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Cronaca

Giornata internazionale dell'aborto sicuro ma a Messina il diritto non è garantito, sit in all'Asp

Sancito dalla legge 194 da quarant'anni ma quasi impossibile da praticare in città e provincia dove un solo medico assicura il servizio. La protesta

“Aborto libero e sicuro”. Sit in a Messina dove a garantire la scelta e il diritto all’aborto sancito dalla legge 194 c’è un solo medico, Rosario D’Anna, direttore vicario di ostetricia e ginecologia del Policlinico.

Gli striscioni stamattina davanti la sede dell’Asp che non garantisce il servizio negli ospedali messinesi, dove l’ondata di medici obiettori rende una odissea la vita delle donne che voglio interrompere la gravidanza.

Un problema che investe non solo Messina ma anche tutta la provincia e che è ormai emergenza.

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Nei giorni scorsi era stata la deputata Simona Suriano, a sottolineare "la gravità della situazione e la volontà di dare risposte come forza politica al fianco delle donne e dei diritti".

"La situazione di Messina è paradigmatica – ha detto - al Policlinico c’è un solo medico non obiettore che deve prolungare i suoi turni a dismisura o rientrare dalle ferie per via delle richieste di aborto che come sappiamo possono essere fatte, per legge, entro un determinato periodo di tempo di gestazione. All’ospedale Papardo tutti i ginecologi sono obiettori di coscienza. Serve che le donne vengano tutelate e che abbiano servizi sanitari adeguati per evitare che si possa alimentare un circuito nero e illegale potenzialmente pericolosissimo".

Oggi la protesta davanti gli uffici dell’Asp da parte di un collettivo di Messina in occasione della Giornata internazionale per l'aborto sicuro che si celebra in tutto il mondo 28 settembre. Un diritto che in Italia è garantito dalla legge 194 del 1978 ma nella pratica a Messina non è sempre esigibile. Il collettivo riaccende così i riflettori sulla necessità di impegnarsi affinché nessuna donna debba mai più rischiare la vita per interrompere una gravidanza indesiderata. 

Sulla questione anche la Cgil Sicilia. "La Regione dovrà affrontare le criticità esistenti in tema di applicazione in Sicilia della legge 194 e di consultori, per come indicato nelle relazioni ministeriali su questi temi. In un più generale obiettivo di diritto alla salute per tutti, riteniamo che vada garantita la salute delle donne e degli stessi operatori sanitari nell’ambito dell’esercizio del diritto all’aborto sicuro" scrivono in una nota, la responsabile delle politiche di genere della Cgil Sicilia Elvira Morana e la segretaria regionale Cgil Gabriella Messina nella Giornata mondiale per l’accesso a un aborto sicuro e libero. 

Le due esponenti sindacali rilevano "l’alto numero di medici obiettori nell’isola e la non uniforme distribuzione dei consultori sul territorio, cose che mettono a rischio l’esercizio del diritto ma anche la salute delle donne e degli stessi operatori". Morana e Messina sottolineano che nell’isola, stando a quanto riportato nell’ultima relazione ministeriale sulla 194,  c’è una struttura dove il carico settimanale per il medico non obiettore è 16 a fronte della media nazionale di 1 e di quella regionale di 1,5.

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