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Cronaca

Nutrizione sostenibile, lo studio del ricercatore Giuseppe Giuffrida che parla ai grandi del mondo

È messinese uno tra i quattro ricercatori selezionati e sostenuti da Fondazione Istituto Danone per approfondire i diversi ambiti della sostenibilità. La sua ricerca è stata sottoposta ad esperti e Istituzioni con lo scopo di suggerire proposte volte a tutelare la salute delle persone e il benessere del Pianeta

Nell’ambito salute, la sfida che il food system si trova oggi più che mai ad affrontare è la necessità di conciliare due tematiche: sostenibilità nutrizionale e sostenibilità ambientale. È questo l’indirizzo della ricerca condotta da Giuseppe Giuffrida, classe 1987, medico presso la UOC di Endocrinologia dell’Università di Messina. Il ricercatore è stato selezionato, insieme ad altri tre giovani talenti, fra le migliori Università italiane da Fondazione Istituto Danone per approfondire e analizzare, con lo sguardo rivolto al futuro, i quattro ambiti della sostenibilità – nutrizione e salute, economia, società e ambiente – e sottoporre ai decisori politici delle istanze concrete per tutelare la salute delle persone e il benessere del Pianeta.

Insieme agli altri 3 colleghi, ha presentato i risultati della sua ricerca in occasione dei 30 anni di attività di Fondazione Istituto Danone, ad esperti del mondo scientifico ed accademico, Istituzioni ed associazioni del terzo settore, con il coordinamento della professoressa Ludovica Principato, docente di Marketing all’Università Roma Tre.

Il ricercatore messinese ha analizzato il ruolo centrale che i processi di informazione e di prevenzione rivestono nell’arginare la diffusione delle malattie metaboliche e del diabete, per la maggior parte dei casi strettamente legate a cattivi stili di vita ed abitudini alimentari scorrette.

Tuttavia, per Giuffrida, la sfida sanitaria che ci troviamo ad affrontare non riguarda solo la sfera della salute. Se infatti da una parte è innegabile che la lotta alla cattiva alimentazione e a stili di vita scorretti debba proseguire per arginare la crescente diffusione di malattie croniche, è altrettanto vero che un’alimentazione adeguata non possa più prescindere dall’essere anche sostenibile, ovvero sana, rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni alimentari locali.

Giuffrida evidenzia dunque la necessità di instaurare nuovi equilibri che consentano di migliorare le condizioni di salute e di vita, e contemporaneamente tutelare la salute del pianeta.  Si impone, quindi, da una parte il potenziamento delle iniziative di educazione alimentare, che puntino a trasmettere le basi di una sana alimentazione, caratterizzata da una corretta distribuzione dei nutrienti, nel contesto di un regime alimentare “povero” improntato ai principi della dieta mediterranea. Dall’altra, una corretta educazione alimentare influisce sulla duplice necessità di rivalutare le piccole imprese agroalimentari del territorio (alimentazione a km zero) e contestualmente sensibilizzare anche le grandi industrie verso lo sviluppo di processi produttivi sempre più sostenibili (riducendo gli inquinanti e favorendo l’utilizzo di risorse naturali).

Per il giovane ricercatore, il binomio formazione-informazione gioca un ruolo chiave, sia rispetto al personale tecnico (medici e personale sanitario, insegnanti, personale delle strutture ricettive e ristorazione) che al largo pubblico, tutti meritevoli di maggiore consapevolezza su tali argomenti. Alle Istituzioni l’obbligo, normativo e morale, di recepire queste istanze e realizzare interventi concreti prima che il tempo per azioni efficaci sia davvero esiguo.  

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