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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza rifiuti e polemiche, Baglieri: "Nessuno è esente da responsabilità"

L'assessore regionale corre ai ripari per scongiurare che la spazzatura "continui a rimanere in strada". E sulle accuse in commissione antimafia...

«Sono a lavoro con il direttore del dipartimento Acqua e Rifiuti, Calogero Foti, per scongiurare che i rifiuti possano rimanere per strada nel rispetto dei cittadini e per il bene del territorio di Trapani e del Palermitano. Proprio questa mattina ho sentito telefonicamente il sindaco, Giacomo Tranchida, che, con senso civico e rispetto delle istituzioni, ha dato la sua disponibilità a trattare i rifiuti presso l'impianto di Trapani Servizi anche per i comuni "fuori d’ambito"».

Lo dice l'assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri, in seguito sulla chiusura dell’impianto di Oikos, a seguito di una sentenza del Tar di Catania, che ha causato l’ennesima emergenza nel territorio siciliano ed esattamente sul versante trapanese coinvolgendo anche tutti i comuni, 31 quelli del messinese, zona tirrenica, che smaltivano nella discarica di Trapani Servizi.

“Vorrei rassicurare e ringraziare tutti i sindaci che in queste ore, in uno spirito di massima collaborazione, hanno cercato ognuno con le proprie forze di sopperire all’ennesima emergenza che da più di 20 anni attanaglia la Sicilia tutta – continua la rappresentante del governo Musumeci  - Ciò che sta accadendo in questi giorni, quanto dall’attività delle Commissioni Antimafia, sono purtroppo notizie a cui i cittadini e le istituzioni sono tristemente abituati dalla decennale fragilità d’equilibrio su cui si basa la gestione dei rifiuti nella nostra Regione. Nessuno quindi può e deve sentirsi escluso da responsabilità politiche e morali rispetto ad un "sistema degenerato" che con le sue sistemiche emergenze rendono l’ordinarietà una parola oramai "fuori moda" in questo settore”.

Il riferimento è anche alle recenti dichiarazioni del procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione nazionale antimafia.

Per Zuccaro “grazie a questa politica scellerata di non scegliere determinate cose il settore delle discariche, che è un settore particolarmente redditizio, è in mano quasi per intero a soggetti collegati con la mafia direttamente o indirettamente, così come la raccolta dei rifiuti. E quasi tutte le imprese che si occupano della raccolta dei rifiuti in Sicilia orientale hanno un controllo diretto o indiretto ai sodalizi mafiosi”.

Dichiarazioni che pesano come macigni e che oggi anche l’ex sindaco di Messina candidato alla presidenza della Regione, ha voluto commentare. Cateno De Luca sui rifiuti ha già da tempo puntato il dito contro la gestione dei rifiuti in Sicilia attaccando duramente a più riprese il governatore Nello Musumeci. “Come la vogliamo mettere ora – ha detto De Luca invitando Musumeci a dimettersi per avere in questi anni agevolato la mafia. “Se Zuccaro sostiene questo – ha detto De Luca – è perché Musumeci non ha fatto nulla in questi anni per rendere pubblico lo smaltimento del ciclo dei rifiuti. Ecco perché devi rimanere ancora candidato... Perchè ti vogliamo inchiodare alle tue responsabilità. In Sicilia tutti quelli che sono servizi essenziali sono business”.

Proprio in queste ore mentre piovono in prefettura e alla Regione le lettere dei sindaci della Provincia, come quella di Pinuccio Calabrò sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto che ha chiesto al prefetto Cosima Di Stani “il rafforzamento del dispositivo di controllo del territorio, anche nella considerazione delle montanti esigenze di tutela della sicurezza degli operatori dei servizi da possibili profili di rischio, in un eventuale scenario di crisi sociale”, l’assessore regionale sta studiando misure per fronteggiare la situazione.

“Il risultato, purtroppo – si legge nella nota della Baglieri - è quello di non essere più credibili, come cittadini, classe dirigente, politica ed imprenditoriale, rispetto alle sfide della transizione energetica, dell’hydrogen valley, agli stanziamenti economici e all’innovazione che questi richiedono se ancora - dopo tre decenni - abbiamo il problema del "sacchetto dell’umido"», conclude la Baglieri.

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