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Cronaca Barcellona Pozzo di Gotto

Professionisti, imprenditori e commercianti del mercato sotto scacco della mafia barcellonese: quattro arresti

Estorsione e usura: accuse aggravate per gli indagati dal legame con l'associazione mafiosa "dei barcellonesi". Inchiesta seguite dal commissariato della città del Longano e dalla direzione distrettuale della procura di Messina. I particolari

Estorsione e usura: accuse aggravate per gli indagati di far parte dell'associazione mafiosa "dei barcellonesi". Oggi personale del Commissariato di di Barcellona Pozzo di Gotto a conclusione di laboriose ed articolate indagini, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Tribunale – Sezione GIP - di Messina che ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di quattro persone. 

L’ operazione scaturisce dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia – e coinvolge 10 persone, alle quali sono contestati reati per fatti avvenuti nell’hinterland barcellonese tra il 2018 ed il 2021.

Le indagini hanno permesso di verificare che gli indagati, avvalendosi della forza di intimidazione per l’appartenenza alla locale famiglia mafiosa, costringevano professionisti ed imprenditori locali alla corresponsione di ingenti somme di denaro e di
beni di vario genere, utilizzando il consueto pretesto di dover sostenere le spese dei mafiosi detenuti.

È stato appurato, in altri casi - secondo l'inchiesta - che le pretese di denaro si riferivano a debiti contratti con gli esponenti del clan nell’ambito di scommesse on line, effettuate attraverso piattaforme illegali. Le vittime si trovavano ben presto notevolmente esposte e a seguito di pesanti minacce, costrette ad onorare i debiti o cercare di dilazionare il pagamento corrispondendo ulteriori somme per gli interessi usurai applicati.

Particolarmente rilevanti, infine, sono risultate le investigazioni sulle strategie che hanno permesso di assumere il totale controllo del mercato ortofrutticolo barcellonese dove la locale famiglia mafiosa agiva imponendo sia le quantità e la qualità della merce da mettere in commercio sia il prezzo; in determinati casi alcuni rivenditori si trovavano costretti ad acquisire merce in quantità superiore a quella richiesta.

Le ingenti risorse, provento di attività illecite, venivano infine reimpiegate per la concessione di prestiti a tasso usuraio o per investimenti immobiliari, come emerso dalle indagini, nel corso delle quali la Polizia di Stato ha individuato e sottoposto a sequestro
beni immobili, prodotti finanziari e denaro contante per un valore di oltre 500.000 euro riconducibili al clan mafioso dei barcellonesi.
Alla fase esecutiva ha collaborato personale della Squadra Mobile di Messina
 

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