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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

“Padri e mariti separati costretti a vivere in auto”, è emergenza sociale ed economica: chiesto un centro di accoglienza

L'interrogazione del consigliere Libero Gioveni e l'appello anche dell'associazione Genitori per sempre: “Le prime difficoltà sono quelle abitative, tanti si vergognano di chiedere aiuto. Un fenomeno in crescita legato anche alla pandemia”

Un centro di accoglienza per fronteggiare l’emergenza dei mariti e padri separati in difficoltà economiche.

Lo ha chiesto il consigliere comunale Libero Gioveni nella sua qualità di capogruppo di Fratelli d’Italia dopo i casi segnalati in città di mariti che, a causa di sentenze di separazione che determinano per loro situazioni economiche e sociali deficitarie, si ritrovano costretti a vivere in condizioni di certificata precarietà abitativa.

Gioveni fa riferimento anche a papà costretti a vivere in auto, ridotti a “veri e propri senzatetto, con le ripercussioni psicologiche che questa condizione, mista all’emergenza economica, può generare” e ha chiesto  l’intervento della Messina Social City.

“Nella nostra città, per un certo periodo – ricorda il consigliere -  era anche esistita una struttura gestita dalla Caritas diocesana che ospitava questi padri separati, ma oggi, non conoscendone i motivi, non vi è più una simile e preziosa opportunità. Sul fronte comunale, come è noto, esiste una struttura simile, la Casa di Vincenzo, ma ritengo che la condizione sociale dei mariti e padri separati debba essere distinta e affrontata differentemente da quella dei poveri clochard che spesso, ahimé, vogliono vivere questa condizione per scelta”.

L’esponente di Fratelli d’Italia chiede di sapere quali azioni l’amministrazione  sta mettendo in campo per fronteggiare il fenomeno, se esiste un apposito servizio assistenziale che miri a seguire i soggetti in questione anche sotto il profilo psicologico o se c’è da parte dell’assessorato e della MSC, una costante interlocuzione con enti e/o associazioni che possano individuare e segnalare i casi più critici per dare un primo supporto ma soprattutto se sia nelle intenzioni di codesta Amministrazione individuare a breve scadenza un immobile che, come per  Casa di Vincenzo, possa accogliere ed ospitare i mariti e padri separati che maggiormente si trovano, previa verifica del loro stato di bisogno, in condizioni di precarietà economica ed abitativa estrema.

“Le prime difficoltà sono effettivamente quelle abitative – spiega Paolo Micali, portavoce dell’associazione “Genitori per sempre” – Questo dipende dal fatto che perlopiù sono i papà a dover lasciare la casa familiare oltre che a provvedere al mantenimento. Una situazione che non si è sempre nelle condizioni di affrontare, tanto che la maggior parte degli uomini è costretta a tornare da adulti dai genitori anziani o chiedere aiuto ad amici. Nei casi casi più gravi dormono in macchina anche perchè si vergognano di chiedere aiuto e trovano imbarazzante raccontare le proprie difficoltà e la stessa separazione viene vissuta come una vergogna”.

L’ associazione ha raccolto tante di queste segnalazioni e secondo Micali la pandemia ha non solo accentuato le difficoltà di coppia ma anche quelle economiche che spesso si incrociano e alimentano a vicenda. All’interno dell’associazione si è discusso proprio di recente anche della necessità di chiedere aiuto alle istituzioni puntando sulla gestione di beni confiscati alla mafia da utilizzare proprio per ospitare padri in difficoltà.

“Come associazione Genitori per sempre abbiamo lavorato nel tempo sull’affermazione delle pari opportunità genitoriali per i figli, cioè sulla necessità dei bambini di continuare ad essere accuditi da entrambi i genitori fattivamente non solo sulla carta – spiega ancora Micali - e che la legge 54 del 2006 possa essere applicata dai nostri tribunale. Proprio di recente la Corte d’appello di Messina ha confermato un’ordinanza del Tribunale di Patti che aveva disposto il mantenimento diretto di un bambino affidato a entrambi i genitori con tempi pressoché paritetici. Il Tribunale di Patti e la Corte d'Appello di Messina sembrano finalmente avviati al superamento delle vecchie prassi monogenitoriali, e ci auguriamo di averne ulteriori conferme nei prossimi mesi. Certo c’è da affrontare con urgenza anche le difficoltà economiche che ne conseguono - continua ancora Micali – e siamo contenti della resa di posizione del consigliere Gioveni al quale mettiamo a disposizione anche le nostre competenze e sostegno”.

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