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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

La banda dei furti che teneva sotto scacco Giostra, sei arresti dopo l'intervento della guardia di finanza

Azzerato un gruppo specializzato anche in estorsioni, riciclaggio e ricettazione. Veicoli rubati e privati di parti meccaniche, vittime minacciate con il classico "cavallo di ritorno". Refurtiva venduta online anche tramite meccanici compiacenti

A Giostra tutti sapevano di quella banda specializzata in furti di veicoli e parti meccaniche, tanto da rivolgersi spesso ai diretti componenti per riavere indietro la propria auto. E in questo caso non mancava il classico "cavallo di ritorno" con le vittime costrette a pagare se volevano rientrare in possesso di quanto era stato sottratto. Ma tutto si è concluso dopo l'intervento della guardia di finanza che questa mattina hanno emesso 12 misure cautelari al termine di un blitz coordinato dalla Procura. Quattro persone sono state arrestate, due sono finite ai domiciliari mentre per altre sei è scattato l'obbligo di firma. Sgominata un'associazione a delinquere finalizzata al furto, alla ricettazione, al riciclaggio ed all’estorsione. Le indagini sono iniziate lo scorso agosto, condotte dagli specialisti del GICO del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina. Individuato un agguerrito gruppo criminale che in modo strutturato compiva numerosissimi reati predatori, utilizzando un linguaggio criptico con sms, chat e comunicazioni mediate. Ma le Fiamme Gialle sono riuscite nella completa identificazione di tutti i membri del sodalizio criminale. 

I nomi degli arrestati

Il gruppo commetteva furti e connessi episodi di riciclaggio e ricettazione di autovetture e ciclomotori, ovvero di pezzi meccanici e di carrozzeria riferibili a mezzi rubati. Oltre a deplorevoli pratiche estorsive nei confronti delle numerose vittime, proponendo loro di pagare somme di denaro con l’implicita minaccia, ove non avessero aderito, di perdere definitivamente il mezzo rubato: il classico “riscatto”, più noto come “cavallo di ritorno”.

Nel merito, l’attività svolta ha documentato un consolidato modus operandi, consistente nell’esecuzione notturna dei furti, nel reperimento di parti meccaniche e di carrozzeria, di provenienza illecita, rivenduti sul web ovvero, su richiesta, a titolari di officine compiacenti, nella proposta di riscatto al proprietario del mezzo rubato, attraverso il meccanismo del
nominato “cavallo di ritorno,  nella successiva equa divisione dei profitti dell’attività illecita. Singolare, poi, è risultata la circostanza come il gruppo oggi represso godesse di un “consolidato riconoscimento” nel contesto territoriale messinese: allorquando un mezzo veniva rubato in una determinata zona, le persone offese o eventuali intermediari risultavano consapevoli di doversi loro rivolgere per il relativo tentativo di recupero.

Le indagini hanno inoltre documentato consolidati rapporti con paritetici ambienti criminali catanesi, talché anche eventuali furti compiuti “in trasferta” ben potevano essere
recuperati anche in quella provincia.

La spregiudicatezza e la pericolosità dei componenti dell’organizzazione si è poi manifestata, nel corso delle indagini, allorquando, a fronte di un inseguimento da parte delle forze di
polizia, un indagato, oggi ristretto in carcere, si è dato ad una precipitosa fuga nel centro cittadino, che ha anche provocato un incidente che ha coinvolto un mezzo delle forze dell’ordine, per poi fuggire e lanciarsi nel vuoto di una scarpata stradale della periferia.

L’odierna operazione testimonia, ancora una volta, il costante impegno della Procura della Repubblica e del Tribunale di Messina, nonché delle Fiamme Gialle Peloritane a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini, soprattutto rispetto ad odiosi reatipredatori che fortemente incidono sulla qualità della vita e sulla sicurezza percepita.

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