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Cronaca

Processi lumaca e carenze d'organico, Moleti: “In stallo oltre ventimila procedimenti, incide anche la povertà”

La presidente del Tribunale spiega tutti i correttivi in corso per smaltire l'arretrato nel civile e nel penale ma non nasconde l'affanno: “Ogni anno novemila cause. Impossibile ridurre il contenzioso con le forze disponibili”. Crescono fallimenti, esecuzioni e ricorsi per decreti ingiuntivi legati alla crisi aggravata dalla pandemia. E sulla riforma della giustizia e del Csm...

L’amministrazione della giustizia in Italia attraversa un momento delicato e la nuova ministra, Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costutuzionale, sta lavorando al testo di riforma, elaborato dall’ex guardiasigilli Alfondo Bonafede. Carichi di lavoro dei giudici, tempi di attesa per le sentenze, problemi di logistica, l’organizzazione della macchina giudiziaria nel distretto e il ruolo dei giudici di pace... Di questi temi, Messina Today ha parlato con la presidente del Tribunale di Messina, Marina Moleti.

Il presidente della Repubblica ha dato mandato al Csm di valutare i ritardi sul caso della famiglia Carità che da 23 anni aspetta giustizia dopo l’alluvione all’Annunziata in cui hanno perso la vita quattro persone.  Ma quello dei Carità è solo uno dei tanti casi in cui si sommano ritardi che pesano sia umanamente che economicamente per chi affronta il processo ma anche per i cittadini. Qual è la situazione dei contenziosi a Messina? Nel civile e nel penale.

“La eccessiva durata dei procedimenti civili e penali rappresenta senza dubbio il principale problema della amministrazione della giustizia anche nel nostro territorio, con pesanti ricadute tanto sul piano umano che su quello sociale ed economico. E’ evidente che una pronuncia giudiziaria che disciplini tardivamente l’assetto di contrapposti interessi dei cittadini non solo esaspera i problemi ed accresce le sofferenze dei soggetti coinvolti, ma danneggia seriamente l’economia. Il caso della famiglia Carità (il procedimento civile per risarcimento vittime dell’alluvione del 1998 – iniziato dopo un lungo e complesso procedimento penale - pende dinanzi a questo tribunale dal 2013) ha avuto una particolare eco mediatica, ma purtroppo molte altre cause civili si protraggono oltre la “ragionevole durata” di due anni, prevista per un giudizio di primo grado: presso le due sezioni civili pendono 848 procedimenti contenziosi ordinari ultradecennali”.

Una situazione grave.

“Certamente e la causa è da ricondursi alla sproporzione tra i carichi di lavoro (pendenze e sopravvenienze) e la pianta organica (peraltro mai interamente coperta) del tribunale. Presso le due sezioni civili (cui sono addetti 15 giudici e 2 presidenti di sezione, con l’apporto di alcuni magistrati onorari) pendono ben 20.208 procedimenti (cioè oltre 1200 per ciascun giudice: ricordo che tribunali del Nord additati come esempio di efficienza hanno ruoli civili di 300/400 cause ciascuno) ed ogni anno ne sopravvengono oltre 9000. Nonostante la produttività media dei magistrati messinesi sia particolarmente elevata, e negli ultimi anni gli indici di ricambio siano positivi (cioè il numero dei procedimenti definiti nell’arco di un anno supera il numero di quelli iscritti) in quasi tutti i principali settori, è matematicamente impossibile, con le forze disponibili, nonostante il massimo impegno di tutti, ridurre sensibilmente l’abnorme arretrato stratificatosi negli anni passati (per le consistenti e protratte scoperture del già insufficiente organico e per la concentrazione nelle sezioni penali della maggior parte dei magistrati disponibili)”.

Sono previsti incrementi della pianta organica?

“Purtroppo no (sono di competenza del Ministero). L'unica possibilità di aumentare le definizioni dei procedimenti (e quindi di intaccare l’arretrato e ridurre la durata media dei giudizi) è il ricorso alla specializzazione: sono stati individuati ad esempio, nella prima sezione civile i giudici della Famiglia, i giudici Tutelari e della Persona, ed i giudici dei Diritti reali, nella seconda sezione civile tre magistrati  si occupano di fallimenti e procedure concorsuali, gli altri di contenzioso ordinario ed esecuzione. Nella imminente riorganizzazione tabellare è prevista la costituzione, nell’ambito della prima sezione, del gruppo dei Giudici dell’illecito civile, che tratterà la materia della responsabilità (professionale, da sinistro etc.), particolarmente complessa in fatto ed in diritto. La sezione lavoro (con 5 magistrati e 1 presidente) affronta efficacemente una ingente mole di affari, spesso a carattere di urgenza. Nello scorso anno a fronte di una pendenza iniziale di 14.174 procedimenti ed a n. 4691 sopravvenienze, si sono registrate n. 5455 definizioni”.

Ma c'è una incidenza anche della pandemia?

“Più che altro la crisi economico-sociale del territorio peloritano, ulteriormente aggravata dalla pandemia, ha determinato un costante sensibile aumento dei procedimenti in materia di fallimenti e procedure concorsuali, di esecuzione mobiliare ed immobiliare, dei ricorsi per decreto ingiuntivo (e conseguenti opposizioni) e per sfratto per morosità, nonché dei ricorsi tendenti alla modifica delle condizioni di separazione e divorzio”.

E nel settore penale?

“Anche nel settore penale (al quale sono destinati 21 magistrati e 3 presidenti di sezione) i numeri sono eloquenti: in fase di dibattimento pendono n. 256 procedimenti dinanzi al collegio e n. 3357 procedimenti a trattazione monocratica, dei quali n. 146 iscritti da oltre 5 anni. Ogni anno giungono al dibattimento in media oltre 2000 ulteriori procedimenti. Nella situazione data l’unico intervento praticabile per ottimizzare le limitate risorse è apparso la unificazione delle due sezioni penali in una unica sezione dibattimentale, il che consente la formazione di tre collegi predeterminati ed evita dispersione di attività”.

Le carenze di organico sono alla base dei processi lumaca. Qual è il settore più penalizzato e che prospettive ci sono per garantire al tribunale di Messina una maggiore dotazione?

“Tutti i settori del tribunale, senza alcuna eccezione, sono penalizzati dalla carenza dell’organico (reiteratamente peraltro riconosciuta anche dagli Ispettori ministeriali e dallo stesso CSM), evidente sia in termini di rapporto tra carichi di lavoro e numero di magistrati, sia in confronto con realtà giudiziarie dei territori limitrofi (si pensi che il tribunale di Reggio Calabria, dopo i recenti consistenti aumenti di organico, è arrivato a disporre di 69 unità). Purtroppo non vedo concrete prospettive di ottenere una maggiore dotazione di magistrati, dato che nella recente revisione degli organici degli uffici giudiziari l’organico del tribunale di Messina è stato incrementato soltanto di un posto (corrispondente peraltro al posto soppresso in danno del medesimo tribunale pochi anni prima…..) e non sono in vista ulteriori provvedimenti di redistribuzione”.  

Cosa ne pensa della possibile depenalizzazione dei reati minori?

“Ritengo che ci sia ancora un certo margine per ulteriori depenalizzazioni di reati contravvenzionali minori, ma occorre tenere presente che buona parte del relativo “peso” si sposterebbe semplicemente (come è avvenuto in occasione dei precedenti interventi) dal settore penale gravando quello civile delle opposizioni a sanzioni amministrative”.

C’è un nuovo ministro della Giustizia chiamata a rivedere la legge di riforma. Lei come è orientata sulla tematica della separazione delle carriere?

“Assolutamente e decisamente contraria: ritengo che la appartenenza del P.M. italiano alla cultura della giurisdizione sia un valore irrinunciabile, e che una separazione delle carriere comporterebbe inevitabilmente una deriva verso modelli diversi, in cui il Pubblico ministero è il rappresentante della accusa e non il difensore della legge (in quanto tale tenuto anche a ricercare elementi a favore dell’indagato, a chiedere la assoluzione se mancano prove sufficienti, a proporre richiesta di revisione in bonam partem, titolato a intervenire nei processi di status o di famiglia rappresentando gli interessi delle fasce deboli….).  Aggiungo che i migliori pubblici ministeri incontrati in oltre 40 anni di esperienza professionale avevano alternato le funzioni requirenti a quelle giurisdizionali”.

A proposito della riforma del CSM, in particolare dopo le polemiche sul caso Palamara, lei è d’accordo sull’ipotesi ventilata da 70 magistrati di privilegiare il sorteggio per le nomine?

“Ritengo che la modifica della procedura di scelta non risolva i problemi. Quello che conta è la dirittura morale e la libertà intellettuale del singolo, e come un magistrato eletto su designazione di una corrente ben può svolgere la sua funzione in piena correttezza e senza condizionamenti esterni, un componente “sorteggiato” potrebbe rendersi disponibile a compromessi”.

Sono state annunciate 4250 assunzioni negli uffici giudiziari d’Italia entro settembre. Direttori, operatori giudiziari e cancellieri. Sono previsti potenziamenti anche a Messina.

“Recentemente hanno preso servizio in Tribunale 5 operatori, ed in esito all’espletamento del concorso dovrebbero essere assegnati all’intero distretto peloritano 62 cancellieri, un congruo numero dei quali si spera siano destinati al tribunale, attese le gravissime scoperture (oltre il 60% dei posti della qualifica di cancelliere sono vacanti) e gli imminenti pensionamenti di diversi funzionari di grande esperienza”.

Qual è l’apporto della magistratura onoraria e qual è il loro futuro. Quantomeno quello auspicabile.

“La magistratura onoraria fornisce un significativo apporto alle sezioni civili e del lavoro ed alla sezione dibattimentale penale, apporto che la insufficienza degli organici (sul piano locale come su quello nazionale) ha reso necessario. Non è chiara la prospettiva ministeriale di riforma. Sarebbe in primo luogo indispensabile un congruo aumento del numero complessivo dei magistrati ordinari, ovviamente da assumere mediante concorso. Nel prossimo futuro una profonda rinnovazione potrebbe realizzarsi nell’ambito dell’Ufficio per il processo, da consolidare e sviluppare, ad esempio con la previsione di stages triennali o quinquennali presso i tribunali, con adeguate borse di studio, riservati a giovani laureati, cui accedere mediante concorsi per titoli (ad esempio: voto 27 nelle principali materie, voto di laurea oltre 105);  si concilierebbe l’esigenza di formazione teorico-pratica di giovani giuristi ai fini del successivo loro graduale accesso –per concorso- alla magistratura ordinaria con l’esigenza di assicurare ai giudici un valido supporto alla attività di studio e ricerca ed una maggiore produttività.

Edilizia giudiziaria. Tribunale del lavoro e giudice di pace sono locali notoriamente non idonei. Quali sono le previsioni ed i tempi per il trasferimento?

Da anni la presidenza del tribunale ha, in tutte le sedi, segnalato che l’edificio di via Malvizzi che ospita la Sezione lavoro ed i Giudici di pace è in pessime condizioni di manutenzione, con parti non utilizzabili e decisamente inidoneo allo svolgimento di attività giudiziarie con afflusso di numerose persone. Sono noti i progetti di un nuovo palazzo di giustizia succedutisi negli ultimi decenni, senza alcun esito. Peraltro, anche ammesso che si avviasse veramente l’iter per la costruzione della “cittadella giudiziaria”, occorrerebbero diversi anni per realizzarla. Poiché una soluzione deve essere trovata in tempi brevissimi, il Ministero della Giustizia è stato sollecitato dai capi degli uffici giudiziari messinesi ad attivare la procedura per acquisire in locazione immobili di proprietà dell’INPS, perfettamente idonei -per localizzazione, dimensioni, struttura, condizioni di manutenzione- ad ospitare gli uffici oggi allocati in immobili fatiscenti di proprietà di privati. La procedura è in corso da tempo e si spera sia completata senza ulteriori ritardi”.

Il Ministero ha dotato gli uffici dei presidi necessari allo smart working. Qual è il livello di formazione dei dipendenti? Ci sono effetti positivi che miglioreranno l’organizzazione del lavoro anche per quanto riguarda il processo telematico?

“Il processo telematico civile era già pienamente attivo nel nostro tribunale ed il livello di formazione del personale nel settore civile è soddisfacente. La grave e protratta emergenza epidemiologica ha dato una forte accelerazione sul piano nazionale agli ulteriori progetti di informatizzazione della attività giudiziaria: nel periodo di lockdown sono stati attivati per il personale diversi corsi di e-learning; recentemente sono stati distribuiti gli strumenti (pc e programmi) per il collegamento in sicurezza del personale ai sistemi informatizzati civili della amministrazione giudiziaria e sono stati attivati appositi corsi di formazione; sono stati predisposti specifici programmi di smartworking per ogni cancelleria, con previsione di report delle attività svolte da remoto. La informatizzazione dei procedimenti penali (TIAP), già operativa per Procura ed Ufficio GIP/GUP, si estenderà a breve anche alla fase dibattimentale, sicuramente con effetti positivi”.  

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