Guerra in Ucraina, la canonica di Molino diventa rifugio per i profughi
Sono arrivati da pochi giorni per sfuggire alle bombe. La missione che unisce anche la chiesa cattolica e ortodossa grazie all'impegno di padre Giovanni Amante e Carlo Olivieri. Che racconta: “Utilizziamo il traduttore del cellulare, proviamo a dare sensazione di normalità”
È una storia di solidarietà che unisce Chiesa cattolica ed ortodossa. Protagonisti sono padre Carlo della parrocchia di Giampilieri, Molino e Altolia e padre Giovanni Amante della chiesa ortodossa che hanno ?aperto? una strada di solidarietà ed aiuto nei confronti della popolazione ucraina e di chi fugge dalla guerra. A Molino, la canonica è stata trasformata in casa famiglia per ospitare una decina di profughi, ma che presto potrebbero diventare di più.
Sono quattro mamme, con i loro bambini, due anziane, tutti arrivati dopo un lungo viaggio tra Polonia, Romania e poi Milano, Napoli e Foggia.
?Arrivano da Irpin, Kiev e Mariupol ? spiega padre Carlo Olivieri ? oggi siamo andati in Questura per il permesso di soggiorno, quindi stiamo pensando ad ottenere i documenti per il medico e l?accesso alla scuola?.
Le donne aiutano in casa, i ragazzi stanno cercando di integrarsi. ?Domenica mattina andranno a messa nella chiesa ortodossa, loro festeggiano la Pasqua la settimana dopo la nostra. Per comunicare utilizzano il traduttore del telefonino, riusciamo a comprenderci. Gli abbiamo messo a disposizione una tv con i programmi in italiano ed ucraino. Proviamo a dargli una sensazione di normalità?.