Femminicidio Lorena Quaranta, De Pace rinviato a giudizio: no a rito abbreviato e perizia
La decisione del gup Fabio Pagana durante l'udienza preliminare celebrata stamane. Sette associazioni si costituiscono parte civile. Contestate tre aggravanti
Comincerà il prossimo 17 marzo il processo per la morte di Lorena Quaranta. Sul banco degli imputati il fidanzato Antonio De Pace, che secondo la ricostruzione degli inquirenti, quella maledetta notte del 31 marzo, ha tramortito e poi strangolato la fidanzata al termine di un litigio. Questa mattina al tribunale di Messina si è celebrata l'udienza preliminare al termine della quale il gup Fabio Pagana ha fissato la data del rinvio a giudizio, così come richiesto dal sostituto procuratore Roberto Conte, titolare delle indagini.
Lorena Quaranta è morta per asfissia
Non ci sarà alcuna perizia psichiatrica nei confronti dell'infermiere calabrese, il giudice ha respinto la richiesta dei legali Bruno Ganino e Ilaria Intelisano, rigettando anche l'eventualità del giudizio in rito abbreviato. Oltre ai familari di Lorena Quaranta, assistiti dall'avvocato Giuseppe Barba, hanno deciso di costituirsi parte civile sette associazioni a livello nazionale e locale che lottano contro la violenza sulle donne: Insieme per Marianna Manduca, Genesis, Centro Antiviolenza al tuo fianco di Roccalumena, Pink Project, Gens Nova, Cedav Messina, Una di noi Onlus ed Eva luna Onlus di Messina.
Contestate anche tre aggravanti: in particolare, l'aver premeditato l’omicidio in quanto aveva inviato prima dei messaggi a familiari in cui diceva di voler trasferire dei risparmi che aveva accumulato ai nipoti; messaggi che poi aveva cancellato. Inoltre, secondo l’accusa, era entrato nella camera da letto dove c’era Lorena con un oggetto per colpirla e tramortirla. Infine, i magistrati gli contestano le aggravanti di aver commesso il fatto contro una persona a lui legata da vincoli affettivi e convivente e per motivi abbietti e futili.
La vicenda
La notte del 31 marzo Lorena Quaranta è morta dopo essere stata strangolata. Tutto questo al termine di una lite con il fidanzato, iniziata la sera prima e terminata poi in tragedia nell'appartamento di Furci Siculo in cui i due abitavano. Poi il tentaivo di suicidio di De Pace che si è procurato dei tagli prima di chiamare i carabinieri. Alla base sembra esserci una sola "giustificazione", inusuale quanto agghiacciante: uno stato d'ansia che da giorni avrebbe tormentato il 27enne, provocato dalla paura di essere stato contagiato dal coronavirus insieme alla stessa Lorena. Ipotesi successivamente smentita dai tamponi effettuati su entrambi dal personale sanitario.