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Cronaca

Polemiche sull'esercito nelle scuole in tempi di Covid, sotto processo il docente-pacifista Antonio Mazzeo

Il rinvio a giudizio è stato disposto dal Pubblico ministero, Anna Maria Arena. Domani l'udienza. "Non comprendo come e perché una mia valutazione di ordine meramente politico e pedagogico possa aver offeso la reputazione della dirigente"

Finisce in Tribunale la polemica sull’esercito nelle scuole in tempo di Covid. Sotto processo per diffamazione a mezzo stampa è finito il docente e pacifista Antonio Mazzeo che dovrà rispondere del reato di diffamazione a mezzo stampa. L’udienza dibattimentale domani, martedì 13 dicembre alle ore 9, al Tribunale di Messina. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal Pubblico ministero, Anna Maria Arena.

“Mazzeo Antonio è imputato del reato di cui all’art. 595 comma II e III del codice penale perché, in qualità di autore dell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi, commentando la circostanza che, per evitare assembramenti, erano stati inviati militari dell’esercito a presidiare l’ingresso dell’istituto scolastico, offendeva la reputazione della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Paradiso, dottoressa Eleonora Corrado, affermando che quest’ultima “…oltre a essere evidentemente anni luce distante dai modelli pedagogici e formativi che dovrebbero fare da fondamento della Scuola della Costituzione repubblicana (il ripudio della guerra e l’uso illegittimo della forza; l’insostituibilità della figura dell’insegnante e l’educare e il non reprimere, ecc.), si mostra ciecamente obbediente all’ennesimo Patto per la Sicurezza Urbana, del tutto arbitrario ed autoritario e che certamente non può e né deve bypassare i compiti e le responsabilità del personale docente in quella che è la promozione e gestione delle relazioni con i minori”.

La vicenda risale al 21 ottobre del 2020, quando venne segnalata la presenza di militari dell’Esercito – legata ai controlli per l’emergenza Coronavirus - che aveva creato qualche preoccupazione fra i bimbi. La loro presenza, che divise il popolo social e non solo, era stata segnalata da alcuni genitori all’allora Garante dell’Infanzia, Fabio Costantino che aveva chiesto l’intervento della Prefettura. Un appello evidentemente accolto visto che l’indomani a scuola si presentarono solo i vigili urbani.

La dirigente scolastica aveva voluto chiarire la sua posizione: “Si è trattato di due giovani militari dell’Esercito, in divisa, corredata da tutto ciò che è previsto dalle norme in merito alla dotazione individuale per l’espletamento del servizio, per effettuare controlli anti-assembramento previsti dalle misure comunali di prevenzione anti-Covid”,aveva dichiarato la dirigente. “La referente del plesso ha fatto un breve sondaggio nelle classi: nessun alunno ha dichiarato di aver paura e molti hanno dichiarato di non aver neanche notato la presenza dei militari davanti alla scuola. Inoltre la sottoscritta ha verificato presso la Segreteria dell’Ufficio della Prefettura di Messina che il controllo effettuato da esponenti dell’Esercito rientra tra i normali controlli stabiliti dal Comitato Tecnico Provinciale nel Patto per la Sicurezza Urbana firmato mercoledì 14 ottobre dal sindaco Cateno De Luca e dal Prefetto Maria Carmela Librizzi”.

Il contenuto di queste dichiarazioni aveva spinto Mazzeo a scrivere un comunicato con il commento di cui dovrà ora rispondere.

“Rileggo a due anni di distanza quanto scritto – scrive oggi il docente - e continuo a non comprendere come e perché una mia valutazione di ordine meramente politico e pedagogico possa aver “offeso la reputazione” della dirigente scolastica. Non conosco personalmente la dottoressa Corrado, ma non avrei mai immaginato di dovermi confrontare in sede giudiziaria sulle modalità con cui le istituzioni scolastiche avrebbero dovuto operare a tutela dei minori contro gli illegittimi e ingiustificabili provvedimenti di militarizzazione delle scuole in tempi di emergenza da Covid-19. Ritengo di aver fatto pienamente il mio dovere di insegnante-educatore e attivista impegnato nei temi della pace, del disarmo e della lotta contro i processi di riarmo e militarizzazione della società. La denuncia mia e di tanti atri cittadini di quel presunto Patto di Sicurezza Urbana ne ha segnato la più che meritata scomparsa in tempi rapidissimi”.

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