Si fa ricoverare con la sorella positiva affetta da sindrome di Down, la nipote: "Non vediamo l'ora di riabbracciarla"
La storia a lieto fine per la famiglia di Roccalumera a cui è stata concessa dall'ospedale la possibilità di essere accudita da una sua familiare nell'attesa che guarisca dal covid. Adesso si aspettano soltanto le dimissioni in tutto il paese della provincia
Una quotidianità interrotta, improvvisamente, dall'arrivo in famiglia del coronavirus. Dal scoperta della positività, che in casa non ha risparmiato nemmeno Emanuela, la zia quarantenne affetta da sindrome di down, al ricovero della quarantaduenne nel padiglione B di malattie infettive del Policlinico di Messina poco tempo è passato. Ma a un prezzo molto alto: Emanuela, infatti, non poteva essere lasciata da sola. Ha bisogno dell'amore dei familiari, per cui lei rappresenta una mascotte, ma soprattutto dell'assistenza e delle cure specifiche di almeno uno di loro. La famiglia di Roccalumera ha così mobilitato quante più persone possibile per cercare di non lasciare sola Emanuela. E a una settimana dal suo arrivo in ospedale, il Policlinico ha autorizzato che la sorella venisse ricoverata insieme a lei per assistere la donna.
"Non potevamo lasciarla da sola - spiega Federica Romeo, la nipote - Grazie all'aiuto del sindaco di Santa Teresa, Danilo Lo Giudice, del primario del reparto, Giuseppe Nunnari, e di Claudia Gugliotta, mia madre ha raggiunto mia zia". Sono quasi dieci giorni che Emanuela è in ospedale ma da martedì è certamente coccolata da sua sorella. Ancora non si sa quando potrà tornare a casa. "Ma risponde bene alle cure e la speranza è quella di riabbracciarla prima possibile" racconta ancora Federica. "Un momento difficile per la nostra famiglia, ma che almeno per questo aspetto si è risolto in bene. Noi non possiamo che ringraziare le persone che si sono mobilitate per aiutarci in questo momento difficile", conclude Federica.