità. Su questi basi sarà possibile anche accedere alle cariche di governo. Sulla contrapposizione trovo paradossale che chi oggi si candida come pacificatore dimentichi di essere stato o distratto, o silente o addirittura a volte promotore della contrapposizione. Ricordo che il professore Cuzzocrea è stato eletto con l'85/90% dei consensi, era stata consegnata al professore Cuzzocrea una comunità non coesa ma di più; invece all'indomani dell'elezione sono iniziati i distinguo, le divisioni, il mancato rispetto.
A differenza di quanto accadeva ad altri colleghi in qualità di Direttore del Dipartimento, non appena insediato non venivo convocato per condividere la programmazione, l’offerta formativa perché ritenuto scomodo. Ho continuato a svolgere il mio ruolo istituzionale senza alcun confronto o conforto nel mio operare. Dove erano gli attuali candidati? Hanno lasciato fare. Oggi chi parla di pacificazione dovrebbe fare una onesta riflessione sui motivi che in questi lunghi cinque anni hanno impedito loro di arginare o di opporsi a questo stile a questo modo di gestire i rapporti istituzionali".