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Cronaca

Avevano i soldi per forme di Democrazia partecipata ma non li hanno utilizzati, i Comuni dovranno restituire i fondi

La dirigente regionale alle Autonomie Locali ha emesso il decreto contro gli enti, c'è anche il capoluogo

Ci sono anche il capoluogo e altri Comuni del Messinese tra gli enti che dovranno restituire fondi alla Regione (1,3 milioni in totale) perché non hanno speso i soldi destinati alle forme di Democrazia partecipata per l'anno 2019. 

E' quanto previsto dal decreto del dirigente geneale del dipartimento Autonomie locali, Maria Teresa Torbabene, della Regione su "Accertamento d'entrata delle penali comminate in relazione ai trasferimenti di parte corrente per l'anno 2019 ex comma1, art.6 della legge regionale n.5/2014 e s.m.i. concernente l'obbligo di attivazione di forme di democrazia partecipata ai comuni parzialmente e/o totalmente inadempienti". 

Questa la lista dei Comuni che dovranno restituire le somme indicate:

Capizzi € 99,56 
Capo d'Orlando € 715,83 
Caronia € 15.505,67 
Furci Siculo € 671,83 
Gioiosa Marea € 8.407,41 
Itala € 539,61 
Letojanni € 4.991,38 
Limina € 5.866,63 
Merì € 2.395,03 
Messina € 13.817,29 
Mistretta € 2.150,83 
Novara di Sicilia € 6.393,76 
Pace del Mela € 5.317,76 
Pagliara € 7.861,07 
Roccalumera € 935,12 
Roccavaldina € 364,32 
Saponara € 245,07
Santa Marina Salina € 12.251,34 
Santa Domenica Vittoria € 6.276,72 
Sant'Alessio Siculo € 4.489,80 
Santo Stefano di Camastra € 21.201,16 
Sinagra € 13.391,20 
Spadafora € 12.808,57 
Taormina € 21,95 
Torrenova € 1.981,76

Nell'ottobre scorso la Regione aveva dato l'ultimatum ai Comuni. Nel 2022 nel Messinese ci sono anche Comuni che, dopo aver perso i propri fondi per anni, per la prima volta hanno attivato i processi di democrazia partecipata come Capo d’Orlando e Scaletta Zanclea. 

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