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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Riflettori accesi sul "Franco Scoglio", tifosi e politica chiedono chiarezza sul futuro

In corso la valutazione dell'unica offerta di gestione presentata dal Football Club Messina. In ballo un progetto di 140 milioni di euro che ha già ricevuto l'ok dalla Commissione. Davanti allo stadio striscioni di protesta dei club organizzati mentre il consigliere Rizzo chiede trasparenza a Palazzo Zanca

Riflettori accesi al "Franco Scoglio", ma non per una gara in notturna che da queste parti manca da parecchio tempo. Sul futuro dello stadio c'è all'orizzonte un progetto di 140 milioni di euro presentato dal Football Club Messina, unico partecipante al bando di gestione ancora in corso di valutazione. Novantanove anni di affidamento giustificati da importanti interventi di riqualificazione della struttura, tra cui la copertura.

Ed è proprio sul bando che adesso la città si interroga in queste settimane. Ieri i club organizzati hanno esposto una serie di striscioni per chiedere chiarezza all'amministrazione comunale sul futuro dello stadio. Vogliono conoscere nel dettaglio il progetto e gli investitori che ci sono dietro vista l'importanza della posta in palio. Oggi sulla questione interviene il consigliere comunale Massimo Rizzo che bacchetta Palazzo Zanca oltre ad esprimere rammarico sulla mancanza di interesse da parte imprenditori nazionali ed esteri su uno degli stadi più grandi del meridione.

"Tutti sanno che, all’incirca un anno fa - spiega Rizzo -  fu pubblicato un bando per l’affidamento dello stadio. Personalmente ne sono stato un fautore, cosi come da tempo chiedo invano che anche gli altri impianti sportivi siano gestiti con trasparenza ed efficienza. E però il bando è risultato un flop. La
mancanza di visione politica e la totale assenza di una programmazione hanno trasformato il bando in una mera questione amministrativa piuttosto che in un’occasione di rilancio e di sviluppo. Ma tant’è. Questo ha comportato che non è stata espressa alcuna capacità attrattiva nei
confronti di imprenditori nazionali ed internazionali e che vi partecipasse una sola società. Deludente ma legittimo. E però, da fonti giornalistiche, sembrerebbe che l’offerta presentata sia di quelle importanti, per le risorse finanziarie da impegnare e per la durata della concessione richiesta. Ne siamo davvero lieti se può rappresentare una chance di riqualificazione dello stadio e dell’area circostante. Tuttavia, concluso (a quanto pare) il lavoro della commissione Urega sembra essere calata una inquietante cappa di silenzio sulla intera questione. Eppure, l’importanza del bene comunale che dovrebbe essere concesso in gestione, la durata della concessione richiesta, la mole di risorse finanziarie necessaria, i riflessi di natura sportiva che ne potrebbero derivare imporrebbe di accendere i fari sulla tematica, nel nome di una massima trasparenza. Ovviamente, ed è persino superfluo precisarlo, nulla contro la società che sta esercitando un proprio diritto e che, anzi, con le necessarie garanzie, potrebbe offrire un’occasione di rilancio e di investimenti sul nostro territorio. Il tema è un altro. C’è un’intera comunità sportiva (e non solo) che pretende di conoscere tutti i dettagli dell’operazione. E legittimamente. Il futuro di un impianto sportivo pubblico così importante non può essere deciso (col massimo rispetto) soltanto da una commissione tecnica".

Rizzo chiede quindi un intervento diretto del Comune. "Chi amministra una città ha il dovere di chiedere tutte le garanzie indispensabili e predisporre gli strumenti contrattuali a tutela dell’interesse pubblico. Si impegna la gestione di uno stadio per le prossime generazioni e per i prossimi decenni: la città ha il diritto di conoscere tutti i dettagli? La risposta, a me, appare scontata. Ricordo che all’altare dell’affidamento ai privati è stata sacrificata la stagione dei grandi eventi ed i concerti, concluse le restrizioni dovute all’epidemia, si terranno in un’altra città. La miopia amministrativa ha già causato questo gravissimo danno, economico e di immagine".

Da qui la richiesta di un confronto pubblico. "Su una vicenda così complessa ed importante - conclude il consigliere -  il palazzo deve essere ancora più trasparente, senza scaricabarile di puro burocratismo. Peraltro, da sempre, Palazzo Zanca in tema di gestione di impianti sportivi non è che brilli per capacità amministrativa. Ci attendiamo, insomma, una presentazione pubblica dell’offerta che la società ha avanzato, dei suoi progetti, delle sue idee e delle necessarie garanzie. E di comprendere il punto di incontro e di condivisione tra il legittimo interesse privato e quello pubblico. E tutto ciò prima che l’iter sia formalmente concluso… Attenderò il tempo necessario, convinto che ciò avverrà. Altrimenti eserciterò le funzioni di controllo che la legge mi attribuisce. Ovviamente sempre con animo sereno".

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