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Cronaca Patti

Fermata la "banda delle marmitte", in cinque ai domiciliari con braccialetto elettronico

Tutti di origine palermitana, di età compresa tra i 21 e i 38 anni, sarebbero responsabili di una raffica di furti nella zona tirrenica. L'operazione dei carabinieri

Una vera e propria banda che agiva con "profesisonalità e freddezza". E' stata fermata stamani dai carabinieri della Compagnia di Patti che hanno dato esecuzione stamani a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, emessa dal Gip di Patti, su richiesta della Procura guidata da Angelo Vittorio Cavallo, nei confronti di cinque persone di origine palermitana, di età compresa tra i 21 e i 38 anni, ritenute responsabili di molteplici furti pluriaggravati.

L’attività investigativa, avviata, dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, a seguito di alcuni furti complessivamente commessi nella nottata del 9 marzo scorso, nei comuni di Patti e Librizzi, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati. Nella fase iniziale dell’indagine, di considerevole valore investigativo è risultato il controllo sul territorio eseguito la notte del 9 marzo scorso dai militari della Stazione di Librizzi che, ancora ignari dei fatti-reato, documentavano la presenza nel territorio di due palermitani, ossia di due degli odierni indagati, a bordo di un veicolo noleggiato.

VIDEO | Ladri di marmitte incastrati dalle telecamere di videosorveglianza, si cercano altri complici

Al fine di reprimere tale preoccupante fenomeno, i carabinieri hanno proseguito le indagini attraverso attività tecniche e l’analisi dei filmati degli impianti di videosorveglianza delle zone interessate dai delitti perseguiti, individuando le autovetture utilizzate dai malfattori, appositamente noleggiate. Tale attività ha permesso di documentare le condotte illecite degli indagati, suddivisi in due distinti gruppi, i quali, in concorso con altri soggetti allo stato non identificati, dal 9 al 26 marzo di quest’anno, in diversi comuni della provincia di Messina, quali Patti, Librizzi, Sant’Agata di Militello, Capri Leone e Capo d’Orlando, si sono resi responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di 24 furti di catalizzatori di scarico di autovetture e, in taluni casi, di alcuni oggetti personali e utensili da lavoro, presenti nelle autovetture da loro individuate, oltre a quello di una motosega, agendo sistematicamente di notte e sulla pubblica via.

Le investigazioni hanno complessivamente permesso di tracciare, nell’ambito di un più ampio e articolato fenomeno, le modalità operative attuate dagli indagati, ampiamente collaudate e consolidate nel tempo, caratterizzate da “professionalità” e freddezza, tanto da indurre a ritenere la loro condotta non occasionale ma accuratamente pianificata, attraverso: noleggi in rapida successione, di breve durata, di veicoli, individuando marca e modello sempre diversi; il raggiungimento nelle ore serali o notturne dei luoghi "idonei", diversificando le località in cui operare; l’individuazione di veicoli da cui trarne maggiore profitto per la presenza di metalli preziosi, definiti “nobili”, quali il palladio, il rodio e il platino, in quantitativi variabili da 1 a 15 grammi, che, in termini economici, sono altamente quotati nonché facilmente negoziabili in circuiti e mercati paralleli, da loro sistematicamente sottratti attraverso il taglio degli impianti di scarico delle autovetture prese di mira.

I 5 indagati sono stati condotti presso le loro rispettive abitazioni dove sono stati ristretti in regime di arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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