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Cronaca Tortorici

Mafia dei Nebrodi, l'ex sindaco di Tortorici torna ai domiciliari

Secondo le dichiarazioni dei collaboratori avrebbe anche chiesto aiuto ai Batensi per vincere le elezioni comunali. Il 23 aprile 2021 condannati con rito abbreviato a oltre 50 anni di carcere per associazione mafiosa 6 soggetti coinvolti

L'ex sindaco del comune di Tortorici, Emanuele Galati Sardo torna ai domiciliari. A dare esecuzione dell'ordinanza del Tribunale del Riesame di Messina i finanzieri del comando provinciale di Messna. La misura restrittiva è stata disposta a seguito della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, in ordine all’accoglimento di un precedente ricorso proposto dalla Procura della Repubblica di Messina.   

In particolare, il Provvedimento oggi eseguito si inserisce nell’ambito delle investigazioni dell'operanzione "Nebrodi", diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Messina che, nel gennaio 2020, portò alla disarticolazione di due agguerrite e strutturate associazioni per delinquere di stampo mafioso, originarie della zona nebroidea: il gruppo mafioso dei “Bontempo-Scavo", capeggiato da Aurelio Salvatore Faranda, ed il clan dei "Batanesi" diretto da Sebastiano Bontempo, detto "il biondino". 

A seguito della predetta operazione, peraltro, il Ministro dell’Interno, su proposta del Prefetto di Messina, ha disposto lo scioglimento del Consiglio Comunale di Tortorici, per la documentata esistenza di sintomi inerenti l’infiltrazione mafiosa della macchina comunale. 

Le indagini

Le indagini avevano documentato come Emanuele Galati Sardo, responsabile di un Centro di Assistenza Agricola di Tortorici dal 2013 e sino alla nomina a Sindaco, avvenuta nel 2019, secondo ipotesi investigativa, pur non organico ai gruppi mafiosi investigati dei Batanesi e dei Bontempo-Scavo, avesse avallato la regolarità delle domande di pagamento dei contributi europei presentate dai vari sodali, di fatto favorendone l’illecito accrescimento economico. 

Anch’egli destinatario nel gennaio 2020 di ordine di cattura ai domiciliari, nel successivo interrogatorio di garanzia, tuttavia mostrava segni di ritenuta resipiscenza, talché veniva esclusa la possibilità di reiterazione del reato, accolte le istanze difensive e revocato il provvedimento di custodia cautelare. Tale pronunciamento è stato impugnato dalla Procura della Repubblica di Messina e la vicenda è stata rimessa alle decisioni della Suprema Corte di Cassazione.

Quest’ultima ha accolto il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Messina, e il Tribunale del Riesame dello Stretto ha confermato l’impugnata misura degli arresti domiciliari, oggi eseguita dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di Messina, rafforzandola con il divieto di comunicare con persone diverse da quelle con le quali l’indagato conviva o dai quali sia assistito.

L'aiuto dei boss mafiosi per vincere le elezioni comunali 

In tale complesso quadro, rilievo centrale hanno assunto le dichiarazioni di due esponenti del clan dei “Batanesi”, indagati nello stesso procedimento e che, raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, hanno deciso di collaborare con l’Autorità Giudiziaria, divenendo collaboratori di giustizia. Si tratta di Giuseppe Gammazza Marino detto “scarabocchio” e Carmelo Barbagiovanni detto “u muzzuni”.

Giuseppe Gammazza Marino ha riferito di essere stato avvicinato dall'ex sindaco di Tortorici, inizialmente, in occasione delle elezioni comunali del 2014 – 2015, con la richiesta di supportarlo nella competizione elettorale. Tuttavia perse le consultazioni. Successivamente, quindi, Galati ha riproposto la propria candidatura nelle elezioni del 2019, riuscendo a conquistare la più importante carica comunale, e tale elezione venne sponsorizzata a Gammazza Marino direttamente dal fratello e dalla sorella di Sebastiano Bontempo, carismatico capo del gruppo dei Batanesi. 

Carmelo Barbagiovanni ha descritto l'ex sindaco come soggetto che, attesa la qualità di responsabile di CAA all’epoca rivestita, risultasse aduso a favorire gli interessi criminali di tutti i soggetti comunque contigui alla famiglia dei Bontempo-Scavo, confermando come il politico fosse legato da rapporti di affinità con la sorella del “biondino”, nonché come risolvesse le contingenti difficoltà scaturenti dalla gestione delle illecite pratiche volte all’illegittimo ottenimento di fondi comunitari. In aggiunta, confermava l’impegno dei membri più autorevoli della consorteria dei Batanesi in occasione della competizione elettorale che avevano visto Galati Sardo vincitore.

Con l’odierno provvedimento cautelare viene ulteriormente ribadita la “tetragona potenza malavitosa” delle strutture criminali oggetto delle investigazioni di cui all’Operazione Nebrodi, che, il recente 23 aprile 2021, ha visto l’irrogazione, in abbreviato, seppur non definitiva, di oltre 50 anni di carcere per associazione mafiosa, nei confronti di 6 partecipi, tra cui proprio Sebastiano Bontempo ed i due collaboratori di giustizia.

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